In uno scenario in cui i twin stick shooter vecchio stile hanno ceduto il passo ai bullet heaven, Viscera prova a tornare sul classico, con azione velocissima, tonnellate di nemici e high score da raggiungere. Ma riesce anche a fare un buon lavoro?
Sviluppatore / Publisher: Animation Logic / Animation Logic Prezzo: ND Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: ND Disponibile Su: PC (Steam) Data di Lancio: 12 novembre
Io lo capisco che non è bello, quando un genere che a te piace finisce per essere rimpiazzato da una sua derivazione che però ne altera alcune componenti fondamentali. Per esempio: a me gli sparatutto multiplayer – nonostante la mia mira peregrina – piacciono, ma c’è stato un periodo in cui quelli che tiravano erano tutti o battle royale o extraction shooter. Mi piacciono anche i roguelite, ma ultimamente c’è una vera e propria inondazione di deckbuilder roguelite, sottogenere che invece non apprezzo altrettanto (Griftlands mi brucia ancora).
E quindi capirei se ci fossero fan dei twin stick shooter che guardassero con un po’ di antipatia al successo di Vampire Survivors e dei bullet heaven che da lui sono nati. Ma ogni tanto qualcuno che guarda a prima del 2020 c’è: è il caso di Viscera, dello studio canadese Animation Logic.
VISCERA SÌ, MA STO GIRO NIENTE CLEANUP DETAIL
Viscera in realtà qualche concessione ai tempi moderni la fa: mano a mano che ammazziamo nemici il nostro personaggio sale di livello e sblocca nuovi potenziamenti passivi, esattamente come in un bullet heaven. Ma per il resto, il concept di gioco non lascia troppo spazio a finezze e complessità meccaniche: veniamo catapultati in una mappa non molto grande, senza nessuna spiegazione (bene, al rogo le intro che se voglio leggere apro un libro), immediatamente attaccati da orde di nemici che non desiderano altro che spedirci alla schermata del Game Over. A seconda del livello – quattro in totale – partiremo anche con un’arma prefissata, mentre altre le troveremo casualmente, quando vengono lasciate cadere dai nemici.
molte armi sono al di sotto della soglia dell’utilizzabile
Vale anche un attimo la pena parlare dei potenziamenti passivi. Premesso che personalmente avrei preferito spiegazioni più chiare e dirette dei loro effetti piuttosto che tre righe di spiegazione sugli impianti sottocutanei e le droghe epidurali, ce ne sono due categorie di cui vale la pena parlare: il primo è quello già citato che ci permette di avere accesso ad armi più avanzate, e il secondo è quello che ci permette di sbloccare perk passivi più potenti. Entrambi sono importanti per riuscire ad arrivare alle medaglie più avanzate (la difficoltà dopo i primi tre-quattro minuti sale rapidamente), e appaiono frequentemente ma non sono garantiti; non è quindi impossibile trovarsi dopo cinque-sei minuti senza ancora visto uno, e capite che questo non è esattamente un buon auspicio per la durata della run. E al di là di questo devo dire che la maggior parte dei potenziamenti sono piuttosto banali, limitandosi a miglioramenti numerici delle capacità del nostro personaggio senza mai offrire nulla che cambi l’approccio agli scontri.
Per il resto, il gioco a livello di meccaniche non è che sia particolarmente complesso. Si entra e si spara, come dicevo sopra, e fra powerup temporanei, esplosioni e nemici non ci vuole molto prima che lo schermo si riempia.
FAR SPARARE A COSE È UNO DEI MODI PIÙ SICURI DI DIVERTIRE I GIOCATORI
HASTA LA VISTA
Da quello che ho scritto finora credo che si possa intuire come Viscera non sia un gioco che mi ha entusiasmato particolarmente. Per carità, non penso che sia un gioco da buttare via: alla fine si spara un sacco e questo è bene, e vista la durata non eccessivamente lunga delle run (ogni medaglia richiede di sopravvivere 5 minuti in più rispetto alla precedente) c’è sempre quella sensazione di dire “dai, vediamo se stavolta riesco a spingermi più avanti”. Ma Viscera resta comunque un gioco che non consiglierei con entusiasmo a un amico: aspetto grafico non entusiasmante e spesso troppo caotico, scarsa ottimizzazione, bilanciamento delle armi pessimo, livelli anonimi, musica giusto discreta, insomma ci sarebbe parecchio da fare per renderlo un gioco veramente valido. Così se la cava e basta.
In Breve: Viscera è un gioco in cui si spara bene a tante cose, e lo si fa bene, e quindi già questo basta a metterlo sopra la soglia dell’accettabile. Detto questo, non fa tanto altro che sia degno di lode, e il risultato su schermo è un miscuglio caotico e nemmeno tanto bello da guardare. Peccato perché l’idea del gioco senza tanti fronzoli ci sta tutta, ma così siamo lontani da una sua buona realizzazione.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Ryzen 5 3600, 16 GB di RAM, GeForce GTX 3060, SSD
Com’è, Come Gira: Non è bellissimo e non gira neanche benissimo: appena la situazione si fa accesa i rallentamenti al di sotto dei 30 FPS sono praticamente la regola, e non sono sicuramente giustificati dall’impatto grafico.