The Ballad Singer - Recensione

PC

The Ballad Singer non rientra nella definizione più tradizionale di videogioco, intesa come la simulazione di un mondo fittizio in cui il giocatore assume il controllo diretto di un avatar sullo schermo, ma assomiglia molto di più alle vecchie avventure testuali e, soprattutto, ai libri-game che, in questo caso, si arricchiscono anche di una voce narrante. In pratica, ci troviamo al cospetto di un audiolibro-game che, a ogni paragrafo o giù di lì, ci porrà di fronte a una scelta tra due o più possibilità, che influirà direttamente sul destino dell’eroe o sullo sviluppo generale della trama. Possiamo leggere direttamente le parole vergate dall’autore oppure farci cullare dalle voci dei narratori, ma una cosa è certa: apprezzerete un prodotto come questo solo se amate la lettura, apprezzate il fantasy e avete un sacco di tempo libero, perché per poter dire di aver finito davvero tutto il gioco, con circa 1700 possibili “percorsi” e 40 finali, ne dovrete investire parecchio.

SCELTE FANTASYOSE

Ci troviamo nel mondo fantasy di Hesperia, dopo le vicende della Saga dei Kalesin narrate nei libri di Alberto De Stefano. I protagonisti sono quattro: Leon Munar, potentissimo mago capace di sfruttare tutti e quattro gli elementi naturali, lo spietato assassino Ancalimo suo alleato, il leader ribelle Daragast Liar e la splendida, conturbante silfide Ancoran. Essi sostanzialmente incarnano quattro figure tipiche dei giochi di ruolo: il mago, l’assassino, il guerriero e la cacciatrice; ognuno di essi parte con una “missione” ben precisa che, nel corso dell’avventura, può avere esiti molto diversi ed essere messa addirittura in discussione.

La qualità della produzione è insolitamente alta, sotto tutti gli aspetti

Tutto dipende dalle scelte del giocatore, interpellato sul da farsi a ogni piè sospinto. Nel corso dell’avventura saremo sottoposti a continue scelte strategiche e morali, che possono incidere notevolmente sul nostro destino. Per esempio, potremmo uccidere – anche involontariamente – un potenziale compagno di viaggio che ci sarebbe stato molto utile. Oppure, una scelta che ci sembrava benevola e opportuna potrebbe ritorcersi contro di noi in tempi successivi. Ma l’esito più probabile di un errore strategico è sempre la prematura dipartita del nostro eroe, occasione che ci mette ancora una volta di fronte a una scelta: proseguire il gioco con un altro personaggio, nello stesso mondo su cui ha influito l’avatar precedente, oppure tornare indietro nelle proprie scelte, spendendo un “punto destino” di quelli inizialmente a disposizione. Fortunatamente, si può anche salvare la partita tra una scelta e l’altra e, se useremo “cum grano salis” i pochi slot a disposizione, potremo percorrere un cammino differente partendo da una ben precisa “sliding door”. La quantità di punti destino e di scelte da compiere, prima di poter salvare, dipende dal livello di difficoltà con cui affrontiamo il gioco.

MENIAMOCI DI LOGICA

The Ballad Singer si comporta un po’ come il master nei giochi di ruolo da tavolo, sottoponendo il giocatore a una serie di situazioni e, soprattutto, a mille indovinelli su cui ragionare bene, prima di fornire una risposta. Lo scopo delle risposte è solitamente quello di stabilire una corretta strategia di attacco o di difesa (per esempio, “quale elementale preferisci scatenare contro il tuo avversario? Aria; Terra; Acqua; Fuoco”), oppure quello di rispondere correttamente al quesito della Susy (“se ti dico che sto mentendo, ti dico una menzogna o la verità? Menzogna; Verità; È impossibile dirlo”), con la piccola differenza che la Susy, stavolta, è insolitamente grande, grossa, cattiva e propensa a ucciderci. Qualunque sia il nostro cammino, ogni situazione sarà descritta da un paragrafo scritto, letta dalla voce narrante e illustrata da un dipinto (non mi vengono in mente altri termini, scusate) di Federico Musetti (già illustre collaboratore di Asterion Press/Asmodee Italia e di Raven Distribution), in italiano o in inglese. La qualità della produzione è insolitamente alta, sotto tutti gli aspetti: la neonata e italianissima Curtel Games, promotrice di una campagna su Kickstarter, ha messo decisamente a frutto i fondi raccolti, spendendoli in disegni, musiche e doppiaggio di notevole impatto emotivo. Se vi piace leggere e soffermarvi sui particolari, andrete sicuramente a nozze con questo gioco. Fate, però, molta attenzione: The Ballad Singer richiede un amore sconfinato per libri game e GDR classici. In assenza di questi requisiti, rischiereste di annoiarvi a morte.

È difficile valutare The Ballad Singer attenendosi alle metriche e alle metodologie tipiche dei videogiochi perché, per quanto ci secchi ammetterlo, questo non è un videogioco ma un’opera letteraria interattiva, dove l’interazione è quasi al livello dei laser game degli anni Ottanta. Le uniche differenze con questi ultimi consistono nella straordinaria ricchezza di trama, narrazione e punti di svolta, e nella possibilità di percorrere 1700 percorsi diversi, giungendo a ben 40 finali differenti. Quanto tempo ci vorrà, prima di poter dire di aver visto tutto il gioco? Ci riusciremo mai? Chi lo sa. Curtel Games, in ogni caso, ha dato vita a un progetto mastodontico che farà scuola, ma che non può essere – per sua natura – fruito e apprezzato da tutti. Ma se amate il fantasy e i libri-game, fatelo vostro immediatamente!

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Pro

  • Una mastodontica quantità di percorsi e di finali diversi.
  • Quattro protagonisti ben caratterizzati.
  • Disegni, narrazione e doppiaggio di altissimo livello.

Contro

  • Schema di gioco estremamente statico.
  • Fruibile più dagli amanti della lettura che dei videogiochi.
8.1

Più che buono

Diffidate delle imitazioni. Il vero prototipo di tecno-nerd ce l’abbiamo noi e si chiama Paolo Besser. La CBS vorrebbe darci un sacco di soldi per un suo cameo in un episodio di BIg Bang Theory, ma il nostro rifiuto è netto e deciso: dopotutto, sapete che figura barbina farebbe fare a Leonard e Sheldon?

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