Stray Blade – Recensione

PC PS5 Xbox Series X

Ah, Acrea! Valle incantata, in cui la natura più lussureggiante vive in armonia con le sontuose creazioni degli Elessini, utilizzatori saggi e benvoluti dei poteri arcani. Anche se a giudicare da come la troviamo in Stray Blade, il volantino promozionale che ci è giunto non deve essere aggiornato…

Sviluppatore / Publisher: Point Blank / 505 Games Prezzo: 34,99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 16 Disponibile Su: PC (Steam), PS5, Xbox Series X|S Data di Lancio: Già disponibile

Per alcuni, la reazione a un nuovo gioco che non fa mistero di ispirarsi a Dark Souls e alle sue meccaniche è uno sconsolato “no, ancora soulslike?”. Io invece la vedo diversamente: la mia reazione è un entusiasta “no, ancora soulslike!”, perché il genere mi piace davvero un sacco e non penso che mi stuferei mai di giocarne.

Certo, possibilmente preferirei che gli esponenti di questo genere che non portano la firma di From Software riuscissero a mantenere un livello non dico paragonabile, ma almeno di buona qualità. Ma non è sempre così, vero Stray Blade?

STRAY BLADE, MA CHE TU SEI?

In realtà, Stray Blade appartiene ai soulslike solo nell’accezione più larga del termine, visto che la componente di crescita del personaggio non è associata a statistiche e numerini; per questo motivo, gli sviluppatori di Point Blank ci hanno tenuto a sottolineare che il loro gioco non è un action rpg ma un action adventure con elementi da soulslike e da metroidvania; un insieme, insomma, che se volessi far scoppiare una vena agli amanti delle etichette precise e ben delineate potrei definire come “soulsvania”. I rimandi alla serie Souls si concretizzano infatti nella presenza di un indicatore della stamina che regola attacchi e azioni difensive, di un’ampia varietà di armi ciascuna caratterizzata da un suo moveset, e dall’importanza che il gioco pone all’osservare con attenzione gli attacchi degli avversari, pena un rapido ritorno al punto di respawn più vicino.

stray blade combina elementi da action adventure, da soulslike e da metroidvania

Gli elementi metroidvania sono invece dati dal fatto che sconfiggere ciascuno dei tre boss “intermedi” permetterà al protagonista Farren di utilizzare nuove abilità: nello specifico, il teletrasporto verso piattaforme apposite o nemici, la creazione di esplosioni laviche e strutture rocciose, e la capacità di rendere solide strutture prima invalicabili. Questo, naturalmente, non sarà funzionale solo alla progressione ma permetterà anche di accedere ad aree prima a noi precluse, anche se va chiarito che fare ciò ci permetterà di scovare al massimo risorse per la creazione o progetti per armi speciali. Niente vero finale da sbloccare completando il cento per cento della mappa, mi dispiace.

Stray Blade recensione

Queste strane radici indicano una scorciatoia. Non ignoratele!

la possibilità di sbloccare scorciatoie e passaggi farà la gioia di chi ama i mondi interconnessi

Avevamo già avuto il… non particolare piacere, a essere onesti, di provare Stray Blade in sede di anteprima, ma se non altro possiamo apprezzare il fatto che rispetto a qualche settimana fa i passi in avanti si notino. Anche nella sua versione attuale, però, il gioco di Point Blank fatica a sorprendere. Partiamo da quello che c’è di buono: c’è sicuramente stato un lavoro non indifferente nella creazione del mondo di gioco, piuttosto ampio se consideriamo che stiamo parlando di uno studio di sviluppo relativamente piccolo; molte delle sue aree, poi, faranno la gioia di chi ama i mondi di gioco interconnessi, con la frequente possibilità di sbloccare scorciatoie e aprire passaggi che renderanno molto più agevole tornare sui nostri passi. C’è anche un buona cura nelle animazioni di combattimento e nella loro varietà, forse quasi (anzi senza forse, e senza quasi) più per quanto riguarda i nemici che non Farren, che comunque non se la cava male. Anche la storia, per quanto non manchi di caratteri decisamente cliché (i regnanti di questa zona sono impazziti per il troppo potere e hanno iniziato a sfruttare i loro sottoposti, il solito insomma), non manca di presentare qualche elemento più introspettivo, riflettendo su quanto il nostro passato e le nostre origini debbano davvero definirci; e sono rimasto anche piacevolmente colpito dalla qualità del doppiaggio inglese, sia per quanto riguarda il nostro compagno di viaggio Boji che le due voci disponibili per Farren West (maschile e femminile).

NON È TUTTO INTIO QUEL CHE LUCCICA

Detto questo, ci sono anche tanti dettagli che convincono poco. Partiamo da quello che è un aspetto centrale di Stray Blade, cioè il suo combattimento: questo si basa su un sistema di parate e schivate. Prima di ogni attacco, l’avversario brillerà di azzurro o di rosso, a seconda di quale delle due azioni difensive sia quella corretta. Meccaniche che è importante riuscire a padroneggiare, ma che allo stesso tempo non sempre danno la giusta ricompensa, sopratutto la parata: mi è capitato in più di un’occasione, e contro nemici diversi, di parare con giusto tempismo un attacco, attaccare a mia volta, e venire colpito da un nuovo attacco dell’avversario, o di vederlo allontanarsi illeso con una piroetta. Se tutti i nemici hanno molteplici attacchi a disposizione, alcuni hanno però una tendenza a focalizzarsi solo su un elemento del loro repertorio. Mi è capitato per esempio con il generale di Manninite, con il primo boss principale, e con il generale di Intio; quest’ultimo, poi, aveva anche qualche problema di targeting, visto che oltre a continuare a tirare cornate per terra (la stessa sequenza di mosse si è ripetuta 6-7 volte di fila), l’attacco partiva sempre quando si trovava decisamente troppo lontano per colpirmi.

Il potere che abbiamo da poco sbloccato aiuta contro le masse di nemici… ma in linea di massima è meglio affrontarli uno per volta.

Stray Blade presenta un generale senso di poca pulizia, non solo nel combattimento

Non aiuta a rendere piacevoli i combattimenti nemmeno un sistema di lock-on che talvolta decide di fare di testa sua e agganciare il nemico più lontano invece che quello che abbiamo di fronte, i comandi non sempre reattivi quanto dovrebbero, e un bilanciamento delle armi che fa spesso storcere il naso (e tenete presente che la progressione ruota attorno alla maestria delle armi, quindi dovremo usarle almeno per un certo periodo un po’ tutte). In generale, lo scarso senso di pulizia si nota da tante piccole cose, come un’icona e una descrizione nel posto errato nel menù delle abilità, sovrimpressioni che persistono più del dovuto, e anche da un comparto tecnico troppo pesante per ciò che si vede a schermo; credo sia evidente dalle immagini qui intorno come il dettaglio grafico non sia certo il punto di forza di Stray Blade, ma allo stesso tempo questo non gli ha occasionalmente impedito di scendere sotto i 60 frame al secondo su un hardware che dovrebbe essere più che in grado di reggerlo. Ultima nota: all’avvio del gioco, l’opzione selezionata di default è “Nuova Partita”, in un gioco che ha un solo slot di salvataggio. Stray Blade ci avviserà che stiamo per sovrascriverlo, ma il tasto evidenziato nella finestra di apertura è “Conferma”. Occhio se siete il tipo di giocatore che sfonda il tasto X del controller per saltare i video di lancio prima possibile.

In Breve: Spiace essere severi con un team che comunque si trova al suo primo progetto con un certo seguito dietro, ma c’è poco da fare: Stray Blade è un gioco al massimo discreto. Non manca qualche pregio qui e lì, così come si vede che dietro c’è passione e voglia di fare, ma il risultato finale non lascia certo il segno.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: RTX 3060, Ryzen 3600, 16 GB RAM, SSD NVMe
Com’è, Come Gira: Visivamente non è neanche così malvagio anche se la direzione artistica non è molto ispirata, ma la cosa che lascia più perplessi è l’ottimizzazione altalenante in rapporto a un dettaglio grafico sicuramente non spaccamascella.

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Pro

  • Il combattimento sa regalare soddisfazioni / Un’ampia mappa dal design interconnesso.

Contro

  • Generale mancanza di pulizia / Armi non sempre ben bilanciate.
7

Buono

Dai monti del Trentino scende Marco Bortoluzzi – figurativamente, s'intende, perché per smuoverlo dal suo paese servono le cannonate. Non chiedetegli mai perché ha giocato così tanto a Dota 2.

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