Grazie al trattamento cyberpunk di Theta Division, le avventure grafiche sono pronte per il futuro (piovoso e distopico, ovviamente).
Sviluppatore / Publisher: Theta Division / Blood Music Prezzo: 14,99 € Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: ND Disponibile su: PC (Steam)
Se Cyberpunk è il gioco più atteso di quest’anno, il cyberpunk inteso come genere e ambientazione è destinato a diventare con ogni probabilità la tendenza dominante dei prossimi mesi, sulla scia dell’inevitabile successo del gioco firmato da CD Project. Per omaggiare la capacità visionaria di Gibson, in grado di anticipare un avvenire dominato da tecnologia e megacorporazioni, voglio lanciarmi anche io in una previsione futuribile: pochi altri giochi, o forse nessuno, riusciranno a cogliere alla perfezione lo spirito del cyberpunk come VirtuaVerse, intrigante avventura grafica realizzata dal team indie Theta Division.
ALZARSI COL PIEDE SBAGLIATO
Anche le epopee più distopiche iniziano sempre da piccoli avvenimenti. Lo sa bene Nathan, destinato a diventare protagonista di una vicenda che metterà in crisi la sua intera percezione della realtà, iniziata nel giorno in cui ha scoperto di essere stato lasciato con un messaggio scritto sullo specchio del bagno, pochi istanti dopo aver rotto il Visore AVR cadendoci sopra nel sonno.
Come farebbe chiunque, Nathan non si accontenta dello stringato ed enigmatico messaggio d’addio di Jay e decide di cercarla per avere spiegazioni, non prima però di aver risolto il piccolo intoppo con le lenti e la batteria del suo visore. Nathan, infatti, è uno dei pochi umani in circolazione a cui è ancora concesso di accedere a suo piacere alla Realtà Permanente, ma vivendo sconnesso da questo nuovo livello dell’esistenza rischia di perdersi diversi dettagli. E non solo lui: l’utilizzo del visore, infatti, è una delle intuizioni attraverso cui VirtuaVerse innova e rinnova un genere classico come l’avventura grafica.
PENSA FUORI DAL VISORE
Date per morte e resuscitate più volte di un supereroe Marvel, le avventure grafiche hanno dovuto cambiare spesso pelle per adattarsi allo spirito del tempo. VirtuaVerse ignora bellamente gli slanci da simulatore di scelte etiche alla Telltale per rifarsi invece al punta & clicca duro e puro, senza negarsi come già detto innovazioni significative.
Il visore, utilizzabile dopo il primo atto, consente infatti di alternare il proprio sguardo tra la realtà fisica e quella Permanente, facendo così interagire i due piani. Altre volte, invece, è un approccio registico di stampo maggiormente cinematografico a consentire il ricorso a soluzioni originali, come il passaggio in prima persona di fronte al nastro scorrevole di un sushi all you can eat, per consentirci di sabotare il giusto piatto.
L’avventura ci spingerà a alternare il nostro sguardo tra la realtà fisica e quella permanente, facendo così interagire i due piani
Non sempre tutto funziona alla perfezione, nello specifico ho capito che avrei dovuto rendere piccante il piatto di quel povero disgraziato prima ancora di sapere perché, ma quando il meccanismo scorre liscio l’universo narrativo di VirtuaVerse riesce a trasmettere informazioni attraverso qualunque elemento, sia questo un murales o la posizione di un tizio che passeggia per strada.
Continua nella prossima pagina…
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