The Crimson Diamond – Recensione

PC

Come uscireste da quella scomoda situazione? Ditelo con parole vostre. Anzi, scrivetelo, perché The Crimson Diamond riporta sui nostri monitor il text parser. O pensavate di cavarvela con un paio di click?

Sviluppatore / Publisher: Julia Minamata / Julia Minamata Prezzo: 12.49 euro Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: Non disponibile Disponibile su: PC (Steam) Data d’uscita: Già disponibile

Toronto, Canada, 1914. Nancy Maple è una geologa dilettante impiegata presso il Royal Canadian Museum, con il sogno di poter trasformare la sua passione in una vero e proprio percorso universitario di geologia e mineralogia. Un giorno il direttore le comunica che un tizio in qualche paesino sperduto dell’Ontario avrebbe trovato un diamante grande come una pigna. Ritenendo che il caso meriti un’approfondita analisi per valutarne la veridicità, aveva pensato di inviare sul campo proprio lei per indagare sull’accaduto. Nancy rimane di sasso; sarebbe stata l’occasione della sua vita.

Troppo bello per essere vero, non trovate? Il suo titolare si stava forse burlando di lei in un sarcastico pesce d’aprile? No, pesce d’aprire semmai, dato che la pietra preziosa era stata rinvenuta proprio nelle budella di una grande aringa. In realtà non sono sicuro che si tratti proprio di quella specie, ma dato che nel gioco è pieno di cosiddette red herring, ne volevo inserire una pure io. Inizia così, a bordo di uno stantio e stantuffante treno, l’avventura di Nancy e l’adventure The Crimson Diamond, sviluppato e pubblicato dalla solo-dev Julia Minamata.

Il parser di The Crimson Diamond è molto evoluto e ridefinisce gli standard permettendo di compiere azioni senza dover necessariamente indovinare un verbo specifico

Purtroppo la protagonista non è l’unica al corrente della scoperta, e molte altre persone, non sempre animate da nobili intenzioni, giungono alla remota cittadina fantasma di Crimson, luogo del rinvenimento. Una serie di sfortunate coincidenze le unirà tutte sotto lo stesso tetto, dando il via a situazioni che paiono uscite dal calamaio di Agatha Christie. O dalla tastiera di Roberta Williams.

THE CRIMSON DIAMOND, IL RITORNO DEL PARSER

Quando si parla di avventure grafiche realizzate a cavallo tra gli anni ‘80 e ‘90 del secolo scorso, solitamente ci si divide in due fazioni: Team Lucasfilm e Team Sierra. Entrambe le software house han fatto sognare generazioni di giocatori consegnando alla storia tanti di quei personaggi che elencarli tutti sarebbe un’opera titanica, ma vale la pena in questo caso ricordarne uno: Laura Bow, studentessa che per vicissitudini della vita rimane coinvolta in una serie di litigi per l’eredità che sfociano in un omicidio in The Colonel’s Bequest, graphic adventure classe 1989 di Sierra On-Line.

il genere adventure è reso ancor più ostico dalla presenza di comandi testuali, tuttavia chiunque dovrebbe provare l’esperienza

The Crimson Diamond oltre a riproporre il tema della convivenza coatta con loschi figuri, ricrea alla perfezione la veste grafica dei capolavori Sierra di quel periodo, con pixel art, palette EGA-like, font e finestre di testo che paiono veramente uscite da una macchina del tempo. La somiglianza a tratti eccessiva con le opere di Roberta Williams non vi traggano in inganno: non ci troviamo in presenza di un fangame bensì di un prodotto originale con trama intricata, personaggi ottimamente caratterizzati e un gameplay davvero coraggioso, dato che il moderno – si fa per dire – punta e clicca è stato sostituito dal parser testuale.

Mai giocato a un text based adventure? C’è un tutorial per spiegarvi tutto.

Cosa significa questo? Che non troverete da qualche parte sullo schermo una serie di icone per interagire con gli oggetti, e questi ultimi non sono selezionabili passandoci sopra il mouse; qui si osserva con gli occhi e si eseguono azioni impartendo comandi da tastiera. Vi servono informazioni del luogo in cui vi trovate? Digitate “look”. Viene menzionato un tavolo? Approfondite con “examine table”. Ha un cassetto? Provate con “open drawer”, e così via. È finita l’epoca del pixel hunting e della forza bruta utilizzando l’icona “usa” su qualsiasi oggetto vi capiti a tiro sperando di triggerare qualche evento. La capacità di leggere tra le righe deve viaggiare di pari passo con lo spirito di osservazione, dato che il risultato di “look” omette volutamente un sacco di dettagli che dovrete scovare da voi.

Un omicidio, vari sospettati, altrettanti colpi di scena, molte stanze da visitare ricche di oggetti e alcune piste false; sentite che profumino di Sierra!

Siete spaventati a morte? Tranquilli, The Crimson Diamond vi mette a disposizione un tutorial per farvi le ossa, un blocco note pieno di suggerimenti per arrivare alla fine della storia sani e salvi, e un sistema di interpretazione del testo in grado di dettare nuovi standard; non è più necessario indovinare la stringa esatta come nelle vecchie avventure – chi ha giocato ai titoli Infocom saprà di che parlo, gli altri si sono risparmiati un trauma – ma viene concessa grande libertà di interpretazione; “talk woman”, “talk to woman” e anche “speak woman” sono tutti accettati, e una lampada si può accendere sia con “light lamp” che con “turn on lamp”, eventualmente inserendo anche il “the”.

FAI COSE CON QUEL COSO

Sarebbe un vero peccato disporre di un parser così ben sviluppato per poi esprimersi come australopitechi, e così per spronarci a sfruttare il più possibile il nostro lessico, The Crimson Diamond ha abolito la keyword “use”, equivalente dell’omonima icona delle avventure punta e clicca. Sappiamo tutti che se scrivete “use window” e “use bed” state cercando di aprire/chiudere una finestra o andare a letto, tuttavia dovrete sforzarvi un pochino di più e partorire comandi quali “open/close window” o “sleep”. Un gioco nel gioco potrebbe essere trovare comandi assurdi da lanciare nei momenti meno appropriati, scoprendo magari che un bel “poo” impartito quando ci si trova al bagno consentirà alla protagonista di vuotare l’intestino. Dopo un po’, e un poo, troverete questo sistema molto divertente, senza nemmeno dover impazzire troppo con la lingua d’Albione.

Qui c’è qualcuno che trama, come potremmo origliare?

Cotanta tecnica però si ridurrebbe a una mera dimostrazione di abilità se non fosse supportata da una storia di prim’ordine con enigmi non troppo cervellotici – capito, capra di Broken Sword? – e qui si potrebbe dire che l’allievo The Crimson Diamond supera il maestro The Colonel’s Bequest. Con vari plot twist, un omicidio, vari personaggi da conoscere e manipolare e molteplici stanze da visitare, tutte piene di oggetti e falsi indizi, le red harring di cui parlavo all’inizio, ci troviamo di fronte a una delle migliori avventure grafiche di sempre. Avreste preferito più azione? Per spostarvi, potete cliccare sulla destinazione, e in alcune situazioni è importante muoversi in un certo modo. Ora non avete più scuse.

In Breve: The Crimson Diamond non è un gioco per tutti; il genere adventure, già di nicchia per conto suo, è reso ancor più ostico dalla presenza di comandi testuali. Tuttavia chiunque dovrebbe provare questa esperienza, perché prodotti così ben confezionati escono raramente e travalicano l’operazione nostalgia offrendo una storia degna di Agata Christie nella veste artistica che rese celebre la defunta, ma sempre viva nei cuori degli appassionati, Sierra On-Line. Il parser ottimamente realizzato e un blocco per gli appunti ricco di suggerimenti rendono il tutto molto più accessibile di quanto possiate immaginare.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: AMD Ryzen 9 6900HS, 16GB RAM, GeForce RTX 3080, SSD
Com’è, Come Gira: Non è stato facile spingere la GeForce a sparare a video qualcosa che potesse ricordare una EGA prodotta nel 1984, ma in qualche modo, non chiedetemi come, ne è uscita viva.

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Pro

  • Parser di prim’ordine / Storia appassionante / Pare uscito dal computer di Roberta Williams

Contro

  • I comandi testuali mieteranno vittime.
9

Ottimo

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