Until Dawn è sicuramente uno degli esempi meglio riusciti di avventura narrativa. Ha una trama che, nella sua anima slasher horror, funziona in maniera più che adeguata. Ha un cast di ottimo livello, convincente nella recitazione. Ha la sua dose di colpi di scena e di sequenze splatter. E poi, fatto fondamentale, è coerente con le scelte fatte dal giocatore. Non tanto nella storia che segue, pur con qualche diramazione, un percorso ben definito, quanto nei rapporti tra i vari personaggi, che possono variare da amore a odio, da fiducia a diffidenza. Partendo da questi presupposti, era facile attendersi molto da The Dark Pictures Man of Medan. Il risultato? Per utilizzare una abusa(tissima) espressione moderna: bene, ma non benissimo.
MI FACCIO LA BARCA
La storia di Man Of Medan si dipana tra il passato e il presente, tra una piccola barca e una nave da guerra, tra la realtà di cinque ragazzi a contatto con pericoli (più o meno) tangibili e un’entità sconosciuta (il Curatore) che funge da osservatore/narratore. Il viaggio di Conrad, Julia, Fliss, Alex e Brad segue un canovaccio già sperimentato nel genere horror, con tutta una serie di eventi (il più importante dei quali, ma non l’unico, è l’improvvisa comparsa di una misteriosa nave fantasma) che trasformano quella che doveva essere una semplice gita in barca in un’esperienza carica di paura e di pericoli. Nella sua classicità l’intreccio narrativo è tutto sommato interessante, forse leggermente prevedibile sin dalle prime battute, ma è comunque gradevole. Il senso di tensione è costante, non manca qualche momento da “salto sulla sedia” piazzato in maniera strategica, ci sono segreti da scoprire e, soprattutto, ci sono decine di decisioni da prendere. Scelte che possono apparire di poco conto, ma che spesso presentano conseguenze destinate fare la differenza tra la vita e la morte. Il fatto di poter giungere alla conclusione dell’avventura con una qualunque combinazione di personaggi salvati apre le porte a un quantitativo davvero notevole di diramazioni, che si convogliano in scene conclusive che possono differire tra loro in maniera sostanziale e che, in alcuni casi, regalano colpi di scena a dir poco sorprendenti. Ammetto di essere rimasto stupito da un paio di finali, con scenari in parte inattesi che offrono diversi spunti di riflessione su tutto ciò che gira attorno alla Medan.
Il viaggio di Conrad, Julia, Fliss, Alex e Brad segue un canovaccio già sperimentato nel genere horror
MARE PROFUMO DI MARE
In termini ludici, Man of Medan presenta tutta una serie di soluzioni stilistiche già ampiamente viste e sperimentate. Dialoghi e azioni a scelte multipla temporizzati, oggetti da esaminare per scoprire informazioni e gli immancabili quick time event che accompagnano le fasi più marcatamente action. L’unica novità riguarda la gestione dei battiti cardiaci, con la necessità di premere un tasto a ritmo per mantenere la calma e ridurre il rischio di farsi prendere dal panico. Niente di particolarmente rilevante a ben vedere, che non aggiunge o toglie nulla a una formula che, nella sua linearità e semplicità, funziona piuttosto bene. Purtroppo la versione da noi provata non aveva ancora sbloccato la Curator’s Cut, versione dell’avventura (disponibile dopo aver completato il gioco una prima volta) che permette di vivere alcune scene dalla prospettiva di un altro personaggio e che, proprio per questo motivo, dovrebbe consentire un maggiore approfondimento su trama e rapporti interpersonali. Presenti e funzionanti invece le due modalità multigiocatore, una rarità (se non una primizia) nel genere. Più divertente come concetto Serata al Cinema, con un massimo di cinque giocatori offline. L’ideale per una (o più, visto la durata della storia) serate tra amici. Simpatica, ma non esaltante Storia Condivisa, con due giocatori online.
Man of Medan presenta tutta una serie di soluzioni stilistiche già ampiamente viste e sperimentate
Il primo episodio dell’antologia horror di Supermassive Games segue nelle dinamiche quanto già visto in Until Dawn, offrendo qualche opzione in più (su tutte il multigiocatore) senza però stravolgere una formula ormai collaudata. Il risultato è un’avventura abbastanza intrigante, a tratti leggermente prevedibile, ma comunque sufficientemente carica di tensione e di emozioni. Il viaggio sulla Medan regala qualche sequenza molto riuscita, e il sistema di ramificazione tra le scene propone alcune diramazioni che si concludono con finali davvero interessanti. Peccato per alcune incertezze in fase di dialogo e per una componente tecnica che presenta qualche limite piuttosto evidente.