Utawarerumono: Mask of Truth - Recensione

PS Vita PS4

Se state leggendo questa recensione le motivazioni possono essere due: o siete tra i pochi eletti a conoscere questa serie, o siete giunti qui spinti dall’impronunciabile titolo del gioco. In quest’ultimo caso, credo sia necessaria una piccola introduzione. Utawarerumono è una serie sviluppata da Leaf nel 2002 per PC che mescola sapientemente combattimenti tattici ed elementi RPG a una classica visual novel. Un ibrido che, in particolar modo in Giappone, ha avuto un grande impatto su pubblico e critica, tanto da spingere Aquaplus a sfornare due sequel: Mask of Deception e Mask of Truth. Uscite nel Sol Levante un anno fa, le due visual novel sono approdate a distanza di pochi mesi su PS4 e PS Vita anche qui in Europa, ed io ho avuto modo di giocare il terzo ed ultimo capitolo di questa particolare saga nipponica.

L’HAREM DI CASA OSHTOR

Mask of Truth è un sequel diretto di Mask of Deception, ragion per cui – se non avete giocato il primo – vi sconsiglio caldamente di iniziare da questo capitolo. In realtà, il gioco propone un piccolo riassunto degli avvenimenti, ma vi sentirete comunque piuttosto spaesati; se siete interessati, il mio consiglio è quello di guardare in primis l’anime di Utawarerumono per un’infarinatura e – successivamente – procedere con Mask of Deception e Mask of Truth.

il mio consiglio è quello di guardare l’anime di Utawarerumono

Venendo al gioco, il nuovo capitolo vede nuovamente Oshtor, Kuon e compagni intenti a placare definitivamente il conflitto tra le nazioni di Yamato e Tuskur. Una storia tutto sommato buona che non risparmia colpi di scena e momenti interessanti, tuttavia le costanti sequenze di vita quotidiana che vedono protagonisti il folto cast al femminile e il buon Oshtor tenderanno a spezzare l’interesse generale; il più delle volte dovremo infatti subirci ore di dialoghi con le nostre compagne di viaggio (immancabile qualche classica scena ecchi), così come altre sequenze più spensierate che vedranno i vari personaggi godersi un po’ di sano relax. La storia risulta comunque piacevole, soprattutto in fase avanzata, dove le cose si fanno realmente interessanti.

IN GUERRA CONTRO YAMATO

Le quaranta ore che serviranno per terminare la visual novel saranno per fortuna intervallate da alcune sporadiche battaglie tattiche (come per il predecessore), con meccaniche che ricordano i più conosciuti Fire Emblem o Disgaea.Tornano dunque gli attacchi concatenati, le abilità speciali, e l’Overzeal, che permette di acquisire bonus passivi temporanei durante il combattimento. Ad arricchire il battle system ci pensano poi gli attacchi combinati: posizionando due unità vicine sarà possibile scatenare una serie di attacchi speciali oppure una tecnica particolarmente potente denominata Co-op Final. A parte questa piccola novità i combattimenti sono rimasti perlopiù invariati, ma risultano comunque divertenti anche se forse un pelino troppo facili ad eccezione di qualche battaglia.

Ad arricchire il battle system troviamo gli attacchi combinati: posizionando due unità vicine sarà possibile scatenare una serie di attacchi speciali oppure il potente Co-op Final

Mask of Truth introduce anche un paio di modalità interessanti, Red vs White e Munechika’s Trials. La prima ci permette di suddividere le nostre unità in due squadre random e di combattere all’interno di una mappa generata casualmente; la seconda funge invece da vero e proprio tutorial con una serie di sfide che aiutano a padroneggiare i vari personaggi, ricompensando con punti esperienza e oggetti bonus. Si tratta di due novità decisamente importanti, dato che servono non solo a spezzare un po’ da ritmo della visual novel, ma anche a potenziare le nostre unità senza dover obbligatoriamente rigiocare le battaglie precedenti come succedeva in Mask of Deception. Per il resto, il gioco non propone ulteriori novità, si tratta semplicemente di un “more of the same” dove gran parte del tempo verrà passata skippando dialoghi (basta spingere un unico tasto, e volendo è possibile attivare anche l’Auto-Skip), con qualche combattimento a spezzare – ahimè con scarsa frequenza – l’avventura.

Per quanto riguarda il lato tecnico ho apprezzato molto gli splendidi artwork che accompagnano i lunghi dialoghi di Mask of Truth, un po’ meno gli scenari che fanno da sfondo alle battaglie dove il titolo sfoggia un comparto grafico piuttosto datato con modelli e texture decisamente scarni.

Voglio essere abbastanza chiaro: se siete votati all’azione, molto probabilmente, Mask of Truth non è il gioco che fa per voi. Quella che abbiamo tra le mani è una classica visual novel con ore di dialoghi a corredo, intervallati ogni tanto da qualche battaglia. Per fortuna, le due modalità aggiuntive riescono in qualche modo a spezzare la lettura, soprattutto per chi desideri dilettarsi con un po’ di “sano” grinding. Ovviamente, se amate le visual novel, e non vi spaventa passare ore e ore a leggere, saprete sicuramente apprezzare la storia di Mask of Truth, a patto di aver giocato almeno il suo predecessore. Come per gli altri prodotti di questo tipo, Mask of Truth è totalmente in inglese e necessita di una buona conoscenza della suddetta lingua.

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Pro

  • Storia ricca di spunti interessanti…
  • Le due nuove modalità sono una piacevole aggiunta.

Contro

  • … ma fatica a partire.
  • Combattimenti troppo facili ad eccezione di qualche battaglia.
6.5

Sufficiente

È l’ultimo arrivato in famiglia e gli va di gran lusso che non lavora in redazione ma da casa sua, altrimenti farebbe la fine di Seppia nella serie Boris, con Claudio “Renè” Todeschini a tallonarlo con vessazioni di ogni tipo. Il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette.

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