Sulle console di casa Sony approda il remake del primo capitolo che ha dato vita al franchise di Utawarerumono.
Sviluppatore / Publisher: Leaf / Nippon Ichi Software Prezzo: non disponibile Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: 18 Disponibile su: PlayStation 4, PS Vita
Per affrontare un titolo quale Utawarerumono: Prelude to the Fallen è giusto posizionarlo nel tempo e nello spazio. Franchise attivo da quasi due decadi, che ha visto oltre alla serie videoludica affiancarsi anche una trasposizione anime, questo capitolo si colloca come remake della prima incarnazione, questa volta per uscire dai confini strettamente giapponesi e affacciarsi sul mercato europeo e occidentale.
UNA NOVELLA GIAPPONESE
Come prassi per storie di questo tipo, utili a far immedesimare il giocatore con il protagonista, il nostro eroe si risveglierà senza alcun ricordo in un capanno, accudito dagli abitanti del villaggio.
Non ha memoria della sua identità, tanto meno del suo passato. L’unica cosa che lo contraddistingue è una particolare maschera posta sul suo viso, che non riesce a togliere. Mentre il nostro eroe cercherà di riprendersi fisicamente, entrerà in contatto con il pacifico insediamento, i cui abitanti gli doneranno il nome Hakuoro, in attesa il ritorno della memoria possa ridargli la sua vera identità.
Utawarerumono: Prelude to the Fallen è una visual novel nuda e cruda
Chiamata alla armi per tutti gli amanti delle visual novel: la prima e non indifferente sfida che ho dovuto affrontare nell’approcciarmi con questo titolo è stato entrare nella stessa lunghezza d’onda di quel 70% di visual novel che compongono il mercato dei videogiochi per PC nel paese del Sol Levante.
Passeranno ore prima di affrontare un nuovo combattimento a turni
GLI ATTREZZI DEL MESTIERE
Dal punto di vista del genere, non posso che confermare la natura del titolo, con il gioco che si conferma una visual novel nuda e cruda per la maggior parte dei contenuti proposti, con tutte le conseguenze che questo comporta – quali personaggi femminili spesso ammiccanti e riproposizione continua di scene al limite dell’eroge, senza mai sfociare in un vero e proprio hentai – con l’aggiunta, però, di particolari e concitate fasi di combattimento a turni.
Continua nella prossima pagina…
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