“Stai giocando a un nuovo RPG! Chi è quello con la spada? Un Paladino? Un Berserker?”. “No, è un Mugnaio, e sta proteggendo la Levatrice, quella lì dietro, con l’arco”. In Wildermyth guidiamo un party di umili paesani verso la leggenda.
Sviluppatore / Publisher: Worldwaker Games / Worldwaker Games, WhisperGames Prezzo: 20,99€ Localizzazione: Assente Multiplayer: Cooperativo Online PEGI: ND Disponibile Su: PC (Steam, itch.io)
UFO: Enemy Unknown ha segnato la mia evoluzione di gamer rendendomi un amante dei combattimenti a turni ma anche un cliente esigente, che non si accontenta di gameplay “un colpo a testa e vediamo chi resta”.
Con questo spirito mi avvicino a Wildermyth, gioco di ruolo procedurale sviluppato da Worldwalker Games LLC e distribuito da WhisperGames.
MA QUALE “UNDO”, GIOCA E BASTA
Come in tutti i titoli di questo genere, difficoltà e permadeath sono gli ingredienti base dell’esperienza. Consiglio quindi la modalità “Carved in Stone”, in cui ogni scelta è irrevocabile. Se invece non amate perdere, mettetevi davanti allo specchio e giocate a sasso carta forbice da soli. Le Yondering Lands, un tempo prospere, sono invase dalle armate del male, che vanno respinte attraverso quattro campagne da affrontare in single player, più altre sette in cui possiamo avere al nostro fianco degli amici online. La natura del gioco comunque ci invoglia a giocare prevalentemente in solo. Ogni campagna è divisa in un numero variabile di capitoli, generati pseudo casualmente: la main quest rimane sempre la disfatta dei mostri, ma è costellata da missioni secondarie, opportunità e calamità sempre diverse. Scelte multiple influenzeranno sia il corso della storia che le nostre statistiche.
E LEONIDA MUTISSIMO
Tutti ricordiamo la celebre scena di 300 in cui Leonida chiede agli Arcadi che lavoro facessero. “Sono un vasaio, signore”, “Fabbro, signore”. E poi la blastata: “Spartani! Qual è il vostro mestiere?” seguito dall’urlo di guerra. In Wildermyth sono proprio le persone comuni a fronteggiare gli invasori, e infatti una delle prime armi da mischia che abbiamo a disposizione è una padella. Opportunamente guidato, il party di cinque improvvisati diventerà presto una brigata di Guerrieri, Cacciatori o Mistici.
SOLO TRE CLASSI? MA SCHERZIAMO?
La limitata scelta delle classi spiazza, dal momento che ci fornisce solo i tre personaggi base degli RPG: il tizio che picchia forte, quello che attacca da lontano e il cultore della magia. Ha però senso: non abbiamo a disposizione specialisti forgiati grazie a severissime selezioni, i nostri soldati fino a ieri raccoglievano patate. Fortunatamente poi guadagnano esperienza sul campo e livellano, acquisendo abilità attive o passive che li diversificano notevolmente.
Anche il rapporto che si instaura tra i membri del party è importante. Possono nascere rivalità, in un trionfo di colpi critici per far meglio dell’altro e distinguersi in battaglia, o amicizie grazie alle quali ci si guarda le spalle a vicenda, o anche l’amore, che come sempre complica un po’ tutto. Benedizioni, sortilegi e trasformazioni aggiungono molte variabili alla caratterizzazione dei nostri eroi, che impareremo ad amare.
OK, CI PICCHIAMO?
Le campagne di Wildermyth si affrontano in due modalità: una tattica, sulla mappa del mondo, in cui esplorare territori, costruire strutture e reclutare volontari, e una bellica, in cui assaltare le roccaforti nemiche o difendere i villaggi. Qui entra in scena la battaglia a turni, il cuore del gioco, in cui muoviamo le unità e attacchiamo, risparmiando punti azione quando possibile per eventuali contrattacchi durante le mosse degli avversari.
Continua nella prossima pagina…
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