SpellForce: Conquest of Eo – Recensione

PC

Il tormentato pianeta Eo è nuovamente teatro di guerre tra potenti maghi, ma questa volta in una veste inedita che stravolge il gameplay. Come reagiranno i fan di vecchia data di SpellForce?

Sviluppatore / Publisher: Owned by Gravity / THQ Nordic Prezzo: 29.99 € Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: ND Disponibile su: PC (Steam, Epic Games Store) Data di lancio: Già disponibile

SpellForce: The Order of Dawn, classe 2003, ha dato il via a una lunga ed appassionante saga high fantasy con due sequel e numerosi spin-off, conquistando un vasto pubblico di amanti del genere Real Time Strategy. A cercare di rivoluzionare la formula, in occasione del ventesimo anniversario della serie, arriva Owned by Gravity, famosa per i giochi a combattimenti turn based, con SpellForce: Conquest of Eo, distribuito da THQ Nordic.

Colpo d’occhio e rapidità con tastiera e mouse lasciano al posto a pazienza e riflessione, già che ci troviamo dinanzi a uno strategico a turni 4X, più vicino a Civilization che a Warcraft. Funzionerà? Come verrà accolto dagli affezionati del lore non ci è dato saperlo, ma questo cambio di direzione è senz’altro l’occasione per coinvolgere anche chi si avvicina a SpellForce per la prima volta, dato che l’esperienza non è condizionata dalla conoscenza dell’universo creato dalla defunta EA Phenomic.

SPELLFORCE: CONQUEST OF EO, POSSO SPIEGARE TUTTO

Quel che è certo è che SpellForce: Conquest of Eo non ci getta allo sbaraglio nel campo di battaglia. Sono presenti infatti – ho voluto contarle – ben sessantadue guide che sviscerano il gameplay, ma non spaventatevi: chi come me preferisse lanciarsi subito nella mischia eventualmente adducendo la mancanza di informazioni come causa della disfatta, può imparare i fondamentali mentre già si diverte nella prima run, colmando eventuali lacune in seguito.

Ci troviamo dinanzi a uno strategico a turni 4X, più vicino a Civilization che a Warcraft

Ma come si gioca? Tutto il lore di SpellForce ruota intorno a eterne guerre tra maghi, e anche questa volta ne impersoniamo uno, benché semplice apprendista. Il nostro maestro è stato assassinato e dobbiamo cercare vendetta sconfiggendo i membri del Circolo, responsabili dei misfatto. Mi sarei aspettato una trama più articolata del classico “vendica il Maestro Buono ucciso dai Kattivoni” e chi sperava in un approfondimento dell’universo SF potrebbe rimanere deluso.

SpellForce: Conquest of Eo

Mi costa qualche malus, ma non capiranno nemmeno da dove arriva l’attacco.

Io che invece amo sguazzare nell’ignoranza e quando vedo arrivare tsunami di testo cerco spasmodicamente il tasto per skippare, sono contento così: storia essenziale e raccontata alla buona, lasciando spazio all’azione, che qui abbonda, a discapito di altre componenti.

GIOCHERÒ CON UN GUERRIER… AH, NO

Le classi disponibili sono Alchimista, Negromante e Artificiere, che, come i nomi suggeriscono, sono tutti maghi. E il ranger? Non c’è. L’healer? Neanche. Il tank? Nemmeno. Gli amanti delle botte da orbi comunque non disperino, poiché il nostro alter ego non scende personalmente in battaglia, inviando invece servitori che comprendono guerrieri, arcieri, altri maghi e tutte le unità che siamo abituati a vedere in giochi di questo tipo.

Il nostro alter ego non scende personalmente in battaglia, in sua vece invia guerrieri, arcieri, altri maghi e tutte le unità che siamo abituati a vedere in giochi di questo tipo

Dunque a che scopo creare un personaggio per poi non utilizzarlo? Per usarne i poteri. L’Alchimista è un esperto in buff e pozioni, il Negromante può creare numerosi eserciti di non morti, e l’Artificiere punta tutto sui potenziamenti. Nonostante quindi alla fine siano tutti maghi, il gameplay, la gestione delle risorse e la tattica dei combattimenti variano molto a seconda di chi si sta impersonando. I più meticolosi preferiranno crearsi un mago custom, che permette di personalizzare alcune abilità.

SpellForce: Conquest of Eo

La regola rimane sempre: tank in prima linea e ranger nelle retrovie.

Si passa successivamente a scegliere la zona di partenza, che può essere più o meno avara di risorse e più o meno ricca di nemici, determinando quindi una prima scelta del grado di sfida, per poi giungere finalmente alla selezione del livello di difficoltà, pensato per ogni tipo di giocatore, dall’ipercasual che vuole solo godersi la storia, all’hardcore amante di statistiche e formazioni dai movimenti precisi al pixel.

E SEI FORTUNATO CHE HO FINITO I PUNTI AZIONE!

Partiamo con un manipolo di disperati in un’ampia mappa esagonale, ricca di side quest, nella quale l’obiettivo principale rimane la raccolta di risorse per creare eserciti più potenti, magie più efficaci da inserire nel Grimorio, e nuove stanze della nostra fortezza. Mentre la fase esplorativa si riduce un po’ troppo al classico “vai in quel posto lì e fai quella cosa lì”, le battaglie sono il cuore di SpellForce: Conquest of Eo.

Mentre la fase esplorativa si riduce un po’ troppo al classico “vai in quel posto lì e fai quella cosa lì”, le battaglie sono il cuore del gioco

Una volta ingaggiato il nemico, la visuale zooma sensibilmente e anche gli esagoni diventano molto più piccoli, permettendoci di comandare ogni singolo gruppetto di unità del nostro esercito nel classico sistema a turni che si finisce sempre per confrontare con UFO: Enemy Unknown, il capolavoro del 1994 che ancor oggi tanti cuori scalda. Il sistema è quello classico, meraviglioso, di sempre. Abbiamo a disposizione tre punti azione per turno, che possono essere utilizzati per spostarsi, in un raggio più o meno ampio a seconda di quanti ne vogliamo spendere, o attaccare. Interessante notare come unità che non abbiano necessità di muoversi, ad esempio degli arcieri già con un nemico a portata di freccia, possano colpire tre volte disponendo di altrettanti punti azione.

SpellForce: Conquest of Eo

Alcuni nemici hanno una corporatura importante.

Trovarsi sotto il fuoco nemico quindi significa rischiare di subire ingenti danni, e vige la permadeath: una volta cadute, se non siamo in grado di resuscitarle, le truppe sono perdute per sempre. Magari proprio le nostre preferite che avevamo livellato con tanto amore scegliendo attentamente quali nuove skill assegnare. Non mancano i capisaldi del genere come il risparmio di punti azione per rispondere con più ferocia agli attacchi durante il turno nemico, la guardia per cercare di minimizzare i danni in attesa di rinforzi e l’attacco dai lati per far breccia nella difesa.

DIFETTUCCI? QUALCUNO

Ammetto di essere di parte, amando questo genere di giochi, ma questa sezione mi ha particolarmente esaltato, al punto da non capire la necessità di inserire l’opzione di – dico questa parola velocemente e a bassa voce come una bestemmia durante l’Eucarestia – autobattle. Avete capito. Si può skippare tutto questo tripudio di tattica e lasciare che l’AI determini l’esito dello scontro, ritagliandoci più tempo per compiere azioni random in attesa del prossimo scontro.

Oltre alla trama leggerina, i combattimenti coinvolgono poche unità e generalmente non durano oltre una manciata di minuti

La componente 4X infatti è appena accennata, e la possibilità di spostare a piacimento – non da subito, però – la nostra base cerca di mascherare l’assenza di costruzione e gestione di strutture avanzate. Ecco, ci siamo: è il momento di segnalare alcuni aspetti un po’ claudicanti.

SpellForce: Conquest of Eo

Si combatte un po’ ovunque, nelle foreste, nei deserti e in templi come questo.

Oltre una realizzazione tecnica di discreto livello ma nulla più – ma ammettiamolo, giocheremmo agli strategici a turni anche in grafica a caratteri ASCII – e alla già menzionata trama leggerina, i combattimenti coinvolgono poche unità e generalmente non durano oltre una manciata di minuti. Io li ho trovati ottimi così calibrati, poiché riesco a godermene molti in una sola sessione di gioco, ma c’è chi potrebbe trovare anche questa sezione troppo superficiale. Non è quindi detto che SpellForce: Conquest of Eo sia un passo avanti nella serie, ma mi ha divertito.

In Breve: Tutto è molto semplice e divertente in SpellForce: Conquest of Eo, e nonostante ci siano vari concetti da apprendere ci si può lanciare nella mischia fin da subito, imparando dai propri errori. Questo è comunque sintomo di un gameplay 4X un po’ scarno, in cui l’importante è quasi esclusivamente uscire vincitori dalle battaglie per avanzare nella storia principale e nelle side quest. I combattimenti a turni sono il piatto forte del gioco, tattici ma veloci al punto giusto, e non è difficile affezionarsi alle unità veterane e dispiacersi al vederle soccombere. Probabilmente l’offerta non accontenterà tutti i fan di SpellForce, ma sicuramente ne arruolerà di nuovi.

Piattaforma di prova: PC
Configurazione di prova: AMD Ryzen 9 6900HS, 16GB RAM, GeForce RTX 3080, SSD
Com’è, come gira: Sempre fluido al dettaglio massimo a 2560×1440, ma durante i movimenti delle truppe nemiche la telecamera a volte ci propone inquadrature scomode.

 

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Pro

  • Intuitivo, con una curva di apprendimento dolce / Il lore di SpellForce / Combattimenti a turni ben realizzati

Contro

  • La componente 4X è poco più che abbozzata / Storia banale se rapportata al franchise di cui fa parte
8.1

Più che buono

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