Un paio di anni fa, sotto Natale, i papà geek di mezzo mondo hanno avuto convincere le relative consorti che il “droide interattivo” BB-8 di Sphero era il regalo perfetto per il loro pargoletto. Nelle scorse settimane siamo stati invitati da Disney Italia a conoscere Paul Berberian, CEO dell’azienda di Boulder, Colorado: stando a quel che ci ha raccontato, i papà che sono riusciti nell’impresa sono stati parecchi, segno che la sfida, forse, non era poi così impegnativa. Il vero motivo della sua visita in Italia, però, era presentare il nuovo prodotto della sua azienda, che da sempre si occupa di “connected toy”, ossia giocattoli evoluti che interagiscono con gli smartphone, e riescono a sfruttare in maniera intelligente le potenzialità messe a disposizione dalle nuove tecnologie.
“ELEGANTE COME UNA BERLINA, SCATTANTE COME UN GO-KART!”
Il prodotto in questione è Ultimate Saetta McQueen, un vero e proprio condensato di tecnologia ben celato sotto l’apparenza di una “semplice” macchinina radiocomandata. “Fin dall’inizio abbiamo voluto realizzare una versione in scala ridotta di Saetta McQueen che fosse il più possibile credibile, reale quasi quanto quella del film”, racconta con malcelato orgoglio Berberian. “Abbiamo lavorato a stretto contatto con il team di Pixar per assicurarci che ogni più piccolo aspetto della sua personalità venisse replicato all’interno del nostro giocattolo, e questo vuol dire anche i movimenti della macchina durante le curve e le espressioni facciali”.
Sotto la carrozzeria rossa, rigorosamente dipinta a mano, si nascondono motori elettrici, attuatori, sensori e pannelli touch che permettono di dar letteralmente vita all’irruente Saetta McQueen
Queste ultime, in particolare quelle sulle ruote anteriori, si occupano anche di replicare i movimenti di Saetta durante la corsa, inclinandosi in fase con la direzione di movimento, sollevando il cofano prima di partire, scuotendo la macchina quando è “agitata”, e via di questo passo. Sono inoltre presenti dei sensori di luminosità ambientale che accendono e spengono automaticamente i fari dell’auto (anteriori e posteriori) in base alle condizioni di luce. La vera chicca, però, quella che ha ci ha onestamente lasciati senza parole, è la bocca dell’auto. Quella con cui – nei film – McQueen parla. E che Sphero è riuscita a replicare in maniera pressoché perfetta. Avete capito bene, anche questa volta. La macchina parla muovendo la bocca. All’interno del paraurti è presente un motore dedicato (con la medesima tecnologia usata per gli animatroni) che si occupa di replicare i movimenti labiali, in sincrono con quanto esce dalle casse integrate nella vettura. Nel prototipo provato Saetta parlava in inglese con la voce di Owen Wilson, ma al momento della sua uscita nei negozi integrerà quella del doppiatore italiano Massimiliano Manfredi, lo stesso del film, che per l’occasione ha registrato un bel po’ di frasi nuove. Il risultato, come potete vedere anche voi da questo breve filmato, è semplicemente impressionante.
“VELOCITÀ, SONO PURA VELOCITÀ”
Pur con qualche comprensibile riserva, Berberian ci ha lasciato in mano il telefono sul quale era installata la app con cui controllare la “macchinina”. Al suo interno si trovano alcuni mini-game, la possibilità di costruire nuove frasi usando i “pezzi” di quelle già esistenti, e la funzionalità “Watch With Me”, già vista in BB-8: guardando i primi due film della serie insieme a Saetta, in presenza di determinati spezzoni audio la macchina reagirà muovendosi e commentando la scena.
La macchina si controlla con uno stick analogico virtuale sullo schermo del telefono
CIA-CIAO!
Saetta McQueen arriverà in Italia il prossimo 15 giugno (il giorno prima dell’uscita di Cars 3 nelle sale americane, in Italia dal 14 settembre) sul sito Sphero.com, Disneystore.it, Amazon.it e alcuni MediaWorld, al prezzo non esattamente popolare di 349 €, più del doppio di BB-8. Ho il sospetto che, così lontani da Natale, i papà dovranno faticare un po’ di più per riuscire a convincere le loro mogli dell’importanza di un simile “giocattolo” per la gioia dei loro figli. Noi stiamo già affannosamente cercando delle scuse inattaccabili che giustifichino l’esborso: avete qualche idea da suggerirci?