Un’intera avventura ambientata in uno spazio più piccolo di una escape room? Twelve Minutes ci insegna che le dimensioni della mappa non contano.
Sviluppatore / Publisher: Luis Antonio / Annapurna Interactive Prezzo: 20,99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 18 Disponibile Su: PC (Steam, Microsoft Store), Xbox One, Xbox Series X|S
Cosa avete fatto negli ultimi dodici minuti? La spesa? La doccia? Una vita piatta, in confronto a quella del protagonista senza nome di Twelve Minutes, interessante mix tra avventura thriller e escape room, opera prima di Luis Antonio distribuita da Annapurna Interactive.
In poco meno di un quarto d’ora il nostro uomo qualunque può morire folgorato, venir massacrato di botte, finire in overdose da psicofarmaci, fare i conti con il torbido passato dell’amata consorte, e più in generale trovarsi in una serie di situazioni kafkiane che rasentano la follia, al punto da preferire la morte alla ricerca della verità.
DUE CUORI E UNA TOPAIA
Eppure la serata era iniziata nel migliore dei modi: cena a lume di candela a base di microscopiche fette di torta accompagnate da acqua del rubinetto servita su un tavolo malconcio in un fatiscente bilocale grande poco più di un garage, mentre fuori diluvia. Dulcis in fundo, l’annuncio della moglie che rivela di essere incinta. Sapete se con il green pass si può prendere un volo per qualche remoto paesino dell’Ecuador? Poi una volta giunto a destinazione lo straccio e mi metto in quarantena perenne, per evitare qualsiasi ripensamento.
HO INTERROTTO QUALCOSA?
Nel bel mezzo dell’idillio, bussano alla porta. “Aprite, polizia!”. Che si fa? Si apre, ovviamente. La donna viene accusata di essere la responsabile dell’omicidio del padre, avvenuto diversi anni prima, ma lei si giustifica dicendo che è venuto a mancare a causa di un infarto. Nonostante il trambusto si nota che il losco figuro entrato non appartiene alle forze dell’ordine, ma ha tutto l’aspetto di un sicario. E a questo punto, in un modo o nell’altro, facciamo una brutta fine. Game over? No, in Twelve Minutes la morte è parte integrante del gioco: intrappolati in un loop temporale, appena ci lasciamo le penne ritorniamo nel momento esatto in cui abbiamo varcato la porta di casa.
Dopo un comprensibile attimo di smarrimento, ecco che la nostra dolce metà ci propone di nuovo la cena a lume di candela con la torta più triste della storia della pasticceria. In lontananza sentiamo la sirena della polizia. Sappiamo cosa sta per accadere e dobbiamo evitarlo a tutti i costi, o saremo costretti a mangiare schifotorte per l’eternità.
EFFETTO FARFALLA
Dopo due o tre fini ingloriose tutte uguali, iniziamo a farci furbi e sfruttare il famoso “butterfly effect” per cambiare il corso degli eventi. Possiamo giocare d’anticipo e chiamare la polizia – quella vera – dicendo che c’è un intruso in casa. O nasconderci in bagno, luogo più indicato al nostro stato d’animo. O provare a spiegare alla coniuge l’incubo che stiamo vivendo. O magari metterla alle strette e farci spiegare perché sta per arrivare una specie di Agente 47 a toglierci di mezzo. Le possibilità sono molteplici e sta a noi creare la situazione giusta per guadagnare tempo e acquisire nuovi indizi che ci torneranno utili la prossima volta che ci ritroveremo all’inizio di quei maledetti dodici minuti.
Continua nella prossima pagina…
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