Ventidue anni dopo l’uscita, ecco la remastered di The Thing, ottimo sequel videoludico del cult cinematografico di John Carpenter. Tanto basta per essere felici a Natale.
Sviluppatore / Publisher: Nightdive Studios / Nightdive Studios Prezzo: 28,99 € Localizzazione: Completa Multiplayer: Offline PEGI: 18 Disponibile Su: PC (Steam/GOG), PlayStation 4/5, Xbox Series S/X, Nintendo Switch Data di lancio: 5 dicembre 2024
Alla sua uscita, nel 2002, The Thing si rivelò essere il classico alunno che “è bravo, ma non si applica”, ma tra i più attenti, molti ne riconobbero indubbie qualità che oggi potremmo definire quasi all’avanguardia per il periodo di uscita, purtroppo annientate da alcune limitazioni tecniche evidenti.
Insomma, è un po’ la stessa storia di Gothic: se non fosse stato messo all’ombra di Morrowind, in molti ne avrebbero reso subito le lodi, invece di par passare anni.
THE THING, L’INVASORE DA UN ALTRO MONDO
Un po’ come la stessa sorte capitata al film di riferimento, quel The Thing di Carpenter del 1982, flop allucinante al botteghino e rivalutato – giustamente – come capolavoro nel tempo, la produzione di Computer Artworks si trovò tra le mani una licenza decisamente importante e per evitare di andare a toccare o stravolgere l’opera di riferimento, lo studio optò per la strada “semplice”, ovvero quella di un sequel, vedendo un gruppo di uomini delle forze armate recarsi in Antartide per indagare sugli eventi capitati nella pellicola, vista la prolungata assenza di comunicazioni da parte della base americana.
L’avventura è dunque un TPS vecchia scuola, dedita all’esplorazione delle basi e dei laboratori, andando a toccare qualche luogo iconico, come la base norvegese dove ha inizio il tutto, seguendo una storia che vede ci chiede di sopravvivere, dando maggior risalto alla cooperazione e fiducia tra gli altri membri della squadra di soccorso.
LA FIDUCIA È TUTTO
Ecco il vero fiore all’occhiello della produzione originale, che qui si ripropone con una piccola variante assai gradita. Chi avrà visto il film, saprà che l’infezione dell’organismo alieno non è visibile ad occhio nudo, ma solo dopo un test sul sangue umano. Questo vuol dire che tutti possono essere portatori dell’organismo alieno. A chi credere? A chi affidare delle armi mortali? E come può crollare l’umore dei nostri soldati se mostreremo segni di dubbio in un luogo desolato, freddo e abitato da decine e decine di creature mostruose?
La gestione dell’inventario, come dell’organizzazione dell’equipaggiamento dei diversi soldati che incontreremo sarà fondamentale per la naturale progressione del gioco e proprio questa meccanica, già due decadi fa, si rivelò tra le più galvanizzanti, giacché alla sopravvivenza contro le creature aliene, si richiedeva al videogiocatore un certo grado di sangue freddo nel decidere di chi fidarsi o come gestire il rapporto con gli altri soldati. Donare armi, medikit ed equipaggiamento è segno di fiducia e manterremo i nervi salvi dei nostri compagni, ma se questi poi si riveleranno infetti? E se invece avremo dubbi su compagni effettivamente sani?
Una remastered esteticamente valida, che mantiene saldo lo scheletro dell’opera originale senza snaturarla
BELLO, MA NON BALLA, THE THING: REMASTERED
Il mantello estetico applicato al gioco segue i classici canoni delle remastered viste negli ultimi anni: sul comparto tecnico non si tocca nulla, lasciando tutto immutato, anche quelle semplificazioni obsolete (i bengala usati e lanciati per terra quando consumati, se recuperati magicamente saranno riutilizzabili) o il sistema di mira e gunplay che spesso fa cilecca, ma tutto quello che comporta l’aspetto estetico come artistico ha beneficiato di una rinfrescata decisamente accattivante.
In particolare, alcuni modelli poligonali dei nemici, ben più delineati, come anche il lavoro svolto su tutti i personaggi umani, tirati a lucido al massimo delle possibilità, senza snaturare troppo l’opera originale che rimane lo scheletro portante del gioco. Come detto sopra, il gioco nella sua essenza rimane immutato, dunque a tratti non particolarmente fluido nei movimenti, con delle mappe che spesso si risolvono in una manciata di minuti, ma il risultato finale è un’operazione nostalgia schietta e ben confezionata, con la possibilità di far riscoprire una piccola gemma a lungo ingiustamente dimenticata.
In Breve: The Thing: Remastered è un’operazione chiara e ludica nelle intenzioni: togliere quella patina di polvere attorno un titolo estremamente valido e all’avanguardia per il periodo di uscita, che non brillava per particolari meriti tecnici. Oggi si ripropone con un comparto estetico migliorato e rispettoso dell’opera originale, e la randomizzazione parziale degli infetti rende tutte quelle meccaniche sulla fiducia tra compagni ancora oggi una delle cose migliori del gioco.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Intel Core i7, 16GB RAM, GeForce GTX1650 Ti, HDD
Com’è, Come Gira: Creature ripugnanti e lanciafiamme caldi senza alcun problema di esecuzione nella configurazione di prova.