The Silver Case 2425 – Recensione

Switch

Vent’anni fa la sola presenza di Goichi Suda sulle scene videoludiche era qualcosa di sovversivo, punk, visionario, esattamente come l’esistenza di Kamui Uehara, serial killer in una megalopoli che guarda all’utopia per poi trovarsi con le ali bruciate, a terra col cranio sfondato, in una pozza di sangue. Vent’anni dopo, con The Silver Case 2425, è giunto il momento di consegnare alla Storia due incredibili pezzi d’autore, opere di un director che non è ancora riuscito a uccidere il suo passato.

Sviluppatore / Publisher: Grasshoper Manufacture / NIS America Prezzo: 39,99€ Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: 18 Disponibile Su: Nintendo Switch

KILL THE PAST. Questa non è solo una frase accattivante per vendere il prodotto, uno di quegli slogan ad effetto che fanno tanto pubblicità anni ’90. È un’esigenza fisica, un bisogno psicologico, una catena arrugginita al collo che non ti concede di fare più di qualche metro, senza futuro. Schiavi di un trauma, di una società che nel passato ha affondato le radici di un presente oppressivo e distopico, fondamenta di un progetto edilizio travestito da utopia e promessa elettorale per nascondere la puzza di marcio di chi l’ha ideato, malato terminale di potere.

1999, data dal sapore cyber-esoterico, l’esondazione del digitale nel sociale (quanto è stato profetico Suda, quasi al millimetro, ve ne accorgerete), nuovo millennio alle porte e nuovi crimini da combattere, ma anche un vecchio serial killer che sembrano tornato apposta per l’occasione, ululando alla luna per chiamare a raccolta i suoi follower, come un moderno influencer. Millennium Bug per una società confusa, delusa, inerme, con la speranza che qualcuno uccida il passato per azzerare tutto, come si pensava sarebbe accaduto ai database dopo la mezzanotte di quel capodanno.

UNITÀ CRIMINI ATROCI

The Silver Case è forse una delle visual novel più influenti di sempre, barbaramente relegata in Giappone fino a una manciata di anni fa (rimasterizzata poi su PS4 e Steam) e oggi arrivata su Nintendo Switch in un pacchetto fondamentale, The Silver Case 2425, composto dal primo capitolo della serie (1999, PlayStation) e The 25th Ward: The Silver Case (2005-2007 in formato episodico su piattaforme mobile), con al centro un buco che andrebbe colmato quanto prima, quel Flower, Sun and Rain che fa da surreale raccordo tra i due capitoli e che meriterebbe lo stesso trattamento.

The Silver Case 2425 Recensione

L’Harakiri Batting Cage sarà uno dei principali luoghi di incontri dell’opera, popolato da informatori, sicari e detective.

Se dovessi descrivere questa collezione nel modo più pop possibile direi che quel Suda51 riuscì a tirare fuori un noir hardboiled violentissimo e dai caratteristici tratti paranormali, deliranti, talvolta addirittura comici, confusionario e frammentario per scelta stilistica, da sperimentare più che da comprendere: come se Tarantino avesse girato Strade Perdute o Lynch Pulp Fiction, scegliendo per entrambi come protagonista Takeshi Kitano.

THE SILVER CASE 2425 è UN NOIR HARDBOILED DAI TRATTI PARANORMALI, DELIRANTI, TALVOLTA ADDIRITTURA COMICI: COME SE TARANTINO AVESSE GIRATO STRADE PERDUTE

Riferimenti e sensazioni appoggiate a una sinossi che non potrebbe essere più semplice, uno scheletro da thriller moderno: un assassino leggendario torna in azione dopo anni di inattività e sulle sue tracce si lanciano i segugi della Heinous Crime Unit, capitanata dall’esperto detective Tetsugoro Kusabi, forza speciale della polizia del fittizio Ward 24 di Tokyo dedita alla caccia e all’esecuzione immediata di chi si macchia di crimini atroci, efferati, che potrebbero trasmettersi come un virus all’interno della comunità. Un concetto che Suda ripete in maniera ciclica e ossessiva all’interno dei capitoli che compongono il mosaico narrativo di The Silver Case, declinandolo all’occorrenza: il crimine che infetta la società, l’odio e la perversione che contagiano internet, un’azienda che intossica le acque di un fiume, il presente ammalato di passato.

Continua nella prossima pagina…

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Pro

  • Due thriller che sono puro delirio creativo, popolati da personaggi incredibili / Stile da vendere / Colonna sonora pazzesca / Totalmente imprevedibile.

Contro

  • Troppo fuori dai canoni per essere consigliato a cuor leggero / Alcune discutibili scelte di design, soprattutto in The 25th Ward / Disponibile solo in un (abbordabile) inglese.
9

Ottimo

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