A Vanillaware, sviluppatore di Unicorn Overlord, piace omaggiare i classici e reinterpretarli con amore e rispetto. Stavolta è il turno di Ogre Battle, e il risultato è un trionfo!
Sviluppatore / Publisher: Vanillaware / SEGA Prezzo: € 60,98 Localizzazione: Assente Multiplayer: Competitivo asincrono PEGI: 12 Disponibile su: Playstation 5, Switch. Xbox Series X Data d’uscita: 8 marzo 2024
Mai un gioco tanto bello è stato sulle prime così divisivo. Basta fare un giro online sui gruppi dedicati ai giochi di strategia dopo la pubblicazione della generosa demo per capire quanto le battaglie di Unicorn Overlord possano non soddisfare tutti i palati, con piccoli plotoni che si fronteggiano facendo apparentemente tutto di testa loro, senza l’intervento del giocatore. Nulla di strano, è una storia vecchia come il mondo: Ogre Battle: The March of the Black Queen (il nome ci suggerisce che il suo creatore, Yasumi Matsuno, era decisamente un fan sfegatato della leggendaria band di Freddie Mercury) è il diretto ispiratore del nuovo gioco Vanillaware, e presentava un sistema simile già nel lontano 1993.
Anche allora il giudizio della critica non era stato unanime, e per questo molti ricordano la saga principalmente grazie allo spin-off Tactics Ogre e alla sua eredità, una formula destinata a plasmare titoli fondamentali come Final Fantasy Tactics, non a caso firmato dal medesimo autore. Eppure, vi invito a investire il dovuto tempo per assimilare un sistema di gioco profondo e appagante come pochi, uno di quelli che ti spinge a combattere un’ultima battaglia prima di spegnere ché è tardi, e che ti fa maledire George Kamitani e compagni quando ti rendi conto che nel frattempo sono passate quattro ore come se nulla fosse. Sì, mi è successo davvero: Unicorn Overlord è un gioco pericolosissimo per produttività e vita sociale.
L’ARTE DELLA GUERRA SECONDO UNICORN OVERLORD
Anche la trama del gioco nasconde un’anima tutta da apprezzare, nonostante le prime battute suggeriscano un canovaccio fiabesco fin troppo abusato, con il giovane principe Alain destinato a reclamare il trono dopo essere stato salvato in tenera età dalla sanguinaria rivolta ordita dal generale Valmore ai danni del pacifico regno di Cornia. La sua sete di vendetta lo porterà ad attraversare cinque enormi nazioni, stringendo alleanze per formare un esercito con cui vendicare la morte della madre e unire nuovamente il suo popolo, mentre il vero piano della sua nemesi metterà in pericolo l’intero continente di Fevrith.
Una cosa è certa: quegli scambi di colpi sulla carta casuali e caotici riveleranno presto un livello di controllo da parte del giocatore pressoché totale grazie all’introduzione di una serie di script del tutto simile al mai troppo apprezzato Gambit System di Final Fantasy XII. Ci arriviamo subito, il tempo di un’infarinatura di base: il cuore del gioco è rappresentato dalle singole squadre, piccoli plotoni dove le unità vanno posizionate su una scacchiera di sei caselle. Chiaramente i guerrieri disposti in prima linea avranno il compito di assorbire gli attacchi ma, a seconda delle pedine dell’avversario, ci saranno altri elementi da considerare come arcieri o cavalcatori di grifoni, perfettamente in grado di ignorare la prima linea con picchiate o proiettili.
Ogre Battle: The March of the Black Queen è il diretto ispiratore del nuovo gioco Vanillaware
È solo la punta dell’iceberg e, sebbene mi renda perfettamente conto di quanto soverchianti possano sembrare i fattori in gioco, i meccanismi che animano la magniloquenza strategica di Unicorn Overlord sono facili da comprendere dopo qualche battaglia, e l’appagamento che deriva dall’arrangiare le formazioni per scovare la squadra perfetta è qualcosa di indescrivibile, anche alla luce del gran numero di classi disponibili; sotto questo aspetto il gioco ne elenca la bellezza di ottanta, anche se tale numero tiene conto delle promozioni e di alcune vocazioni uniche, destinate solo a particolari protagonisti.
SENJOU NO OKAMI
Ovvero “il lupo del campo di battaglia”, un titolo perfettamente adatto al principe Alain. Tra un combattimento e l’altro c’è un mondo da riunire, strappando città dal giogo di Valmore e ricostruendole per accedere a una serie di utili servizi: si va dalle classiche botteghe (con un campionario sempre limitato che spinge a creare una vera e propria rete di approvvigionamento) al Colosseo, dove riscattare premi partecipando a match casuali e classificati contro i gladiatori della CPU o gli “spettri” degli altri giocatori, fortunatamente senza scucire un soldo per usufruire dei servizi online della console di turno. Chissà, arrivando in cima alla montagna di cadaveri potreste addirittura guadagnare la fiducia del titanico campione dell’arena.
Fevrith non è un banale susseguirsi di carneficine, e l’esplorazione dell’overworld nasconde una consistente mole di segreti da scoprire
A tal proposito, apro e chiudo rapidamente un inciso, dato che stiamo parlando di chiacchiere assortite: Unicorn Overlord non è un gioco particolarmente verboso, ma la mole di dialoghi presente è comunque massiccia e spesso disorientate, un elemento dovuto alla libertà concessa che permette senza problemi di passare da un avvenimento all’altro se si desidera ignorare momentaneamente la narrazione principale. Il doppiaggio in inglese e giapponese è assolutamente perfetto, ma questo è un gioco dove la padronanza della lingua d’Albione è una necessità, quindi valutate bene l’acquisto considerando anche questo cruciale particolare. Oltre alle battaglie indispensabili per portare avanti la vicenda e a quelle secondarie figurano quelle di liberazione, indispensabili per iniziare a interagire con i centri abitati.
Ho trovato il livello intermedio forse un po’ troppo permissivo, anche per colpa della possibilità di usare liberamente oggetti curativi prima di ogni scontro
Da segnalare che Fevrith non è un banale susseguirsi di carneficine, e l’esplorazione dell’overworld (permettetemi il termine) nasconde una consistente mole di segreti da scoprire, e se il gioco vi prenderà come ha catturato me potete serenamente mettere in conto sin da adesso un centinaio abbondante di ore di gioco. Ci sono tesori sepolti che aspettano solo di essere rinvenuti e misteri legati alla storia del continente che nascondono armi leggendarie; con un po’ di fortuna potreste imbattervi nei cerchi magici dove evocare le battaglie ausiliare, ovvero la tappa ideale se dovete guadagnare qualche livello alla svelta. Sono scenari “fantasma” dove non si incorre in penalità in caso di sconfitta e possono essere ripetute a volontà; meglio ancora, come ricompensa elargiscono tomi in grado di regalare massicce iniezioni di punti esperienza alla truppa.
L’INEQUIVOCABILE STILE VANILLAWARE
Unicorn Overlord è un’esperienza sinestetica potente, un risultato quasi scontato quando parliamo della casa di George Kamitani. L’iconico stile di disegno a mano traccerà sullo schermo le più belle battaglie bidimensionali che abbiate mai visto, mentre la solenne colonna sonora firmata da Hitoshi Sakimoto e dal suo studio Basiscape donerà importanza ed enfasi a ogni azione. Mi rendo conto che con un gruppo di sviluppatori simile i complimenti siano quasi pleonastici, ma di fronte alla perfezione audiovisiva è difficile restare in silenzio.
Mi rendo conto che con un gruppo di sviluppatori simile i complimenti siano quasi pleonastici, ma di fronte alla perfezione audiovisiva è difficile restare in silenzio
Un mezzo passo falso che mi porta alla memoria disastri del calibro di Project X Zone e che, sommato all’abbondanza di espedienti con cui sfuggire al game over anche negli scenari più disperati (ricominciando a giocare come nulla fosse al termine del tempo a disposizione, per dirne una), rischia di addolcire forse eccessivamente la sfida e macchiare il curriculum di un gioco altrimenti straordinario. Il mio consiglio è quello di iniziare subito ad affrontare il livello più arduo; male che vada avrete sempre tempo per fare un passo indietro.
In Breve: Unicorn Overlord è incredibile, uno strategico profondo e abbordabile che resuscita e rende attuale la formula di un classico divisivo come Ogre Battle, dormiente oramai dai tempi di Person of Lordly Caliber. Bello da vedere ed ascoltare, magnetico e impossibile da abbandonare: è tutto giusto, al netto di alcune piccole pecche elencate nel corpo della recensione. Giochi simili non li fanno davvero più, dunque non fatevelo scappare.
Piattaforma di Prova: Switch
Com’è, Come Gira: Switch è la macchina ideale su cui giocare Unicorn Overlord: ci sono scontri mordi e fuggi come le battaglie di liberazione che si adattano divinamente alla natura portatile della console Nintendo, e la natura a turni dei combattimenti non grava assolutamente sulle sue limitate capacità hardware.