Spellforce 3 - Recensione

PC

L’acquisizione da parte di EA di Phenomic – gli storici sviluppatori di SpellForce – e la conseguente chiusura nel 2013 dello studio tedesco avevano paventato la fine di una particolarissima IP che, sin dai suoi albori, aveva fatto dell’unione di strategia in tempo reale e gioco di ruolo la sua ragione d’essere. L’acquisto da parte di THQ Nordic delle proprietà intellettuali degli austriaci di JoWooD Entertainment, primo publisher di SpellForce, aveva però riacceso la speranza nel cuore dei fan. In sviluppo sin dal 2014, finalmente SpellForce 3 fa la sua apparizione, dopo qualche mese di Accesso Anticipato e una trepidante attesa per vedere se avesse ancora qualcosa da dare. Il lavoro che andiamo ad analizzare è ad opera di Grimlore Games, sussidiaria della stessa THQ Nordic incaricata di portare in questa generazione il mondo di Eo.

L’AMBIZIONE DI UN IBRIDO

È bene dirlo subito: per quanto sia interessante l’idea di unire gioco di ruolo e strategia in tempo reale, SpellForce aveva sempre faticato a trovare un giusto equilibrio, tra un primo capitolo più RTS e un secondo che aveva invece ampliato gli elementi GDR. Anche in questa terza iterazione il bilanciamento fra le parti non è riuscito benissimo, andando a inficiare il ritmo complessivo, non esaltante e con qualche tempo morto di troppo.SpellForce 3 immagine PC 01Personalmente, ho trovato, forse in modo un po’ paradossale, nettamente più interessante la diversa visione di un gioco di ruolo party-based, piuttosto che la parte RTS che risulta fin troppo semplificata. Per questo motivo, alla fine del mio viaggio attraverso Eo, mi sono chiesto se non sarebbe stato meglio pensare a un puro gioco di ruolo, magari declinato in una nuova IP che non andasse a far leva su un certo fattore nostalgia, invece di inseguire l’unione di due generi che, ormai è evidente, riescono a camminare insieme solo a fatica.

La parte prettamente ruolistica lascia ottime sensazioni

Se la parte ruolistica è infatti sorretta da un’ambientazione affascinante e una scrittura discreta, nonostante l’utilizzo di alcuni stereotipi (ben gestiti e integrati nelle particolarità del setting), i momenti più puramente RTS sembrano inseriti un po’ a forza, integrandosi male con il resto del gioco. L’idea di poter usare il proprio party per esplorare e svolgere le missioni, mentre accumuliamo risorse e costruiamo edifici e truppe, poteva essere buona, ma l’estrema velocità con cui si affronta la parte strategica spesso ci renderà impossibile fare entrambe le attività, come risultato ci troveremo a sperimentare un WarCraft meno profondo; questo senza dimenticare un certo sbilanciamento per quanto riguarda la forza degli eroi che – spesso e volentieri – si ritroveranno a falcidiare decine di nemici da soli, deresponsabilizzandoci dalla necessità di operare scelte strategiche e di pianificare con cura la “costruzione” di edifici e truppe.

TORNARE INDIETRO PER ANDARE AVANTI

SpellForce 3 è una sorta di prequel di tutti gli avvenimenti che avevamo già visto nei primi due titoli; ambientato prima del cataclisma “magico” che fa da sfondo ai giochi precedenti, il gioco di Grimlore Games ci cala in un’ambientazione ricca di dettagli e che può beneficiare di un afflato più maturo. Bene e male si confondono, mentre intrighi politici, diverse fazioni e qualche plot-twist ben piazzato metteranno sempre in discussione quello che avevamo creduto fino a un dato momento, rendendo il tutto molto godibile, nonostante la non eccessiva originalità dell’intreccio narrativo.SpellForce 3 immagine PC 08 La parte prettamente ruolistica lascia ottime sensazioni, anche perché gli eroi utilizzabili nel party sono veri e propri compagni di viaggio, ognuno con le proprie storie e una ben riuscita caratterizzazione (molto simpatici e ben realizzati anche i banter tra i vari membri del gruppo). Allo stesso tempo, le mappe affrontabili in questa modalità ruolistica, nonché i dungeon, hanno un buon level design e ogni tanto sarà anche possibile affrontare qualche piccolo enigma. Il combattimento riesce a rendere bene l’idea di un party-based senza pausa, risultando alla stregua di un Diablo-like con gestione del gruppo, e dove lo sfruttamento di combo tra i personaggi che controlliamo è fondamentale per portarsi a casa la vittoria. Gli alberi delle abilità consentono anche una discreta pianificazione, soprattutto per quanto riguarda il nostro avatar che potremo totalmente caratterizzare scegliendo quali “vie” fargli intraprendere. Ottima anche la profondità della gestione dell’equipaggiamento, con numerosi slot e miriadi di oggetti con cui armare i nostri eroi.

Il bilanciamento fra le parti non è riuscito benissimo

Discorso nettamente diverso per quanto riguarda i combattimenti in modalità RTS. Abbiamo già detto degli eroi troppo decisivi, ma in generale l’impressione è che, nonostante la presenza di una sorta di triangolo dell’efficacia per quanto riguarda le interazioni tra le tipologie di unità, basterà sempre essere in soprannumero per portare a casa la battaglia. Parte strategica che, poi, soffre di una certa poca cura: le fazioni controllabili di volta in volta (con le quali dovremmo cercare alleanze nel tentativo di sconfiggere una gravissima malattia che potrebbe devastare Eo) sono infatti troppo simili tra loro, e la sensazione è quella di un mero reskin, quando invece avrebbe decisamente giovato cercare una maggiore caratterizzazione. È un peccato, perché invece la particolarità delle mappe divise per settori indipendenti (ciascuno con le proprie risorse e gruppi di lavoratori) e la necessità di creare ottime reti di collegamento (per poter usufruire di tutte le risorse nella costruzione delle strutture) rendono possibili tattiche interessanti, come – ad esempio – tagliare i rifornimenti al proprio avversario per avvolgerlo in un mortifero abbraccio di territori a noi fedeli. Non aiuta un sistema di controllo che risulta fin troppo goffo sia nella parte RTS che in quella GDR (nonostante offra la possibilità di scegliere tra una modalità devota al key-binding delle abilità e una più classica con “WASD”). Interessante, invece, il cosiddetto “clicca e lotta”: premendo Il tasto ALT su un’unità nemica, infatti, il tempo rallenterà e si aprirà una ruota delle abilità in cui è possibile scegliere le azioni da effettuare.

Oltre alla campagna narrativa principale, che se giocata tutta d’un fiato garantisce una trentina d’ore di gameplay, SpellForce 3 conclude la sua offerta ludica con una modalità “skirmish”, sia multiplayer che offline; nulla di particolarmente elaborato, ma in grado di soddisfare le esigenze di chi, più che alla storia, è interessato alle pure meccaniche e alla “sfida”. La stessa campagna narrativa offre comunque la scelta tra tre diversi livelli di difficoltà, adatti alle esigenze sia dei novellini che dei più scafati viaggiatori di Eo. A onor del vero, è bene dire che la difficoltà “normale” non mi ha mai posto reali problemi, anche a causa del già citato strapotere degli eroi nelle fasi RTS, ma già alzandola di uno step la situazione si fa differente e una buona gestione del party diventa necessaria. Decisamente più intrigante la possibilità di giocare in cooperativa la campagna principale, sia on-line che in LAN.

SCIVOLONI TECNICI

Se graficamente, e più in generale esteticamente, SpellForce 3 sa il fatto suo, grazie a modelli ben definiti e ambienti che non hanno timore di mostrarsi rigogliosi e pieni di dettagli, il lavoro di Grimlore Games mostra il fianco su aspetti più meramente tecnici: i tempi di caricamento, a volte, sono troppo lunghi, specialmente quelli iniziali, mentre non ho potuto fare a meno di incappare in bug e glitch assortiti che, sebbene non siano mai risultati dei veri e propri “game breaker”, spesso si sono rivelati molto fastidiosi (si va da crash vari fino a transizioni tra mappe poco chiare, passando per un pathfinding davvero rivedibile).SpellForce 3 immagine PC 02

non ho potuto fare a meno di incappare in bug e glitch assortiti

Più gravi, invece, i bug che hanno bloccato alcune quest, anche se ricaricare il salvataggio ha quasi sempre risolto il problema (ad esempio, rendendo possibile l’interazione con alcuni NPC, in precedenza misteriosamente impedita), in ogni caso si tratta di situazioni assai noiose. Parliamo di problemi che, con buona probabilità, verranno aggiustati da future patch, e infatti a pochi giorni dall’uscita ne sono già uscite un paio che hanno risolto i crash più fastidiosi, ma che è anche giusto delineare in sede di recensione. Insomma, con SpellForce 3 ci ritroviamo di fronte all’ennesimo paradosso che vede il titolo di Grimlore Games come uno dei più bei GDR party-based degli ultimi anni, esteticamente parlando (il dettaglio non ha niente da invidiare a Divinity: Original Sin II), così come è gradevole a vedersi il lato RTS, ma contestualmente i numerosi problemi tecnici affossano un po’ tutta l’esperienza e penalizzano un gioco che, nonostante le ottime idee, non riesce ad arrivare all’eccellenza.

SpellForce 3 è un gioco che vorrebbe risultare uno di quegli ottimi “blend” di tabacco (o di erbe da tè, o tisane, se non siete tabagisti) in grado di esaltare diversi aromi, ma in realtà finisce per risultare come un piatto fusion né carne né pesce. Nondimeno, l’ottima ambientazione, i personaggi ben caratterizzati e un aspetto ruolistico ben sviluppato riescono – almeno in parte – a sorreggere un RTS fin troppo mutilato. SpellForce 3 non è un gioco brutto, intendiamoci, e infatti durante le mie sessioni la voglia di proseguire c’è sempre stata, nonostante il ritmo decolli solo dopo qualche ora, ma arrivati al terzo titolo della saga era lecito aspettarsi una maggiore attenzione nell’unire le due meccaniche principi. Se siete comunque appassionati dei vecchi SpellForce vi sentirete subito a casa, e avrete inoltre modo di approfondire tutti gli eventi che concorrono a formare il lore della saga.

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Pro

  • Ottimo dettaglio grafico.
  • Ambientazione, trama e personaggi interessanti.
  • Parte ruolistica ben sviluppata.
  • Colonna sonora e doppiaggio di alto livello.
  • Buona la traduzione in italiano.

Contro

  • Troppi bug e glitch.
  • Parte RTS all’acqua di rose.
  • Ritmo a volte un po’ lento.
  • Controlli rivedibili.
7.4

Buono

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