Leggo sempre con un po’ di tenerezza le lamentele riguardo la sanità pubblica. Certo, c’è il rischio di entrare in ospedale per una sinusite e subire l’amputazione di una gamba, ma dovreste vedere che accade in Underward.
Sviluppatore / Publisher: Intense / Intense Prezzo: 7,79 Euro Localizzazione: Interfaccia e testi Multiplayer: Online Co-op PEGI: Non disponibile Disponibile su: PC (Steam) Data d’uscita: Già disponibile
Benvenuti nel famoso ospedale San Lazzaro, specializzato nel far tornare in vita chi dovrebbe rimanere defunto. Struttura all’avanguardia negli anni ‘70 del secolo scorso, saltuariamente utilizzata anche come sala per interrogare terroristi e dissidenti politici, è stata dismessa in seguito a una serie di incidenti biologici, definizione politically correct per indicare la presenza di creature indescrivibili che giravano per i corridoi con troppi arti e pessime intenzioni. Sviluppata lungo vari piani sotterranei, perché il concetto di “uscita di sicurezza” all’epoca lasciava spazio alla creatività, ora necessita di una squadra in grado di recuperare cilindri criogenici dal contenuto inquietante rimasti lì sotto. Indovinate chi farà parte del team?
Underward è un horror game cooperativo in prima persona dall’aspetto grafico molto caratteristico, grazie a un filtro che restituisce un feeling a metà tra una vecchia camera di sorveglianza e i film found footage come The Blair Witch Project. Sviluppato e distribuito dalla casa nipponica Intense, promette angoscia e claustrofobia mentre si tenta di raggiungere l’ascensore che ci porterà ancora più in basso, laggiù dove ogni sorta di orrore ci aspetta. Indossiamo dunque la tuta protettiva di dubbia efficacia, afferriamo le nostre torce tremolanti, e scendiamo a fare il nostro sporco lavoro. Del resto, se c’è una cosa che i film horror ci hanno insegnato, è che esplorare ospedali abbandonati teatri di esperimenti falliti è sempre una splendida idea.
UNDERWARD, IL SOKOBAN HORROR
Il gameplay di Underward è molto semplice: si esce da un ascensore e bisogna recarsi al successivo, che ci porterà al piano inferiore. Per attivarlo, è necessario disporre di un determinato numero di crediti, che ci vengono assegnati ogni qualvolta portiamo a destinazione un cilindro criogenico.
Underward trasforma la sopravvivenza in una sfida logistica, e ogni movimento può essere fatale

Eccomi mentre sposto l’enorme cilindro criogenico. Notate l’indicatore di rumore, siamo a livello “vicino con il tagliaerba alle 7AM di domenca”.
Indispensabile mettere in pratica ogni tipo di stratagemma per distrarre i nostri predatori: utilizzare le torce elettriche il meno possibile, muoversi nell’ombra, lanciare oggetti in angoli lontani per sviare l’attenzione e soprattutto avere il passo felpato. Da questo punto di vista Underward ricorda un po’ The Outlast Trials, anche se una volta che i mostri ci individuano è molto difficile far perdere le proprie tracce e l’incontro porta a morte quasi certa.
DA UNO A QUATTRO GIOCATORI, CHE SIGNIFICA?
Quando nelle specifiche di un gioco leggo “da 1 a n giocatori”, scatta subito il mio personale allarme anti delusione. Un po’ come il ristorante che scrive “cucina tipica” e poi ti serve pizza surgelata. Controllo quindi con maniacale attenzione che l’esperienza non sia in realtà un tripudio di multiplayer obbligato, con la modalità in solo infilata a forza giusto per accontentare tutti.
Il single player è un po’ punitivo, e l’ingeneroso tempo limite non aiuta
Già che siamo in tema, la localizzazione pare più un meme che un lavoro di traduzione, per cui se potete giocatelo in inglese. C’è dunque differenza tra single player e multiplayer? Nel primo caso si muore molto più velocemente, perché nessuno ti copre le spalle o ti soccorre quando sei a terra. Inoltre, viene meno la possibilità di spingere tutti assieme i cilindri criogenici mettendosi a trenino come ai balli di fine anno, guadagnando notevole velocità. Diventa tutto più difficile. Considerando però che nei party formati al volo spesso ci si trova con giocatori intenti solamente a soffiarti il loot e ignorarti bellamente quando hai bisogno di aiuto, direi che potreste farvi forti dei detti popolari “chi fa da sé fa per tre” e “meglio soli che male accompagnati” e lanciarvi in solo; personalmente mi sono divertito molto di più giocando unicamente in compagnia del mio immenso ego.
LO SPETTRO DEL MOVING SIM
Se gli hater di Death Stranding hanno definito la creatura di Kojima un walking sim, potremmo dire che Underward è un simulatore di trasloco. L’unico obiettivo è trascinare mobilio organico da un punto A fino a un punto B, e sebbene la generazione procedurale dei livelli garantisca ambienti diversi a ogni partita, dopo un po’ di run ci si accorge che sono sempre le solite quattro o cinque stanze disposte in maniera differente, con una spruzzata di ostacoli random a complicarci la vita: la piscina, l’armadio di traverso, il cumulo di barelle che possiamo superare solo accovacciandoci, i fili elettrici penzolanti e scoperti da rendere innocui disattivando il generatore e così via.
Dulcis in fundo abbiamo anche un tempo limite non proprio generoso che a un certo punto costringe al rush mandando a monte tutte le attente mosse pianificate fino a quel momento. Peccato, perché l’atmosfera è molto riuscita e sarebbe bastato aggiungere qualche side quest per rendere memorabile la produzione. Con un prezzo inferiore ai dieci euro, in ogni caso, impegnerà per il giusto ammontare di tempo a tutti gli amanti del genere horror, specialmente se dotati di qualche amico.
In Breve: Underward è un horror game cooperativo in prima persona in cui i giocatori esplorano un ospedale abbandonato, recuperando cilindri criogenici mentre sfuggono a creature mutanti. Il gioco richiede abilità di stealth per muoversi al buio e in silenzio senza allarmare i mostri. La grafica, ispirata ai found footage, amplifica l’atmosfera claustrofobica. Il multiplayer consente il gioco fino a quattro persone, ma il single player risulta più complesso e punitivo. Nonostante la ripetitività degli ambienti e alcune limitazioni nel design, l’esperienza è coinvolgente, soprattutto per gli amanti dell’horror.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: AMD Ryzen 9 6900HS, 16GB RAM, GeForce RTX 3080, SSD
Com’è, Come Gira: Le brevi attese per entrare in gioco rendono l’esperienza godibile, e il netcode pare buono non avendo mai sperimentato alcun lag. Niente da segnalare sul piano tecnico, purtroppo la localizzazione è ignobile.