Siamo giocatori e per tanto conosciamo tutti Razer, un’azienda diventata famosa per i suoi mouse ultra-precisi e poi, a poco a poco, capace di imporsi anche nella produzione di altri accessori per videogiocatori. Il suo prodotto di turno è una tastiera meccanica compatta – priva, cioè, del tastierino numerico – con illuminazione RGB. Le sue caratteristiche principali sono l’impiego della tecnologia Razer Yellow Switches, la disponibilità del layout italiano (che non va mai dato per scontato, nelle tastiere per il gaming) e un comodo poggia-polsi imbottito già incluso nella confezione. La si trova nei negozi on-line a prezzi che variano fra i 150 e i 200 euro.
LE FUNZIONI STANDARD
Un tempo, per cominciare a usare una tastiera nuova, bastava comperarla e collegarla al PC. È una tastiera, del resto, a cos’altro potrà mai servire? Ma noi giocatori, si sa, siamo gente complicata e, per soddisfare la nostra sete di personalizzazione, può essere necessario installare software aggiuntivo che permetta la gestione di aspetti secondari come la retroilluminazione o macro e profili.
Senza aver installato il software Synapse sul computer l’illuminazione continuerà a pulsare lentamente
UNA TASTIERA SU INTERNET?
Volendo accedere al software, quindi, non resta che andare sul sito di Razer, scaricarlo, installarlo ed eseguirlo per la prima volta: ci verrà imposto di aprire un account, fornendo il nostro indirizzo di posta elettronica e scegliendo una password. Dopo aver rinunciato a un altro un brandello della nostra privacy, in cambio della possibilità di salvare i profili, le macro e le impostazioni sul cloud, possiamo scaricare l’agognato aggiornamento che ci permetterà di usare la tastiera in tutta la sua gloria… ma questo soltanto dopo aver riavviato il PC! Il programma Synapse partirà a ogni avvio di Windows e, fortunatamente, non ci romperà le scatole se per un motivo o per l’altro non saremo connessi a Internet. Oltre a permetterci di gestire l’illuminazione come vogliamo, Synapse consente anche di aggiungere Alt+Tab e Alt+F4 alle combinazioni da disattivare in modalità gaming, e di accedere al registratore istantaneo di macro con cui è possibile associare, a ogni tasto della Blackwidow TECV2, una combinazione a nostra scelta.
La componente software della Blackwidow Tournament Edition Chroma V2 presenta luci e ombre che si compensano a vicenda
I miei amici complottisti potranno dunque memorizzare la frase “Condividete tutti se siete indignati!!!1!1!”, con tanto di errori di ortografia, a un singolo tasto e schiacciare solo quello per ripeterla infinite volte. Non è finita qui: Synapse consente di analizzare l’uso dei dispositivi di input prodotti da Razer e tiene conto dei tasti che premiamo, o del movimento del mouse, creando statistiche che possiamo vedere in tempo reale, per esempio per capire quali tasti usiamo più spesso e quanta forza (presunta) abbiamo impresso complessivamente su di essi. C’è pure un opzione che permette di osservare sulle mappe dei giochi quali siano le aree di utilizzo più “infuocato”, ma non vi nascondo che il maniaco della sicurezza che c’è in me prova sempre un po’ di avversione, per tutti i programmi che tengono d’occhio quello che fa l’utente, per cui le tengo sempre disattivate. Inoltre, l’idea di salvare impostazioni e profili sul cloud, per non perderle cambiando computer, è sicuramente buona, ma alcune tastiere includono un minimo di memoria flash con cui fare la stessa cosa senza alcun programma e alcuna connessione a Internet. E questa soluzione ci sembra decisamente migliore, anche se più costosa.
L’EMOZIONE DELL’UNBOXING
Esaurito l’argomento “software”, spendiamo due parole sulla tastiera di per sé. La prima impressione è molto positiva: la troviamo nella scatola, protetta da un coperchio in plastica che possiamo conservare e usare per difenderla dalla polvere, quando il PC è spento. Volontariamente o meno, dunque, Razer ci ha fornito un comodo accessorio che normalmente manca, visto che di solito le altre tastiere sono avvolte nel cartone o in un sacchetto di cellophane da rompere e buttare via all’istante. È invece sicuramente volontaria, ed estremamente gradita, la presenza di un poggia-polsi fornito di un cuscino morbido in gomma piuma, rivestito di eco-pelle. Questo elemento è del tutto accessorio, si può attaccare e staccare magneticamente al corpo della tastiera, fornendo un comodo “giaciglio” per le mani durante il gioco e la digitazione. È molto comodo, ma chi non ne ha mai usato uno dovrà farci l’abitudine. Inoltre, potrebbe non essere abbastanza ampio per chi ha le dita particolarmente lunghe. La tastiera è fornita di un cavo di collegamento rivestito in tessuto e lungo circa due metri: non sarà quindi un problema collegarla a un PC posizionato sotto la scrivania, o tenerla in grembo su una sedia dotata di rotelle. Ovviamente, però, non ci darà tutta la libertà di un modello senza fili.
SCELTE CONDIVISIBILI E NON
Per realizzare le proprie tastiere meccaniche, Razer non usa i tasti Cherry MX ma si affida alle proprie tecnologie, offrendo tre diverse tipologie di tasti: i Razer Green Switches, rumorosi e adatti a chi “pesta” abitualmente la propria tastiera con le dita, i Razer Orange Switches, simili ai precedenti ma più silenziosi, e i Razer Yellow Switches, più morbidi, silenziosi, ma altrettanto resistenti. La Blackwidow TECV2 adotta proprio questi ultimi, che forniscono un punto di attivazione compreso fra 0,3 e 1,2 millimetri, richiedono una forza di soli 45 grammi e garantiscono una vita media di 80 milioni di clic. Il risultato è eccellente e bastano pochi minuti per abituarsi alla nuova tastiera. I pulsanti, alti e ben distanziati fra di loro, garantiscono un buon feedback tattile e una digitazione sicura, priva di tentennamenti. Magari non sarà possibile personalizzare i tasti usando altri key-caps come si fa con le tastiere Cherry, ma non è il caso di farne una tragedia.
Lasciano invece un po’ perplessi le inesattezze nel layout italiano: nell’angolo superiore sinistro troviamo infatti riportato un accento grave invece della backslash, e a destra del tasto 0 un apostrofo che sembra di più una linea verticale. Ma il problema più evidente è, a mio avviso, il fatto che sia illuminato solo il carattere ottenuto da una pressione diretta, senza l’ausilio dello Shift o dell’Alt Grafico: al buio non potremmo mai scorgere dove si trovano caratteri come l’euro, il punto esclamativo, la & commerciale, le parentesi, eccetera, e per via dei colori utilizzati (sempre il solito grigio scuro su fondo nero) è difficile leggerlo anche quando la stanza è perfettamente illuminata. Non è un problema per chi usa abitualmente il computer per scrivere, ma per i “dattilografi” alle prime armi potrebbe diventarlo.
Un altro limite per l’uso professionale di questo dispositivo è l’assenza di un tastierino numerico simulato: di solito, le tastiere compatte prevedono comunque la possibilità di attivare un tastierino numerico “temporaneo” rinunciando ad alcuni tasti alfanumerici, ma non questa. Alcune scelte sono encomiabili, nella loro semplicità: il tasto Caps Lock, per esempio, si illumina di un colore diverso dagli altri quando è attivo, risparmiando al produttore l’esigenza di aggiungere un altro led. È del tutto incomprensibile, invece, la scelta di non mettere neanche una porta USB laterale aggiuntiva: che senso ha disporre di un cavo lungo due metri, se poi non possiamo collegare un mouse in cascata, o magari una chiavetta USB? E dire che nella versione “full” della tastiera c’è, con tanto di connettori per l’audio!
CONCLUSIONI
Razer ha sicuramente concentrato tante buone idee in un solo prodotto, ma ha anche commesso errori e omissioni che, dal nostro punto di vista, rischiano di svalutare un prodotto altrimenti eccellente. Con qualche opzione utile in più e qualche asperità in meno, non avremmo avuto nessuna riserva a elogiare questa tastiera e consigliarvela caldamente. Ma così finisce, un po’ ingenuamente, nel calderone dei prodotti “belli, ma non eccezionali”, per cui potreste pagare 170 euro con grande soddisfazione personale, oppure guardarvi serenamente attorno in cerca di alternative: magari una Blackwidow a layout completo, che “rischia” di costarvi altrettanto e avere tutto ciò che manca a questo modello. A noi sono piaciuti soprattutto il poggia-polsi magnetico, la disponibilità del layout italiano, il cavo lungo e l’armoniosa qualità della digitazione; non abbiamo gradito, invece, la mancanza di un hub USB, le scritte grigie su fondo nero e le poche animazioni disponibili per la retroilluminazione (per altro poco fluide). La componente software presenta luci e ombre che si compensano a vicenda.
In definitiva, la Blackwidow Tournament Edition Chroma V2 è una tastiera meccanica discreta, costosa, con diverse caratteristiche rimarcabili, ma anche qualche pecca.
Voto: 7