Il monitor VG27AQ appartiene alla linea di prodotti TUF Gaming, caratterizzati principalmente per la loro essenzialità. Non parliamo quindi dei prodotti più elaborati e costosi di ASUS, che solitamente vengono “brandizzati” ROG Gaming, ma di una linea più mainstream che “bada al sodo”, sfrondando tutti gli orpelli accessori e proponendo solo le tecnologie più utili, a un prezzo che potremmo tranquillamente definire “intermedio”. Questo schermo da 27” rientra perfettamente nella descrizione, presentandosi al pubblico a un prezzo iniziale di 569 euro IVA compresa. Non sono certo due lire, lo sappiamo, ma crediamo che sia giustificato dalla qualità e dalle caratteristiche del prodotto.
ESSENZIALE NELL’ASPETTO
Intuiamo subito che non ci siano molti vezzi fin dall’installazione: lo schermo è adagiato nella scatola in posizione “tiltata” con la staffa posteriore già montata nel suo alloggiamento standard VESA da 10 cm e, per allacciarlo alla base, basta montare quest’ultima nell’apposito slot e ruotare una vite. Punto. Credo che VG27AQ sia uno dei monitor gaming più semplici e rapidi da montare che mi siano capitati in mano negli ultimi mesi e, questo, è sicuramente un punto a favore. Né la base, né il pannello posteriore, mostrano luci colorate o altri orpelli estetici di dubbia utilità: costi che ASUS ha preferito dirottare sulla qualità costruttiva generale del dispositivo, che appare solido ed elegante, nelle sue linee assolutamente essenziali. Lo schermo, quasi del tutto privo di bordi, si può ruotare di 90° e usare in posizione verticale; si può ruotare e alzare a piacimento e, sul lato inferiore, troviamo tutte le sue porte di ingresso: una DisplayPort 1.2, due HDMI 2.0, l’ingresso per l’alimentatore (esterno) e l’uscita stereofonica per le cuffie. Mancano i vecchi connettori per attrezzature analogiche, SVGA, DVI: una scelta che probabilmente non piacerà a chi dispone di vecchi computer e vorrebbe usare anche quelli, ma che appare del tutto giustificata dal ‘target’ del prodotto, pensato per l’uso con schede video compatibili con FreeSync o G-Sync. Il pannello, infatti, supporta frequenze di aggiornamento variabili tra i 48 e i 144 Hz attraverso gli ingressi HDMI, che possono salire addirittura a 165 Hz tramite DisplayPort e, particolare assolutamente gradito, nella scatola el VG27AQ è fornito anche un esemplare di entrambi i cavi. Un accorgimento importante, perché ci è capitato di perdere il segnale video utilizzando, per sbaglio, un cavo vecchio ed evidentemente inadatto.
RICCO DI FUNZIONI
Il pannello utilizzato dal VG27AQ è di tipo IPS, ha una risoluzione di 2.560×1.440 pixel e una profondità di colore di 8 bit per canale, quindi 16,7 milioni di colori complessivamente. Il pannello dispone di una luminosità massima di 350 cd/m², contrasto 1000:1 e non supporta il local dimming. Tutti questi dati, insieme, pongono qualche dubbio sull’effettiva capacità, dichiarata dal produttore, di supportare l’HDR10. In effetti lo schermo riceve correttamente i dati dell’HDR e li interpreta come può contrastando meglio le immagini, ma un risultato ottimale richiederebbe un pannello più adeguato. Non a caso, è certificato solo per la prima versione del FreeSync ma, nonostante il supporto all’HDR, manca la certificazione per FreeSync 2. In compenso, Nvidia ha classificato questo schermo “compatibile con G-Sync”, per cui possiamo tranquillamente soprassedere sull’HDR e bearci piuttosto di una caratteristica ben più utile a noi videogiocatori: la possibilità di variare dinamicamente la frequenza di lavoro dello schermo per evitare il tearing. Serve una scheda video compatibile e, per mantenere il giusto framerate a quella risoluzione, deve essere anche piuttosto costosa ma, se non altro, non siamo per forza costretti a scegliere il produttore della GPU sulla base dello schermo: Radeon e GeForce andranno bene ugualmente.
EXTREME LOW MOTION BLUR
La caratteristica saliente del VG27AQ è sicuramente la tecnologia ELMB, pensata per ridurre l’effetto di sfocamento nelle immagini in movimento (motion blur). Per spiegare come funziona, dobbiamo fare due passi indietro e tornare ai vecchi monitor CRT, che in realtà restavano ‘spenti’ per la maggior parte del tempo ma, solo grazie alla persistenza delle immagini sulla rètina dei nostri occhi, apparivano invece costantemente illuminati durante il loro funzionamento: in realtà, a essere illuminata era solo la parte colpita dal fascio di elettroni che, 50 o 60 volte al secondo, percorreva tutte le righe dello schermo dall’alto verso il basso, componendo in questo modo ciascun fotogramma. Noi esseri umani non potevamo accorgercene, ma proprio la scarsissima persistenza delle immagini sullo schermo impediva l’emergere di due problemi ben noti a chi ha acquistato, vent’anni fa, i primi schermi LCD: le scie e lo sfocamento delle immagini in movimento. Entrambi i fenomeni erano dovuti da una parte al funzionamento dei pannelli, che erano costantemente retroilluminati anche nelle fasi di aggiornamento dei fotogrammi, e dall’altra alla persistenza delle immagini nei nostri bulbi. La tecnologia ELMB non fa altro che interpolare a ogni fotogramma un’immagine completamente nera, come se spegnesse completamente lo schermo tra un fotogramma e l’altro. Una tecnica che ha i suoi svantaggi, perché riduce visibilmente la luminosità dell’immagine e impedisce – per esempio – l’uso dell’HDR, ma che trova nell’implementazione di ASUS una graditissima novità: funziona anche in abbinamento con FreeSync e G-Sync. Già, la buona notizia è che il produttore ha trovato modo di adattare questa tecnica “stroboscopica” non solo alle frequenze fisse di 100 o 120 Hz (come avveniva su altri monitor), ma anche alle frequenze variabili delle modalità VRR (variable refresh rate) di Radeon e GeForce. Personalmente, ho preferito tenere attiva questa opzione per quasi tutta la durata della prova, perché ritengo lo scambio vantaggioso: è vero che lo schermo fa meno luce, ma le immagini in movimento risultano assolutamente più stabili e definite. E teniamo presente che sto parlando di una frequenza di refresh pari a 144 Hz, quindi doppia rispetto ai 75 Hz che, solo 10 anni fa, ancora costituivano un ‘must’ per i pannelli più grandi.
PRESET E PROFILI ACCESSORI
Possiamo accedere a tutte le funzioni del monitor VG27AQ grazie a un piccolo joypad posizionato sul lato posteriore destro dello schermo, molto comodo da raggiungere tramite il dito indice della mano destra. I menu sono piuttosto semplici da capire, anche perché è disponibile la loro traduzione in lingua italiana. Magari sulle prime può essere difficile comprendere perché alcune funzioni appaiano disponibili e altre no, ma questo avviene sulla base del collegamento al computer (tramite HDMI o DisplayPort) e del segnale in arrivo dalla scheda video. Per esempio, una volta collegato il cavo è possibile che il computer continui a ‘uscire’ a 60 Hz invece che a 144 o a 165 e che, per tanto, tutte le funzioni che richiedono l’uso di framerate superiori appaiano ingrigite. Basterà aprire il pannello di controllo dei driver della scheda video e alzare la frequenza per risolvere il problema. Se la vostra scheda video non supporta né FreeSync né G-Sync, ovviamente, tutte le funzioni relative al VRR e all’ELMB non saranno disponibili. I menu ci consentono di calibrare il monitor come più ci piace, ma con alcune peculiarità. Per esempio, in nessun caso ci viene data la possibilità di operare sulla gamma del colore, ma possiamo ovviare facilmente agendo su luminosità, contrasto e punto del bianco. Lo schermo dispone infatti di diversi preset per gaming e film e, una volta trovate le impostazioni che preferiamo, possiamo salvarle in uno dei tre profili utente disponibili. Il VG27AQ mette a disposizione anche un “filtro per le luci blu” che in realtà non fa molto di più che cambiare il punto del bianco, portandolo gradazioni Kelvin progressivamente più basse. Il risultato è piacevole e, se usiamo spesso programmi di grafica e di impaginazione, anche più vicini alla carta stampata. Il monitor si adatta con una certa facilità anche a esigenze più professionali, visto che copre l’intero spazio colore sRGB e un buon 81% dell’area Adobe RGB. Insomma, in definitiva si tratta davvero di un ottimo prodotto, perfetto per la frangia di noi giocatori che vuole il massimo ma bada al sodo, prediligendo performance e semplicità d’uso agli orpelli estetici e alle opzioni più estreme. E che, naturalmente, vuole anche uno schermo su cui sia piacevole lavorare, una volta terminata la sessione di gioco.