Total War: PHARAOH Dynasties – Recensione

PC

Siamo tornati a occuparci di Total War: Pharaoh a un paio di settimane dall’uscita di un corposissimo aggiornamento gratuito rilasciato da Creative Assembly Sofia che cambia il gioco in maniera per niente scontata. Il classico game changer, insomma.

Sviluppatore / Publisher: Creative Assembly / SEGA Prezzo: ND Localizzazione: Testi Multiplayer: Online PEGI: 16. Disponibile su: PC (Steam) Data d’uscita: Già disponibile

Total War: Pharaoh uscì nello scorso ottobre, e non fu proprio esente da critiche da parte della comunità. Uno dei commenti ricorrenti fu come il gioco sembrasse poco più di una re-skin di A Total War Saga: Troy, sviluppato appunto dal medesimo studio di Creative Assembly, quello di Sofia.

Gli sviluppatori non sono rimasti con le mani in mano, vediamo cosa si sono inventati in questi mesi.

L’EREDITÀ DI TOTAL WAR: PHARAOH DYNASTIES

A dire la verità, noi non fummo tra quelli che si stracciarono le vesti scandalizzati, anzi, mi ricordo bene che le diverse novità nella campagna mi avevano convinto. D’altra parte, sappiamo bene quale sia il potere della community e quanto possa dare una direzione netta all’evoluzione di un videogioco, e in questo caso la percezione di una fetta piuttosto ampia di pubblico si è fatta sentire con forza. Spinti o no da questa pressione esterna, dalle parti di Creative Assembly si sono mossi in fretta, facendo uscire questo free update davvero ricco di contenuti in meno di un anno. Prometto che tra poco arrivo alla ciccia, ma qualche informazione di servizio è indispensabile per chiarire alcuni dettagli.

Tra le novità di questo aggiornamento, la mortalità del proprio regnante è l’aspetto più divertente in assoluto.

Chiunque possieda Pharaoh, dal 25 luglio può scaricare il free update Dynasties, e questo creerà un nuovo gioco nella vostra libreria Steam. Se avete dei DLC, saranno disponibili in entrambe le versioni. In Dynasties potete lanciare una nuova campagna ma non trasferire quelle di Pharaoh, proprio perché le novità sono tali e tante che la cosa semplicemente non funzionerebbe. Ma quindi, di che stiamo parlando? Cominciamo dal titolo, Dynasties: il personaggio regnante della nostra fazione non è più un’entità eterna che guida il nostro popolo per tutta la durata della campagna, ma è diventato un personaggio molto più umano, con tutti i pro e contro del caso.

Gli insediamenti sono più grossi che mai.

Lo svantaggio più evidente è che può morire: questo, lasciatemelo dire, è al tempo stesso l’aspetto più divertente in assoluto, che porta a delle situazioni davvero inaspettate, la tanto famigerata narrativa emergente che dà anni sembrava quasi una prerogativa dei giochi di Paradox Interactive. Sì, in effetti potreste già aver pensato che non si tratti di una novità mai sentita prima, e sì, si potrebbe dire che Creative Assembly sia parecchio in ritardo rispetto alla serie Crusader Kings, ma, tutto sommato, meglio tardi che mai. Anche perché Crusader Kings ha da sempre fatto del gioco di ruolo un proprio pilastro, mentre non era per niente scontato che Total War seguisse questa strada.

Ironicamente, buona parte dei suoi contenuti molto vicini all’episodio della serie che aveva fatto da pietra

Ancor più notevole, secondo me, che questo netto cambio di marcia veda la luce in un aggiornamento gratuito, perdendo quindi il prestigio e la visibilità associati a una full release. Ed è un peccato, perché questo sistema si integra molto bene con il resto del gioco, e ha un forte impatto in parecchi suoi aspetti. Alla morte del regnante, che sia in battaglia o nel letto della propria reggia, si innesca una serie di notifiche e eventi che aggiungono un brio tutto nuovo alla gestione della propria fazione. Per dirne una, la morte del sovrano ha anche lasciato un posto vacante alla corte dei re della Mesopotamia, che ovviamente è stato colmato dal successore, il quale però è dovuto partire da capo nel guadagnarsi il favore degli altri influenti membri della corte.

IL PASSATO E IL FUTURO DELLA STORIA

Potreste aver notato che ho detto Mesopotamia. Sì, quella del Tigre e dell’Eufrate, quella degli Hanging Gardens (li ho conosciuti con il primo Civilization, quindi non mi ricordo mai come si chiamano in italiano). Sono presenti con due fazioni, come sono presenti due fazioni di quelli che potrei impropriamente chiamare “Greci”. Che proprio Greci non solo, o almeno non solo, perché ci sono popolazioni dell’Asia Minore, al punto che i due regnanti iniziali sono Agamennone e Priamo, acerrimi nemici della mitica guerra di Troia. A questo punto ve lo devo confessare: trovo abbastanza ironico che la community di Total War stia tanto apprezzando un aggiornamento dove buona parte dei suoi contenuti sono, questa volta sì, incontestabilmente vicini all’episodio della serie che aveva fatto da pietra dello scandolo al day one di Pharaoh.

Le strettoie possono essere sfruttate tatticamente.

Lo vedo quasi come un ideale cerchio del karma che si chiude per restaurare il perfetto bilanciamento dell’Universo. Tra le altre novità della campagna, mi sento di citare le nuove Antiche Tradizioni, alcune delle quali danno una chiara direzione allo stile di gioco, puntando su aspetti come diplomazia o conquista militare, mentre quella che mi ha colpito di più è al tempo stesso molto coerente con la Storia e molto interessante da gestire. Se vogliamo seguire i passi di Hammurabi, infatti, potremo emanare leggi di qualsiasi tipo che lasceranno impressi i propri segni su qualsiasi aspetto della nostra civiltà, dalla felicità della popolazione alla capacità di produrre una specifica risorsa. Una vera tela bianca su cui costruire a nostro piacimento le caratteristiche civiche del nostro Impero.

Lo vedo quasi come un ideale cerchio del karma che si chiude per restaurare il perfetto bilanciamento dell’Universo

Abbondano anche gli aggiornamenti sul campo di battaglia, pochi dei quali però si qualificano come cambi epocali; quello più ovvio mi pare la dimensione di alcune mappe che, oltre a offrire possibilità di manovre più ampie, rende meglio che in passato la sensazione di trovarsi in vasti spazi aperti, dove costruzioni e insediamenti sono ben più che quattro casupole sparse. Non solo ne gode la spettacolarità generale, ma anche l’epicità degli scontri.

In Breve: Un vero e proprio arco di redenzione per Creative Assembly Sofia, che nel giro di neanche un anno riesce a mettere una pezza a tanti dei problemi di cui la community si era lamentata fin dal day one. Sul campo di battaglia possiamo parlare di aggiunte e ampiamenti molto graditi, che comunque non stravolgono la situazione precedente, mentre è la campagna a godere dei cambiamenti più notevoli, in particolare con il sistema dinastico, che arricchisce la possibilità di narrativa emergente, aspetto in cui Total War accorcia le distanze nei confronti di Crusader Kings e soci.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Intel i7-10750H, RTX 2070, SSD
Com’è, Come Gira: tutto tranquillo sotto l’aspetto tecnico, dove l’ampliamento delle mappe delle battaglie non ha causato rallentamenti nell’azione di gioco. Durante la campagna, l’IA impiega un po’ di tempo a ragionare sulle mosse delle molte fazioni, ma è un aspetto noto da sempre ai conoscitori del franchise.

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Pro

  • Sistema delle Dinastie / Nuove fazioni / Aggiunte sul campo di battaglia

Contro

  • Periodo storico con poca cavalleria
8.8

Più che buono

Dopo traverse vicende in alcune cittá italiche, il nostro Solar Nico é sbarcato in terra d’Albione. Se da una parte ancora si da alla ricerca matta e disperata di un parco (ma anche un praticello va benissimo) per approfittare di qualsiasi mezza giornata di sole londinese, dall’altra Nicoló ha rassegnato ogni speranza all’idea di stare al passo della propria, sempre crescente, libreria Steam.

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