The Gunk – Recensione

PC Xbox One Xbox Series X

Abbandonate le assolate atmosfere di SteamWorld, Image & Form Games ci porta su un rigoglioso pianeta alieno per indagare il mistero di The Gunk.

Sviluppatore / Publisher: Image & Form Games / Thunderful Publishing Prezzo: 24,99€ Localizzazione: Testi PEGI: 12 Multiplayer: Assente Disponibile Su: PC (Microsoft Store), Xbox One, Xbox Series X|S Data di Lancio: Già disponibile

Ci vuole sempre una certa qual dose di coraggio e autostima per abbandonare la propria comfort zone e lanciarsi in un nuovo territorio inesplorato. Non è facile lasciarsi alle spalle qualcosa in cui si sa di essere bravi e apprezzati, per scoprire se lo si è altrettanto in un ambito diverso. C’è chi questo salto non lo fa mai: è lecito e non è una colpa.

È il motivo per cui, ad esempio, in alcuni generi di nicchia continuiamo a vedere studi che sfornano capolavori su capolavori, migliorando sempre di un pezzetto il loro ultimo gioco. A qualcuno invece quel ruolo sta stretto: nello specifico sto parlando di Image & Form Games, team famoso per la saga 2D di SteamWorld, e del loro nuovo gioco, The Gunk.

C’ERA UNA VOLTA, IN UNA GALASSIA LONTANA

Il filo conduttore tra i precedenti titoli bidimensionali e questo nuovo passo verso il 3D compiuto da Image & Form Games è rappresentato dal fascino per un’ambientazione vivida e colorata, dalla connotazione aliena che nei precedenti titoli virava verso il western, mentre nel caso di The Gunk strizza l’occhio alla corrente new weird della fantascienza (al netto della componente metafisica qui assente). Il pianeta in cui si imbattono Rani e Becks è dominato da una vegetazione rigogliosa e florida tra cui la coppia di esploratrici spaziali spera di trovare una qualche fonte di energia rivendibile. La ricerca in questo senso appare subito fortunata, motivo per cui Becks, la meccanica del duo rimasta precauzionalmente a bordo della nave, leverebbe subito le tende. Rani, tuttavia, folgorata dalla bellezza naturale del pianeta, preferisci continuare l’esplorazione al suolo, convincendo l’amica ad atterrare, finché qualcosa magnetizza la sua attenzione.

RANI, LA ASPIRA-ALIENI

Se quella di Becks resta un presenza costante nel corso del gioco, ma precipita quasi esclusivamente attraverso le comunicazioni radio che arrivano dalla nave, stralci che costruiscono pian piano il background narrativo di The Gunk, Rani diventa invece l’alter ego in terza persona del giocatore. Dopo aver perso il braccio sinistro nel corso di una tempesta galattica, ora Rani è munita di un comodo braccio meccanico che all’occorrenza può trasformarsi un… ehm… aspira-tutto!

Il primo impatto col pianeta alieno è di stupore e meraviglia.

Proprio il genere di gingillo utile per rimuovere il Gunk, quella strana sostanza gelatinosa e scura che ricopre parti del pianeta, condannandole alla decadenza, ma soprattutto privando la banda di esploratrici dei preziosi materiali utili alla loro raccolta. Un po’ come una Ghostbuster dello spazio, Rani può dunque muoversi liberamente per lo scenario, aspirando Gunk senza limiti di capienza, e raccogliendo elementi naturali, per altro comodi anche per potenziare il suo equipaggiamento. La rimozione del Gunk spesso riporta alla luce dei semi che il braccio-aspirante di Rani può utilizzare per far crescere piante-scaletta o come mini esplosivi per sgomberare aree inaccessibili.

THE BLOB! AH, NO… THE GUNK!

Il viaggio in questo affascinante mondo alieno in compagnia di Rani è all’inizio davvero delizioso. Per quanto contenute, le aree traboccano di elementi esteticamente sublimi, al contempo familiari e alieni grazie al sapiente uso di forme e colori, mossi da una leggera brezza che regala loro naturalezza. Anche l’esplorazione è addolcita da puzzle che custodiscono la loro soluzione a breve distanza e da un numero ridotto di percorsi che rende facile la navigazione e l’orientamento, nonostante controlli non precisissimi.

AFFASCINANTE NELLE SUE PRIME BATTUTE, L’ATTRATTIVA DI THE GUNK È ANDATA SMORZANDOSI CON IL PASSARE DELLE ORE

Nella manciata di ore necessarie a giungere a conclusione di questa mini odissea aliena, piacevolmente ispirata da titoli recenti come The Outer Worlds e Journey to a Savage Planet, questa infatuazione tuttavia, devo ammetterlo, è andata un po’ sfumando. E non è nemmeno uno di quei casi in cui io possa dire a The Gunk: “No, guarda, non sei tu, sono io che sono in un momento complicato”, perché davvero mi ci sono messo di buzzo buono e complice il clima natalizio del periodo, ho trovato la prima metà del gioco davvero piacevole, meditando di rigiocarci col nipote più piccolo dopo il pranzo col parentame, perché di fatto le sue atmosfere e approccio sono quelle di un gioco che si presta particolarmente a essere apprezzato dai più piccoli (al netto di qualche imprecazione, ma amen).

The Gunk Recensione

Signore e signore, ecco a voi il Gunk.

Nonostante la durata contenuta (che torno a ripetere: per me è assolutamente un pro, non credo avrò più 100 ore da dedicare a un videogioco fino alla pensioneheheheheheh), The Gunk non è riuscito a mantenere la soglia della mia attenzione sullo stesso livello fino alla fine, certo per una serie di limiti fin troppo comprensibili, data la dimensione e l’esperienza del team, ma nel complesso penalizzanti. Lo stupore per lo sgargiante mondo alieno è andato via via affievolendosi di fronte alla sostanziale ripetizione dello stesso bioma dall’inizio alla fine: bellissimo, per carità, ma già visto nel suo complesso dopo il primo quarto d’ora. Il secondo elemento di frustrazione è invece sorto di fronte alla sfida quasi inesistente rappresentata dai nemici, anch’essi da aspirare, compensata da una complicazione nella ricerca del percorso corretto, dovuta almeno in parte alla ripetitività dello scenario, che non ha di sicuro contribuito all’entusiasmo. La sintesi tra lo slancio iniziale e la stanchezza con cui sono arrivato alla fine è quella di un buon gioco a cui è mancato qualcosa per fare il salto di qualità. Considerando il percorso di Image & Form Games e il periodo in cui siamo tutti più buoni, invece di un peccato per ciò che non è stato, possiamo considerarlo un buon auspicio per ciò che sarà.

In Breve: The Gunk è un gioco che ha diverse frecce al suo arco, prima fra tutte la direzione artistica che ricrea un mondo alieno vivido e colorato in cui è un piacere avventurarsi. Grazie anche piacevole primo approccio, la prima metà del gioco scorre bene, sostenuta da meccaniche semplici, ma appaganti. Nonostante la durata contenuta, The Gunk non riesce purtroppo a mantenere il suo fascino fino alla fine, calando abbastanza vistosamente nel finale per colpa della ripetitività dello scenario e delle dinamiche. La somma delle parti rende The Gunk un titolo piacevole, soprattutto per i giocatori più giovani, ma meno significativo del suo potenziale.

Piattaforma di Prova: Xbox Series X
Com’è, Come Gira: Fatta salva una singola incertezza all’inizio, the Gunk è filato liscio senza mai sembrare affaticare Series X, che ha gestito con nonchalance i caricamenti invisibili nei passaggi da un’ambientazione all’altra (favoriti probabilmente anche dal ripetersi degli asset).

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Pro

  • Art direction notevole / All’inizio incanta / Perfetto per i più giovani.

Contro

  • Alla lunga cala / Combattimenti poco soddisfacenti.
7.4

Buono

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