Sono sincero: per quanto non apprezzi la piena totalità delle opere Telltale, l’annuncio di una controparte videoludica della serie tv di Stranger Things ad opera loro era notizia gradita dal sottoscritto, in quanto la stessa impostazione narrativa dello show televisivo aveva tutti i presupposti per essere snocciolata – in modo inedito e non – dalla formula Telltale grazie alle diverse ambientazioni, i tanti personaggi e le relazioni che si sviluppano tra di loro. Chiusa la stessa Telltale, il progetto Stranger Things venne sepolto definitivamente, per poi essere ripreso dagli sviluppatori texani di BonusXP che, dopo una buona prova con un primo gioco mobile sempre dedicato alla serie, arrivano alla loro prova più matura e sotto i riflettori di tutti con Stranger Things 3: The Game, un tie-in fedelissimo al terzo ciclo di episodi della serie di successo targata Netflix.
Il titolo, sviluppato con la classica pixel art, questa volta immersa in un gioco a visuale isometrica, riprende tutti gli elementi di successo del gioco mobile per ottimizzarli e infiocchettarli (anche) in direzione GDR. Difatti, per quanto catalogabile come una sorta di picchiaduro a scorrimento in 2.5D, andando avanti con i capitoli che ripercorreranno di pari passo tutti gli otto episodi della terza stagione, scopriremo una struttura di gioco ben più complessa di come potrebbe apparire in superficie.
SUZIE, MI RICEVI?
Switchando tra la dozzina di personaggi disponibili, rigorosamente da sbloccare andando avanti con le quest e scoprendo piccoli segreti, su schermo esploreremo la mappa con due personaggi, dove sovviene anche la possibilità di giocare in co-op locale con un altro amico, ma in mancanza di questo ci pensa l’intelligenza artificiale a muovere il nostro partner mentre avremo solo la possibilità di fornirgli indicazioni di movimento, finalità utile nei tanti puzzle ambientali e nel classico gioco di pressione di doppi pannelli simultaneamente. Essendo un fedelissimo tie-in, la storia ripercorrerà senza indugio le otto puntate della terza stagione, quindi viene diretto il consiglio di finire prima la serie tv per poi approfondire solo in seconda battuta la controparte videoludica.
la resa grafica in pixel art restituisce una soddisfacente sensazione di piacevolezza nel giocare il titolo
DIFFICOLTÀ DIABOLICA
Al netto di quanto possa sembrare all’apparenza, Stranger Things 3: The Game è un titolo davvero difficile, con una curva di sfida impegnativa, almeno per quello che concerne la risoluzione di enigmi ambientali da completare per andare avanti con il gioco, arrivando a maledire tutte quelle quest che ci richiederanno di trovare un particolare oggetto, usando solo gli indizi e con l’indicatore della mappa spento, o peggio, i bassifondi della biblioteca di Hawkins, con un simpatico architetto che ha sviluppato la planimetria del suddetto edificio alternando in modo speculare anche nei meccanismi i generatori di potenza, le porte e le stanze. Trovare un libro, non è mai stato così difficile.
Stranger Things 3: The Game è un titolo davvero difficile, con una curva di sfida impegnativa
Stranger Things 3: The Game si è dimostrato un titolo ben più maturo e complesso di quello che ci si poteva aspettare, avendo tutto ciò che serve per intrattenere per molte ore: quest secondarie, sistema di combattimento e abilità uniche, personaggi da sbloccare, infarinatura di meccaniche GDR e possibilità di picchiare Demogorgoni e Mind Flayer a ripetizione. Il dolce perfetto e gustoso da accompagnare alla portata principale presente su Netflix.