Terra Nil – Recensione

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Stanchi della vita frenetica fatta di riflessi istantanei di Call of Duty: Warzone o Elden Ring? Devolver ha il gioco che fa per voi, il rilassante Terra Nil degli sviluppatori di Free Lives.

Sviluppatore / Publisher: Free Lives / Devolver Digital Prezzo: € 24,99 Localizzazione: Completa Multiplayer: Assente PEGI: ND Disponibile su: PC (Steam, GOG, Epic Games Store) Data di uscita: 28 marzo

Una delle prime cose cui abituarsi giocando a Terra Nil è che non sei sotto pressione. Sono così assuefatto alle urgenze da gestire che mi è servito uno sforzo per adattarmi alla loro assenza.

Spesso succede anche nei giochi a turni: magari si tratta di sventare una minaccia entro un determinato numero di turni, o eliminare il prima possibile un bersaglio particolarmente pericoloso. Sapere che, per una volta, si può fare con tutta calma, si è rivelato un vero game changer che mi ha rilassato molto. Mi ha ricordato un po’ lo spirito di ISLANDERS, altra perla poco nota ai più di cui vi ho raccontato qui. Andate a recuperarlo.

IL NOSTRO PIANETA È TERRA NIL

In Terra Nil operiamo in un mondo dove la natura e la biodiversità hanno ormai subito durissimi colpi a causa degli sventurati atteggiamenti adottati dalla razza umana. Insomma, ci troviamo sul nostro mondo. Ogni livello inizia in uno dei quattro biomi presenti nel gioco, dove la situazione è messa male di brutto: terre desolate, ormai sterili e incapaci di ospitare a qualsiasi tipo di vita. Tocca rimboccarsi le maniche, e per fortuna abbiamo i mezzi adeguati a tirare fuori la piena potenzialità ancora insita nella terra. Per partire servono generatori di energia, rigorosamente rinnovabile, cui connettere macchinari che servono appunto a ricreare prati e foreste, o anche a ripulire fiumi e mari. Come nei più classici gestionali, man mano che progrediamo vengono sbloccate strutture addizionali, solo che questa volta le costruzioni non servono a sbloccare unità per sopraffare un nemico prima che il suo espansionismo porti alla nostra disfatta, ma a ricreare ambienti naturali come canneti, barriere coralline, o, perché no, importantissime paludi brulicanti di vita.

In Terra Nil operiamo in un mondo dove la biodiversità ha subito durissimi colpi a causa degli sventurati atteggiamenti della razza umana

Giocare a Terra Nil è stata per me una delle esperienze videoludiche più soddisfacenti degli ultimi mesi, nel senso proprio del termine. Vedere il progressivo ritorno a una natura incontaminata grazie ai miei click è stato davvero appagante: questo sì che è un obiettivo che ha senso rincorrere, molto più di chissà quali missioni abbia portato a termine in passato in altri giochi. L’ultima fase di ogni livello mi aveva lasciato inizialmente perplesso: quando ormai i livelli di flora e fauna di uno specifico bioma hanno raggiunto i livelli sperati, bisogna procedere al recupero e riciclaggio di tutti i materiali usati. Cioè, mi toccava mettere tutto in ordine prima di progredire verso il prossimo continente? Che noia, a nessuno piace fare le pulizie dopo una festa.

Terra Nil

Sto esagerando con le infrastrutture? Tranquilli, poi metto tutto in ordine.

Eppure, basta pensarci un attimo e anche questa fase è fondamentale nello spirito del gioco: uno dei più grossi problemi dell’impatto ambientale della razza umana è che noi vogliamo produrre qualsiasi ben di dio senza preoccuparci del fine vita di un prodotto. Anche sotto questo aspetto, Terra Nil non vuole ignorare la questione: prima di poter dire di aver davvero compiuto il ripristino di un ambiente, dobbiamo eliminare ogni traccia della nostra presenza. E vi dirò di più, se all’inizio non ero davvero convinto, quanto più riuscivo a riciclare irrigatori e turbine eoliche, più mi rendevo conto che la natura incontaminata, libera da qualsiasi infrastruttura artificiale, era proprio bella. Semplicemente bella, da guardare e apprezzare in ogni suo dettaglio.

SCELTE DI GAMEPLAY E DI VITA

Gli eclettici sviluppatori di Free Lives (sul loro curriculum fanno bella mostra di sé Broforce, Gorn, e ovviamente Genital Jousting) non si sono tirati indietro dall’implementare scelte di gameplay piuttosto azzardate: sto pensando soprattutto al fatto che in Terra Nil esista una sola risorsa. Sì, per costruire qualsiasi edificio, sia che si tratti di generatori di energia o strumenti per aumentare la biodiversità, l’unica moneta da spendere è un generico “credito natura”, che viene poi aumentata a seconda di quanto miglioriamo l’ambiente con le nostre azioni. Non ci sono quindi molteplici risorse da raccogliere e quindi non vi troverete a corto di, per dire, rame o legno, mentre avrete abbondanza del resto.

Le soluzioni di design intraprese da Free Lives sono fortemente in linea con il messaggio di Terra Nil

Di sicuro questa scelta rende il nostro gestionale più semplice di quello che potrebbe essere, ma trovo che si tratti di una soluzione fortemente in linea con il messaggio di Terra Nil. Non dover giostrare molteplici risorse permette di concentrarsi sull’obiettivo del gioco, che poi è anche il messaggio chiave degli sviluppatori: dobbiamo fare qualcosa per la natura. Anzi, per la Natura.

Terra Nil

Direi che la differenza tra dove siamo già intervenuti e dove no, si vede.

Tra l’altro, i ragazzi di Free Lives hanno deciso di impegnarsi in prima persona, devolvendo parte delle vendite di Terra Nil all’associazione Endangered Wildlife Trust, dal 1973 occupata a preservare specie animali e habitat in pericolo. La relativa facilità di Terra Nil è secondo me l’unico elemento da segnalare come possibile ragione per cui potrebbe non andare a genio a chi cerca costantemente una sfida elevata, ma al tempo stesso lo segnalo come nota distintiva per quelli che, come il sottoscritto, alle volte preferiscono semplicemente rilassarsi in un momento di tempo libero.

La relativa facilità potrebbe non renderlo adatto a chi brama la sfida, ma chi desidera rilassarsi nel tempo libero lo apprezzerà proprio per questo

Nel corso della decina scarsa di ore necessaria per portare a termine l’esperienza di gioco, visitiamo quattro differenti biomi. Non sono molti, ma ognuno di loro è molto ben caratterizzato, con meccaniche e strutture specifiche che eliminano il rischio di noiosa routine tra un livello e l’altro. Anche sulla progressione della campagna ho riscontrato una scelta quantomeno curiosa da parte degli sviluppatori: il “finale” si raggiunge dopo quattro livelli, uno per bioma, ma in realtà a quel punto vengono sbloccate altre missioni che richiedono l’utilizzo di combinazioni di edifici mai usati insieme prima, ancora una volta rimescolando le carte in tavola e chiedendo a noi giocatori di ripensare le strategie utilizzate in precedenza. Dopo aver visto i crediti finali, si tratta di un’altra bella sorpresa con cui Terra Nil mi ha stupito.

In Breve: Terra Nil non è e non cerca di essere un titolo tripla A dalla quantità di contenuti infinita che ci terrà incollati allo schermo mesi e mesi; l’ho trovato invece un prodotto che trasmette un messaggio molto chiaro mentre ci rilassa con il suo stile orientato alla bellezza. Forse non è la scelta migliore per chi cerca un’esperienza hardcore, ma trovo geniale come le scelte di design contribuiscano a trasmettere i concetti ambientalisti che gli sviluppatori di Free Lives hanno evidentemente a cuore. Così su due piedi non saprei dire quale altra esperienza videoludica riesca a fare altrettanto.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Intel i7-7700k (4.2GHz), GeForce GTX 1080 8GB, 8GB RAM, HDD, Microsoft Surface Pro 4
Com’è, Come Gira: È girato tutto liscio su entrambe le macchine di prova, una delle quali mi accompagna da molti, forse troppi anni ormai. Ho riscontato qualche glitch legato alle descrizioni degli edifici quando ci passiamo sopra il mouse, cosette appena appena fastidiose che comunque credo siano ampiamente risolvibile da piccole patch.

 

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Pro

  • Niente e nessuno che ci mette fretta / Dà grandi soddisfazioni / Messaggio ambientalista

Contro

  • Non è un’esperienza hardcore
8.9

Più che buono

Dopo traverse vicende in alcune cittá italiche, il nostro Solar Nico é sbarcato in terra d’Albione. Se da una parte ancora si da alla ricerca matta e disperata di un parco (ma anche un praticello va benissimo) per approfittare di qualsiasi mezza giornata di sole londinese, dall’altra Nicoló ha rassegnato ogni speranza all’idea di stare al passo della propria, sempre crescente, libreria Steam.

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