Warcraft compie trent’anni e Blizzard ci invita alla festa dando nuova vita ai primi due episodi della saga che più di tutte ha contribuito a costruire la sua leggenda. Qualcosa però è andato storto.
Sviluppatore / Publisher: Blizzard / Blizzard Prezzo: € 9,99 (Warcraft) / € 14,99 (Warcraft II) Localizzazione: Testi Multiplayer: Competitivo online (Warcraft II) PEGI: 12 Disponibile su: Battle.net. Data d’uscita: Già disponibile
Alla fine, se ci pensi, Warcraft su The Games Machine rischiava di passare inosservato. Apparso così, di botto, su un numero natalizio (il 70 per la precisione, dicembre 1994) straripante di pezzi da novanta. Nascar Racing dei Papyrus, Shadow Fighter dai messinesi amici del NAPS team, un Sensible World of Soccer più grande della stessa vita e tanti altri titoli destinati a diventare classici rischiavano di calamitare completamente l’attenzione e lasciare per i fatti suoi la recensione del buon MAO, breve e corredata di tonnellate di box più o meno inutili come si faceva all’epoca.
Un 93% con Star Player di rito era il biglietto da visita per questo clone fantasy di Dune II, apparentemente più complesso (legname e oro al posto della sola Spezia? Guardate che ho solo due mani!) ma in grado di traghettare la strategia in tempo reale dalla fantascienza di Frank Herbert al fantasy, dando inizio a una vera e propria dinastia: tra quelle righe si iniziava a parlare di Azeroth, orchi e umani se la davano di santa ragione come il didascalico sottotitolo dell’opera lasciava brillantemente intendere e da lì a poco Blizzard non ne avrebbe sbagliata una.
Al contrario di quello che vi hanno insegnato le riviste di videogiochi, gli strategici in tempo reale non nascono con Dune II
IL MINIMO SFORZO DI WARCRAFT 1: REMASTERED
Al contrario di quello che vi hanno insegnato le riviste di videogiochi, gli strategici in tempo reale non nascono con Dune II: per scovare le radici del genere in occidente (in Giappone la storia è un filo diversa) dovremmo tornare addirittura al 1983 per studiare il fondamentale Stonkers di John Gibson su Spectrum. Westwood, tuttavia, ha il merito di aver codificato la grammatica del genere nel linguaggio universale che infiniti imitatori avrebbero seguito negli anni a venire; Blizzard è tra i primi allievi e, anche per questo, Warcraft: Orcs and Humans potrebbe apparire piuttosto “scomodo” da giocare oggigiorno, con la sua abbondanza di anacronistiche hotkey per compiere le più semplici azioni e una certa lentezza di fondo.
La qui presente Remastered svolge un egregio lavoro nell’ottimizzare e rendere più fluida e intuitiva la pionieristica esperienza originale, introducendo numerose opzioni per personalizzare l’interfaccia, renderla più attuale e in linea con input e scorciatoie che ogni giocatore di RTS dovrebbe aspettarsi nel 2024 e offrendo la scelta tra la colonna sonora classica e una rimasterizzata. Un bel passo avanti, ma la scintilla che spinse Stu Rose e compagni a investire tempo e fatica nella creazione del gioco fu l’assenza di una modalità multigiocatore in Dune II, un capolavoro da loro considerato altrimenti perfetto. Per questo il loro virgulto permetteva a due esseri umani di sfidarsi non solo via modem, ma anche in rete locale e tra macchine diverse come PC e Macintosh, addirittura usando il CD originale per installare copie dedicate allo svolgimento del match (Spawning) sul computer dell’avversario. Questa nuova edizione elimina completamente una componente tanto importante, conservando sì la modalità skirmish, ma relegandola solo alle battaglie contro la CPU. La cosa più assurda è la necessità di restare sempre e comunque connessi a Battle.net per avviare il gioco, un aspetto paradossale considerato quello che è stato tolto.
IL POCO IMPEGNO DI WARCRAFT 2: REMASTERED
In compenso c’è una nuova veste grafica, da alternare a quella classica con la pressione di un tasto, un po’ come accadeva nel The Dragon’s Trap di Lizardcube. Solo che in quel caso si trattava di un atto d’amore dalla bellezza commovente, qui sembra di essere davanti a un vecchio gioco per cellulare tipo Farmville. Non c’è dubbio che questa nuova pelle sia un elemento divisivo che, per lo meno, allarga l’area di gioco offrendo il supporto agli schermi widescreen. Volendo essere diplomatici il suo stile non mi fa impazzire, specialmente in Warcraft II dove la grafica originale ancora oggi mi pare assolutamente eccezionale, ma non nego che potrebbe rendere i due giochi più appetibile a quella fetta di pubblico che non ha potuto goderseli all’uscita per motivi demografici.
Messa da parte la parentesi estetica, Warcraft II: Remastered è il capitolo meno toccato dall’opera di restauro: l’interfaccia personalizzabile è al suo posto (niente tracce audio inedite, però) e le nuove campagne dell’espansione Beyond the Dark Portal si aggiungono a quelle originali, offrendo tante ore di divertimento. L’accesso a Battle.Net è ancora una volta obbligatorio, anche semplicemente per giocare contro la CPU, ma, per lo meno, l’indispensabile componente multigiocatore è presente all’appello, supportando tutte le mappe con cui la comunità si è misurata durante gli anni.
La qui presente Remastered svolge un egregio lavoro nell’ottimizzare e rendere più fluida e intuitiva la pionieristica esperienza del primo Warcraft
In Breve: Le cosiddette versioni “rimasterizzate” di Warcraft I e II mostrano il minimo sforzo possibile per riportare in auge due delle più importanti leggende del catalogo Blizzard. Un risultato così pigro e lacunoso avrebbe avuto senso se fosse stato regalato ai fan per celebrare il 30° anniversario di Warcraft, ma così com’è, si unisce a Warcraft III: Reforged nella schiera di prodotti mediocri che, fino a qualche anno fa, non ci saremmo mai aspettati dallo sviluppatore di Irvine. Thrall non approva.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Ryzen 7 5800X, RTX 4070 12Gb, RAM 32Gb 3600Mhz, SSD
Com’è, Come Gira: Tutto liscio come l’olio, e vorrei ben vedere. Va segnalato che – almeno per il momento – l’online di Warcraft II: Remastered non è dei più stabili.