La recensione di The Caligula Effect 2 è un po’ un invito chiaro e concreto a non comprare il gioco e a stargli a debita distanza. Tipo ordinanza restrittiva, per intenderci.
Sviluppatore / Publisher: Historia Inc. / NIS America Prezzo: 49,99€ Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: 12 Disponibile Su: PS4, Nintendo Switch Data di Lancio: 19 ottobre
Ci sono recensioni in cui il gioco trattato è così bello da risultare quasi pleonastiche: racconti le meccaniche, le sensazione, quello che ti è piaciuto, ma in fondo non vorresti far altro che invitare il lettore a svuotare gli scaffali dei negozi senza fargli perdere tempo in letture ridondanti. E poi c’è The Caligula Effect 2.
Un gioco di ruolo dall’idea di fondo intrigante, la medesima del predecessore del resto, solo con differenti attori. C’è questa sorta di realtà alternativa chiamata Redo creata da Regret, una specie di vocaloid megalomane contornata da strambi musicisti che utilizzano le loro composizioni per soggiogare le menti degli ignari ospiti. Questi vivono un’esistenza idilliaca ma falsa, un’illusione che li separa da una vita che potrebbe essere tragica, tuttavia reale e legittima.
LA STORIA HA UN BUON POTENZIALE, CHE VA PERÒ BEN PRESTO SPRECATO
THE CALIGULA EFFECT 2 E IL SUO MONDO PERF… EHM, NON PROPRIO
Il problema è che la realizzazione è veramente pessima: il primo Caligula (è il nome con cui il gioco è conosciuto in Giappone, semplice e coinciso) poteva giustificare una veste grafica funzionale essendo stato sviluppato anche su PS Vita, ma il secondo esce su PlayStation 4 e Switch, presentandosi quindi immediatamente anacronistico tra paesaggi scarni e modelli poligonali privi di espressione, condannati ad animazioni spesso ridicole come il continuo pattinare che vorrebbe rappresentare un’agile corsa. L’audio è un mezzo Calvario, con la voce squillante – e francamente fuori luogo, vista l’intrigante idea di base – di un importante elemento del cast che si amalgama mefistofelicamente con una colonna sonora J-Pop incapace di creare la benché minima tensione.
Il punto debole più grande è però il sistema di combattimento a turni, dotato di buone idee eseguite male. Tutto gira attorno alla sinergia tra i membri del party, laddove un compagno potrebbe lanciare in aria il nemico di turno permettendo all’amico di impallinarlo con un attacco a distanza che causa danni critici ai bersagli aerei. Buono, ma in mezzo c’è la cosiddetta Imaginary Chain, una sorta di moviola che permette di sincronizzare le azioni prima di eseguirle, limitando eventuali errori e contrattacchi ma rallentando drasticamente il ritmo dell’azione e rendendo anche gli incontri più semplici una rottura di scatole inenarrabile. Certo, è possibile ignorarla, così come è concesso far controllare i compagni dall’AI, ma questo spoglia il sistema di quella flebile scintilla di identità lasciando a The Caligula Effect 2 poche possibilità per brillare, specie perché le attività al di fuori dei dungeon sono effettivamente risicate, tra fetch quest in giro per Redo e lunghe chat sul cellulare.
In Breve: The Caligula Effect 2 è quel genere di esperienza che funziona sulla carta, forte di un’idea di base buona e di protagonisti potenzialmente intriganti. Il gioco, però, è un inno alla banalità e alla noia senza redenzione alcuna che potrebbe interessare esclusivamente i fan (?) del primo gioco, con cui condivide un debole legame narrativo. Gli altri dovrebbero restarne alla larga.
Piattaforma di Prova: PS5
Com’è, Come Gira: Un gioco che sembra uscito da una PS Vita gira su PlayStation 5. Il risultato? 60 fotogrammi al secondo fissi, ma francamente non me ne vanterei…