Warriors Orochi 4 - Recensione

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In un modo o nell’altro, quello dei musou è un genere che difficilmente riesco a capire. Nonostante l’intrinseca finalità di proporre al pubblico un gioco dove la maggior parte del divertimento è quello di falciare centinaia di nemici ebeti con la semplicistica pressione di un tasto, gran parte degli esponenti del genere sembrano giochi con una forte struttura di gioco, ma mai esplorati o perfezionati, rendendoli titoli dalla ingente componente ripetitiva mai giustificata.

La serie Warriors Orochi in questa situazione è particolare, difatti si presenta come titolo crossover capace di ospitare un roster di personaggi presi da vari Dinasty Warriors e Samurai Warriors, infarciti da altri inediti, raggiungendo in Warriors Orochi 4 l’incredibile cifra di 160 e più personaggi giocabili. Come prassi del genere, la trama si muove sul sottilissimo e banale pretesto per gettare nella mischia il nostro team, composto da tre maestri d’armi, intenti a falciare quanti più nemici possibili, beandosi dei vari contatori su schermo di uccisioni totali e numero di colpi inferti.

UNO CONTRO TUTTI

Sul fronte del gameplay c’è da dire che si alternano notevoli meccaniche che alimentano la longevità e la diversificazione degli stili di combattimento; che un combattente abbia un raggio d’azione più o meno ampio, incasellare diverse combo può rendere ogni personaggio potenzialmente una mina vagante. Inoltre avremo la possibilità di switchare tra gli altri personaggi del team e, se l’azione verrà eseguita durante un attacco, concateneremo una potente combo di passaggio che riuscirà a fare facilmente piazza pulita dei nemici attorno, così da avere il tempo materiale di prendere i comandi del nuovo combattente. Oltre alle classiche combo, ci sarà anche la novità segnata dall’introduzione delle magie, e qui cominciano i veri dolori: l’intero comparto magico si basa sul forte riciclo di magie tra tutti i personaggi. Questo viene giustificato dall’utilizzo di particolari oggetti magici con relativo elemento di potere, ma chiaramente quando ci troveremo in un ipotetico team dove tutti e tre i nostri maestri d’armi avranno come magia di base un’onda di fuoco, la diversificazione dei personaggi risulterà solo sul lato estetico e nello stile di combattimento, perché per quanto riguarda le magie troveremo decine e decine di personaggi che condividono lo stesso identico stile arcano.

Oltre alle classiche combo, ci sarà anche la novità segnata dall’introduzione delle magie

L’HUB di gioco principale sarà il nostro campo base dove poter dar vita a qualche scambio di battute tra tutti gli eroi, potenziarli attraverso l’esperienza ottenuta e attivare diverse abilità passive. L’esperienza si potrà accumulare direttamente in battaglia, ma nel campo base avremo modo di gestirli al meglio per distribuire abilità, punti esperienza e formare il nostro team per la missione successiva. Si potranno anche mandare altri team in missioni secondarie, con la finalità di acquisire punti esperienza e avere quindi un minimo di possibilità di livellare passivamente qualche personaggio. Si potrà persino potenziare il livello stesso del campo, restituendo poi maggiore benefici in termini di valuta di gioco o esperienza alla fine di una missione principale o secondaria. Sarà possibile raccogliere e cambiare le armi, trovarne di più forti e aumentare il loro livello di attacco aggiungendo qualche combo particolare. L’assenza di una gestione delle magie sembra quasi confermare quanto questo aspetto sia stato concepito e mal inserito all’interno di Warriors Orochi 4, dato che come già accennato, ogni personaggio avrà un suo skill tree e relative abilità, tutte finalizzate ad una maggiore padronanza dello stile di combattimento, ma nulla che riguarda il potenziamento o la personalizzazione delle abilità magiche. Sorge spontaneo dunque pensare come i valori di attacco delle magie siano direttamente proporzionati al livello dell’eroe, quindi un sistema chiuso di cui si può usufruire, ma non modificare o personalizzare.

ANCORA, ANCORA UNA VOLTA

Con una campagna principale non meravigliosa in termini narrativi o di level design – ogni stage comprende la solita zona divisa in corridoi stracolmi di nemici – progredendo di capitolo in capitolo, alcuni eventi ci daranno l’occasione di ritornare sui nostri passi e affrontare nuovamente una missione che comprende come obiettivo finale l’uccisione di un arduo boss. La questione difficoltà purtroppo non esalterà i giocatori che cercano un livello di sfida impegnativo, dato che anche ai livelli più elevati sarà facilissimo progredire di capitolo in capitolo, a questo va aggiunta anche la possibilità già citata di aumentare sensibilmente il livello di un eroe spendendo punti esperienza nel campo base.

Alcuni eventi ci daranno l’occasione di ritornare sui nostri passi e affrontare nuovamente una missione

Sul campo di battaglia troveremo la solita fanteria da falciare in gruppo, assieme ad altri piccoli capitani che ci richiederanno qualche secondo in più del solito per essere abbattuti, e mostri o creature simili che comporteranno una spesa ulteriore in termini di tempo, ma mai abbastanza per rendere il gioco davvero soddisfacente. Meglio invece quando ritorneremo ad affrontare alcune missioni, con la possibilità di aumentare notevolmente la difficoltà, assieme alla presenza di boss degni di nota per forza e resistenza – e quasi viene da chiedersi perché tenere queste sfide come side quest, omettendole dal filone principale. Quindi è facile intuire come la longevità di Warriors Orochi 4 si basi principalmente su due fattori: giocare più e più volte le missioni della storia – o le side quest – per poi rigiocarle nuovamente con tutti i personaggi ottenuti. Una mossa davvero furba, eppure funzionale, considerato che la stessa introduzione di tutti i personaggi avviene in blocchi da tre o cinque a fine di ogni missione. Ciò ne impedisce un test pratico sul campo dato che nel giro di appena quattro missioni potremmo aver ampliato il nostro roster di circa venti personaggi. Questo, se visto sotto un’altra ottica, potrebbe anche essere un aspetto negativo, evidenziando una mancanza di gestione nell’introduzione di tutti gli eroi, portando inevitabilmente a un accumulo di personaggi impressionante unito all’impossibilità di livellarli tutti. Meglio quindi ritornare nelle side quest con team differenti e tentare combinazioni di diversi eroi per poi ricostruire la squadra se scopriamo un particolare personaggio di cui apprezziamo lo stile di combattimento.

Ottimo il comparto sonoro, con musica accattivante e un doppiaggio giapponese orecchiabile

A complicare ulteriormente le sessioni di gioco purtroppo c’è il sistema della telecamera che risulta al limite del frustrante: più volte sbatte o si incastra contro i muri rendendo impossibile avere un’ampia visuale della zona di combattimento. Anche gestendola manualmente si percepisce il suo essere elemento limitativo, quindi nelle situazioni scomode l’unico modo per resettare la visuale sarà muoversi verso un’altra zona. Ottimo il comparto sonoro, con musica accattivante e un doppiaggio giapponese orecchiabile che si adatta bene alle fasi concitate di azione serrata. Si apprezza comunque lo sforzo generale di cercare di vivacizzare un genere che, consapevole dei suoi limiti, si ostina a non osare mai di più, eppure sulla piazza ci sono tanti altri titoli che sono riusciti con poco a valorizzare e rinfrescare il genere, rendendoli anche più ricchi del solito (i due Dragon Quest Heroes tanto per fare un esempio), ma questa è un’altra storia.

Più di 160 personaggi, arene standard, migliaia di nemici da falciare via: Warriors Orochi 4 rimane fedele alla formula musou, costruendo un titolo forte degli stilemi del genere, come di tutti gli intensi difetti. La longevità risulta più consistente grazie al roster generoso e agli eventi secondari che portano a scoprire il gioco gradualmente, ma complessivamente il titolo non riesce – e forse non vuole – rivoluzionare il genere, presentando un pacchetto completo che soddisferà i fan, meno chi cerca divertimento continuo sulla lunga distanza.

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Pro

  • Più di 160 personaggi da utilizzare.
  • Longevità interessante…

Contro

  • …ma alla lunga la ripetitività prende il sopravvento.
  • Telecamera ingestibile.
  • Fin troppo semplice.
6.4

Sufficiente

Tra un tunnel carpale e l'altro, amo Dwayne "The Rock" Johnson, Independence Day, Destiny e il DC Extended Universe, tutti buoni motivi per farmi odiare.

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