Stellaris - Recensione

PC

Esiste l’amore a prima vista? Domanda difficilissima cui rispondere, e guardare per anni una giovanissima Marcuzzi che molestava ragazzi a caso su Colpo di Fulmine non mi ha aiutato a risolvere il problema. In ambito videoludico, però, sono fermamente convinto che esista l’amore a prima vista: provi un gioco per appena dieci minuti e capisci che è quello giusto, quello che ti accompagnerà per tutta la vita e che non ti deluderà mai. In preda all’entusiasmo annunci ai quattro venti che ti sei innamorato, che ormai è fatta, che non vedi l’ora di passare l’intera tua esistenza in compagnia della tua nuova fiamma e passi ore, al baretto con gli amici, a decantare le lodi del tuo amore. Però (c’è sempre un però) ancora non conosci a fondo la tua nuova metà: non sai se russa la notte, se ha un passato da agente segreto o se, in realtà, ha manie ossessivo compulsive con atteggiamenti violenti. Ebbene amici, per me Stellaris è stato davvero amore a prima vista, di quelli inaspettati e profondi che ti scombussolano l’esistenza: tutt’ora continuo a vedere il mio futuro insieme all’ultima opera di Paradox Interactive, magari mentre corriamo al rallentatore in mezzo a un campo di papaveri e ci teniamo per mano (?), eppure sto ancora imparando a conoscere i suoi piccoli e grandi difetti. Certe cose ti fanno parecchio storcere il naso, ma ormai sei completamente innamorato: giustifichi, pensi che sia un problema momentaneo e che riuscirà a migliorare, ma non ne sei così certo. La parte più difficile di questa recensione, oltre al fatto che non ho ancora parlato del gioco, è cercare di mettere da parte i miei forti sentimenti e ammettere l’esistenza dei suoi difetti, piccoli e grandi che siano. Perdonami, Stellaris, continuerò comunque ad amarti.

AGORAFOBIA

Stellaris è enorme. Si rischia quasi di soffrire di agorafobia innanzi alla grandezza dell’ultima opera Paradox, e non perché il gioco è ambientato nel bel mezzo dello spazio siderale, ma perché offre talmente tante informazioni, variabili e libertà d’azione da lasciare a bocca aperta chi è poco pratico dei vecchi titoli della casa svedese.

stellaris recensione pc steam

Con Stellaris è stato davvero amore a prima vista

Abbiamo il primo assaggio della sua maestosità sin dalla scelta della nostra razza: attualmente sono presenti sei classi di esseri viventi, dai mammiferi ai molluschi, ognuna con una valanga di ritratti tra cui scegliere. Ciò però è solo l’aspetto esteriore dei nostri pupilli spaziali, e per finire la creazione dobbiamo scegliere ogni loro minima caratteristica: bioma preferito, tipo di cultura, mentalità, longevità della razza e chi più ne ha più ne metta. Vogliamo creare la nostra fiera dinastia di bradipi guerrafondai e schiavisti? Nessun problema. Meglio pappagalli pacifisti e fondamentalisti religiosi? Fattibile! Funghi xenofobi guidati da una plutocrazia? Sì, anche questo è possibile, ed è solo l’inizio. Aggiungeteci anche il pieno supporto di Steam Workshop e le possibilità diventano davvero infinite.

CHROMETOFOBIA

I primi passi nell’universo non sono affatto facili e il tutorial non ci aiuta particolarmente, dandoci giusto qualche indicazione sui comandi principali e indicandoci le primissime azioni da compiere per arrivare alla vittoria. Nonostante Stellaris sia in assoluto il titolo Paradox più semplice da apprendere, si può rimanere facilmente spaventati durante i primi minuti; tuttavia, una volta superati i primi scogli e apprese le nozioni fondamentali per allargare i propri domini, diventa veramente impossibile staccarsi da questo 4X, arrivando senza problemi a passare la notte in bianco pur di portare alla gloria la propria specie.

I punti influenza sono una vera e propria novità del genere, che cambia radicalmente il modo di giocare le varie razze

La primissima particolarità da “accettare” è l’assenza di turni: proprio come accade in Crusader Kings o Europa Universalis, in Stellaris lo scorrere del tempo è costante, anche se non manca certamente la possibilità di mettere in pausa per meglio comprendere i vari eventi che accadono nell’universo. L’interfaccia è meravigliosamente pulita e intuitiva, e le poche finestre richiamabili grazie a semplici click in giro per la schermata sono più che sufficienti per tenere d’occhio l’andamento della propria fazione, l’immancabile ricerca ed eventuali editti politici che modificano il comportamento dei propri pupilli spaziali. Le risorse sono poche ma sfruttate a dovere: ci sono i crediti energetici, valuta utile per tenere in funzionamento le strutture e le truppe sparse per i propri domini; i minerali, invece, sono fondamentali per costruire qualsiasi cosa ci passi per la mente; abbiamo poi i punti ricerca, divisi in tre scuole indipendenti tra loro; e infine ci sono i punti influenza, vera e propria novità del genere e che cambia radicalmente il modo di giocare le varie razze. Tramite questi ultimi, difatti, è possibile arruolare leader da mettere al comando di armate, laboratori o addirittura interi settori della galassia, costruire avamposti militari per allargare i propri domini, emettere editti e leggi validi in tutti i nostri possedimenti (o solo in qualche specifico pianeta) e costruire particolari strutture in giro per l’universo. A differenza delle altre risorse, è veramente difficile accumulare punti influenza: il modo migliore per farlo è dichiarare rivali altre razze aliene, rischiando però di incappare fin troppo spesso in scomode guerre; d’altro canto una razza pacifista, che magari si ritrova all’interno di una federazione galattica, può rimanere rapidamente priva di questo tipo di risorsa, ma ha ben altri vantaggi dovuti alla presenza dei suoi alleati. L’esser costretti a giocare in maniera completamente diversa razze con mentalità agli antipodi è, senza dubbio, uno dei punti di forza di Stellaris.

TRAUMATOFOBIA

Ciò che mi ha fatto innamorare perdutamente di Stellaris è la sua capacità di creare un personalissimo racconto per ogni partita compiuta. Volete alcuni degli eventi in grado di “scrivere la nostra storia” ed entusiasmarci ad ogni singola partita? C’è l’insieme di razze presenti nell’universo, con protagonista ovviamente la propria creazione (magari condita da un briciolo di roleplay); ci sono poi gli eventi più o meno casuali dettati da ricerche compiute o fallite; o ancora, incontri con razze dalla tecnologia arretrata, il cui risultato dipende dal modo in cui vogliamo interagire con esse; infine, non manca la presenza di antichi imperi caduti e di creature spaziali.

L’Intelligenza Artificiale si comporta bene e ci aiuta a rendere credibile questa enorme pantomima, e se è in grado di stupire quando si parla di alleanze e federazioni, lascia purtroppo con un po’ d’amaro in bocca sotto il versante bellico. I nemici sanno dove colpire duro, ma con la vittoria ormai in pugno non riescono a dare il colpo di grazia dando vita a guerre lunghe, estenuanti, ripetitive e inutili. Le armate in lotta tra loro mettono in crisi il PC, aggiungendo anche il frame rate come vittima casuale dei laser sparati dalle corvette aliene. La stessa gestione delle guerre sarebbe potuto essere un pochino più snella: spesso si combatte per il possedimento di un paio di pianeti alla volta, laddove si cade in un circolo vizioso in cui si producono navi da guerra (fino a raggiungere il limite di flotta imposto dalle caratteristiche del proprio impero) che vengono mandaye al fronte per essere inevitabilmente distrutte, per poi ricominciare da capo.

PHILOFOBIA

Così, con il cuore spaccato in due, da un lato abbiamo un titolo in grado di meravigliarci ora dopo ora per la quantità di piccoli e grandi eventi in cui incapperemo; dall’altro, invece, un videogioco che parte lentamente e che non accenna a migliorare, rischiando di incagliarsi in situazioni scomode e ripetitive. Comunque sia, Stellaris è una gemma appena nata, che come i precedenti titoli Paradox è in continua crescita e miglioramento, e tra una patch ufficiale e qualche interessante mod creato dagli utenti è in grado di tenerci incollati allo schermo da qui fino alla fine dell’eternità. Quello che provo verso Stellaris è effettivamente amore perché, nonostante i suoi difetti, continuerò a perderci le notti sopra, a cantarne le lodi e a chiudere un occhio verso i suoi piccoli grandi difetti. Nonostante non sia un esempio di perfezione assoluta, Stellaris è diventato in pochissime ore il mio strategico preferito.

Stellaris è effettivamente grande come l’universo, tanto che si rischia di perdersi tra le tante informazioni disponibili e l’enorme libertà concessa al giocatore. Il titolo Paradox riesce a emozionare, divertire e far arrabbiare il giocatore in maniera meravigliosa, grazie a uno stile narrativo legato alle scelte compiute durante i vari eventi in cui incappiamo durante la conquista della galassia. Oltre ai pregi non mancano anche i difetti, sia legati a una IA che stupisce in positivo ma anche in negativo, sia a situazioni stagnanti, legate a un sistema bellico non proprio funzionale. Stellaris è una stella appena nata, e non può che crescere e migliorare sia per opera di Paradox stessa, sia per merito degli utenti tramite Steam Workshop.

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Pro

  • Grande libertà.
  • Colonna sonora meravigliosa.
  • Ogni partita è una storia da raccontare.

Contro

  • IA a volte deludente.
  • A volte lento e ripetitivo.
8

Più che buono

Si ostina pervicacemente a usare un portatile che non vorrebbero più nemmeno al Museo della Scienza e della Tecnica, oltre a vestirsi come Padre Maronno. Abita con un pappagallo che ha chiamato Chocobo, ma non crediamo abbia mai provato a cavalcarlo per davvero (o almeno c’è da sperarlo).

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