Veleggiando lontano dalla semplice struttura di Vader Immortal, il balzo compiuto dal primo Star Wars Tales from the Galaxy’s Edge riesce a mostrare gli ampliati confini di Quest 2. Stavolta si fa sul serio.
Sviluppatore / Publisher: ILMxLAB / Disney Electronic Content Prezzo: € 24,99 Localizzazione: Assente (sottotitoli in inglese) Multiplayer: Assente PEGI: 16+ Disponibile su: Oculus Quest, Quest 2
Per molti versi il nuovo titolo VR di ILMxLAB merita tranquillamente quell’80 che vedete in calce alla recensione, per altri lo stesso voto è una specie di scommessa verso il futuro delle Star Wars Tales, sorta di cocktail “lisergici” che promettono di portarci a spasso per diversi anfratti della galassia, avventura dopo avventura. Da notare che la definizione “Galaxy’s Edge” deriva da serie di fumetti e romanzi (o anche un’attrazione di Disneyland) che si diramano sotto lo stesso titolo.
Lo studio di Vader Immortal dimostra ancora di saper esaltare gli appassionati della saga, ma lo fa sfoggiando allo stesso tempo una profondità ludica sorprendentemente superiore e l’ambizione di costruire un ambiente solido, per la precisione una locanda tipica di Star Wars, da cui far partire le “storie” a cui fa riferimento il titolo. Storie in cui certo si brandirà la spada laser, ma dopo aver sparato come forsennati…
SHOOTING ON BATUU
Il nostro protagonista è un tecnico e commerciante che si trova sulla sua nave cargo vicino all’orbita di Batuu, quando il vascello di una perfida piratessa lo attacca costringendolo a una disperata fuga su una capsula di emergenza. Durante lo stesso prologo, tra piccole mansioni e l’abbordaggio dei pirati, viene spiegata la base del gameplay e, così, messo in chiaro che non ci troviamo di fronte alla minimale sostanza della trilogia su Vader.
il vero cuore del gioco è quello di uno shooter dalla difficoltà nemmeno così bassa, fondato su coperture e gran ritmo
La struttura da action adventure si dipana sulla superficie del pianeta, dove dovremo recuperare il prezioso cargo e faremo la conoscenza di un barista chiacchierone e un collega meccanico, i cui ruoli nell’economia di gioco – al di là della funzionale narrazione – ci risulteranno più chiari verso la fine dello storymode. Quest’ultimo traguardo non corrisponde alla fine dei contenuti, tanto da spingermi a un avvertimento: se non volete alcun spoiler su quella che, a ben vedere, è anche una dichiarazione di intenti sul futuro del gioco, una volta arrivati al titoletto “Dopo i titoli di coda” evitate di leggere il paragrafo centrale per mantenere intatta la sorpresa.
BLASTER DOPO BLASTER
Sotto il profilo del level design, Star Wars Tales from the Galaxy’s Edge sposta molto più in là le prospettive della piattaforma Quest, a maggior ragione per il nuovo modello. Le mappe sono più belle e definite di qualsiasi gioco visto fino a ora per l’all-in-one di Oculus, e drasticamente maggiore è anche l’articolazione delle coperture e il notevole sviluppo in verticale ai fini dell’azione sparatutto, complice un jetpack magari troppo banale nel funzionamento (alla fine ci innalza semplicemente di qualche metro) ma ben pensato in rapporto all’impostazione degli scenari. Le stesse ambientazioni sono scandite dall’incontro con due icone della saga, C-3PO e R2-D2, a cui sono connessi i più importanti obiettivi, ma il cuore del gioco rimane comunque ben saldo intorno alla densissima azione.
Sotto il profilo del level design, Star Wars Tales from the Galaxy’s Edge sposta molto più in là le prospettive anche tecniche della piattaforma Quest
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