I lottatori di Capcom invadono nuovamente le strade per dare inizio a una nuova generazione, accogliendo tra le loro fila davvero tutti in Street Fighter 6.
Sviluppatore / Publisher: Capcom / Capcom Prezzo: € 74,99 Localizzazione: Testi Multiplayer: Competitivo online e locale PEGI: 12 Disponibile su: PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox Series X|S, Steam Data di uscita: 2 giugno
A conti fatti, la cosa migliore di Street Fighter 6 è il suo prendere le distanze da Street Fighter 5, un capitolo contraddistinto da molte scelte coraggiose, non tutte giuste. La ricerca di una spiccata unicità tra i suoi lottatori ne è un esempio: V- Skill e V-Trigger erano facili da assimilare in un cast limitato come quello del vanilla, ma dopo anni di interminabili DLC un neofita si trovava a sbattere la testa contro un muro di mattoni per apprendere tutte le meccaniche necessarie a competere dignitosamente con chi aveva seguito lo sviluppo del gioco mese dopo mese.
LE NUOVE REGOLE DI STREET FIGHTER 6
Il Drive Gauge è un coltellino svizzero dai molteplici usi, tanto importante da risparmiarvi addirittura il chipping damage finché i cinque segmenti che lo compongono resteranno al loro posto. Sacrificandoli potrete attivare le mosse EX, alzare una parata (Drive Parry) continua, irrompere con un coreografico attacco chiamato Drive Impact con cui assorbire un paio di colpi e spezzare la guardia avversaria quando il nemico è rintanato all’angolo; addirittura è possibile interrompere un attacco concatenabile e scattare subito in avanti con il Drive Rush per proseguire l’assalto, dando vita a combinazioni altrimenti impossibili.
La cosa migliore di Street Fighter 6 è il suo prendere le distanze da Street Fighter 5
Alla peggio, potreste consumare la preziosa risorsa ed entrare nel vulnerabile stato di Burnout, uno scenario da evitare a ogni costo. Come si imparano queste cose? Combattendo, certo, ma ancora prima facendo una lunga sosta nella riuscita sezione dedicata alla pratica, uno dei migliori strumenti formativi in circolazione, parlando di picchiaduro.
Reputo fondamentale sottolineare l’accessibilità della modalità pratica
LARGO ALLA NUOVA GENERAZIONE
Artisticamente trovo Street Fighter 6 splendido, animato dal RE Engine che conferisce alla produzione una marcia in più rispetto al capitolo precedente. Evidente il salto qualitativo nei fondali, dotati di una convincente profondità rispetto a quelli opachi e anonimi di SF5, mentre i modelli poligonali trasmettono grazia e ipertrofica potenza. Sotto questo aspetto non c’è molto di cui lamentarsi, con una scelta eclettica che comprende gli otto classici World Warriors assieme ad altri dieci volti che annoverano vecchie conoscenze e nuovi guerrieri. Il character design è particolarmente convincente ed eccentrico (Marisa, la carismatica virago italiana, è già oggetto di un’accanita fanbase!), trionfando in un campo in cui i vecchi rivali di SNK paiono aver esaurito da tempo le proverbiali cartucce.
Di contro, diciotto personaggi non sono un numero particolarmente esaltante, specie se consideriamo che ce ne sono altri quattro pronti a unirsi alle danze come DLC da qui a un anno. Il mercato dei picchiaduro, si sa, oramai funziona così, ed è comunque consolante la prospettiva di ricevere aggiornamenti e fix frequenti laddove eravamo costretti a sborsare duecentomila lire l’anno per aggiudicarci la nuova versione di Street Fighter 2 di importazione, ai tempi del Super Famicom.
Se il character design è particolarmente convincente ed eccentrico, la quantità di personaggi tra gioco base e DLC in programma non è esaltante
MA STAVOLTA C’È ALMENO LA MODALITÀ ARCADE?
Particolare attenzione è stata rivolta alle sacrosante critiche sorte dalla carenza cronica di opzioni per il gioco in locale che hanno colpito SF5 sin dalle prime battute. Stavolta potete sbizzarrirvi nella sezione Fighting Grounds con la classica modalità arcade, scegliendo se affrontare cinque o dodici combattimenti al termine dei quali ogni lottatore fronteggerà un avversario designato, scoprendo nel frattempo attraverso disegni iniziali e finali le trame ordite all’ombra della piccola nazione asiatica di Nayshall, in un mondo oramai libero dalla minaccia di Shadaloo. La modalità VS permette di sfidarsi in maniera meno formale uno contro uno o a squadre, mentre le pazze battaglie speciali vedono due contendenti azzuffarsi tra regole e modificatori bizzarri in scontri sopra le righe non dissimili dai Deathmatch del buon vecchio World Heroes. Volete un match dove vince chi atterra cinque volte l’avversario facendo nel frattempo i conti con le cariche di uno stizzoso toro? Niente di più facile.
L’elemento più gustoso è però il World Tour, un’avventura con elementi da gioco di ruolo in cui l’avatar del giocatore (da creare con un editor incredibilmente completo) intraprenderà un lungo viaggio di formazione alla ricerca del significato della vera forza, finendo invischiato praticamente da subito in una cospirazione che chiarirà i retroscena del mondo di Street Fighter 6. Se siete alle prime armi, potete considerarlo come l’ennesimo strumento di apprendimento, tanto che all’inizio è contemplato il solo sistema di controllo Moderno (ci arriviamo tra un po’) e le nuove meccaniche verranno introdotte e spiegate con calma strada facendo.
Nel World Tour il nostro avatar potrà essere plasmato liberamente, creando moveset impensabili dal repertorio di Street Fighter
Battete le palpebre per un istante di troppo tra le strade di Metro City e rischiate di perdervi il dojo di Dan Hibiki, Carlos di Final Fight 2 nella sua nuova professione di vigilante o il vecchio Retsu direttamente dal capostipite della saga, perennemente assorto nel ricordo di “quel giovane karateka” e (questa è per pochi) pronto a snocciolare il suo sermone riguardo gli altri tizi fortissimi che ti aspettano nel mondo.
Battete le palpebre per un istante di troppo a Metro City e rischiate di perdervi delle chicche
I VERI WORLD WARRIOS
Street Fighter 6 offre ben tre stili di controllo, dove quello canonico (Classico) a sei pulsanti che tutti conosciamo è il punto più alto. Nel sistema Dinamico gli attacchi vengono decisi dall’AI, mentre in quello Moderno le mosse speciali si ottengono con la pressione di un tasto, relegando le normal a tre input di intensità crescente.
Street Fighter 6 offre ben tre stili di controllo: Classico, Dinamico e Moderno
Qualunque sia la scelta, il gioco online è risultato generalmente molto solido, frutto di un codice Rollback creato da zero e che ci ha restituito buonissime sensazioni durante le sessioni di prova. L’accesso diretto a amichevoli e classificate può avvenire comodamente nella sezione Fighting Grounds, ma se vi sentite particolarmente socievoli potete esordire con il vostro avatar nella Battle Hub, ovvero il cuore dei prossimi eventi online dove sfidare gli alter ego degli altri giocatori sfoggiando le tecniche apprese nel World Tour o davanti a un bel cabinato, seguire le partite dei più promettenti e chiacchierare con la community.
A tempo perso nulla vi vieta di farvi qualche partita a classici come Magic Sword e Final Fight
In Breve: Street Fighter 6 è Capcom che si rialza dopo il mezzo scivolone del capitolo precedente, prendendo nota di cosa non andava e trovando il coraggio di perfezionare ulteriormente il sistema di combattimento della sua serie più celebre, immaginando meccaniche convincenti ed esprimendo la volontà di aprire i combattimenti al più vasto pubblico possibile. Il risultato è assolutamente consigliato.
Piattaforma di Prova: PlayStation 5
Com’è, Come Gira: 60 fps garantiti sempre e comunque negli scontri “ufficiali”, ma attivate celermente la modalità Prestazioni prima di entrare nel World Tour per evitare di assistere a combattimenti alla moviola, una roba che non voglio vedere nemmeno di sfuggita su una PS5 nel 2023. La versione digitale del gioco (quindi quella in nostro possesso) è divisa in tre pacchetti che potete istallare o meno a piacimento, ciascuno dedicato a una singola sezione: una scelta utilissima per gli organizzatori di tornei o per chi è sempre a corto di spazio sull’hard disk.