WWE 2K25 – Recensione

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Visual Concepts e 2K tornano sul ring della WWE con l’edizione 2K25 della simulazione ufficiale con una nuova modalità di gioco inedita, un roster che attraversa la storia della disciplina e un nuovo Showcase che gioca con gli eventi storici. 

Sviluppatore / Publisher: Visual Concepts / 2K Prezzo: 74.99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Competitivo e cooperativo onlinePEGI: 16 Disponibile su: PC (Steam), PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S Data di uscita: Già disponibile

Come cambia la vita in soli 12 mesi: un anno fa, nell’incipit della recensione di WWE 2K24, raccontavamo di un annus horribilis della WWE, tra sconfitte che avevano deluso i fan e problemi nelle aule di tribunale. Oggi invece il prodotto WWE si trova in uno dei suoi apici più fulgidi, con un ricchissimo accordo su Netflix, una direzione creativa universalmente apprezzata e l’imprevedibile passaggio tra i cattivi di John Cena che ha fatto il giro dei TG di mezzo mondo.

Oggi la WWE ha senza dubbio alcuno riconquistato la propria leadership nel mondo del wrestling, mentre all’orizzonte si profila una WrestleMania impronosticabile, un tour europeo già sold out… e il nuovo capitolo di WWE 2K25, che per la prima volta da tantissimo tempo ampia la proposta contenutistica con una nuova modalità.

BENVENUTI SU THE ISLAND

Apriamo le danze, dunque, proprio con la nuova modalità introdotta in WWE 2K25, The Island ovvero l’Isola della Rilevanza, il bizzarro reality aperto a tutti che mette in palio un contratto con la WWE, ma soprattutto un briciolo di considerazione da parte di Roman Reigns, sovrano dell’isola nonché The Original Tribal Chief. 2K e Visual Concepts hanno mantenuto a lungo il riserbo intorno all’Isola, su cui sembrano puntare parecchio, al punto che nemmeno durante la nostra visita a Londra poche settimane prima del lancio ci è stato mostrato nulla. Appena ricevuto il codice review, dunque, ci siamo affrettati per prima cosa a raggiungere le sponde del regno di Reigns, per trovarci infine coinvolti in un hub multiplayer aperto a un massimo di 50 giocatori (ma in cui sembrano pascolare anche numerosi NPC) da esplorare con una delle Superstar da noi create per affrontare piccole quest, match contro la IA e incontri PvP.

Uno screenshot della modalità The Island di WWE 2K25 con un wrestler di spalle al centro di una piazza popolata da personaggi in abiti civili.

Ecco come appare l’hub di The Island su WWE 2K25

L’intento sottostante, in controluce, si può intravedere: di fatto la serie WWE 2K rientra paradossalmente nel genere degli sportivi ed esattamente come la concorrenza già fa da anni (chi ha detto FUT?!) si è dunque pensato di introdurre una modalità ongoing, su cui i giocatori possano rimanere anche una volta consumate le altre sezioni maggiormente focalizzate sul gioco singleplayer.

The Island è un bizzarro reality aperto a tutti che mette in palio un contratto con la WWE e un po’ di considerazione da parte di Roman Reigns

Come dice il proverbio: a caval donato non si guarda in bocca. E di fronte a una nuova modalità non ci lamentiamo di certo: la storyline che cuce insieme le diverse missioni è divertente, per quanto frivola, impreziosita dalla follia di R-Truth, ma fatica a nascondere alcuni limiti piuttosto evidenti. In primis, al momento The Island è un po’ vuota, una serie di location tematiche collegate tra loro dove però abbondano i negozi. E qui arriviamo al secondo problema: è fin troppo evidente che il suo scopo finale sia garantire un flusso di denaro costante attraverso la vendita di oggetti, al punto che un negozio ufficiale Nike fa bella mostra di sé, come fossimo a Serravalle Outlet. D’altra parte, questo è il trend e in qualche modo è anche apprezzabile la volontà di proporre qualcosa di nuovo (ne parlavamo qui), ma l’influenza dei dei potenziatori acquistabili paragonata al lentissimo progresso economico ottenibile semplicemente giocando ci fa alzare qualche sopracciglio.

L’EREDITÀ SAMOANA DI WWE 2K25

Se con ogni probabilità dovremo aspettare ancora un’edizione o due per vedere The Island nella forma completa che gli sviluppatori hanno in mente, le altre modalità di WWE 2K25 si presentano quest’anno in forma davvero smagliante. Per la prima volta da tanto tempo è difficile trovare una punta di diamante. Lo Showcase è ottimo e il tema scelto, la Bloodline Dinasty, consente di spaziare attraverso la lunghissima lista di talenti e personaggi che le famiglie Anoa’i, Fatu e Maivia hanno portato nel mondo del wrestling (e nella WWE).

Il wrestler Peter Maivia nella sua raffigurazione digitale su WWE 2K25 raffigurato a mezzo busto in primo piano.

Ecco a voi… il nonno di The Rock!

Sì parte col folle main event di WrestleMania XL tra Roman Reigns e Cody Rhodes, rivissuto in prima persona nei momenti chiave. Si nota subito la prima, grande novità: sono spariti i filmati TV di repertorio, sostituiti da video-introduzioni recitate appositamente da quel gigante e grandissimo oratore di Paul Heyman, oltre a scene in game più spettacolari e correnti create col motore di gioco. Slegati dalle controparti reali, ora i match dello Showcase possono divertirsi a cambiare i finali di alcuni match o a metterne in scena di inediti.

FUORI DALL’ISOLA WWE 2K25 GIGANTEGGIA

Il balzo più notevole in avanti però si registra nell’altra modalità narrativa, MyRise. La struttura nel complesso è ancora un po’ ingessata, ma la storyline corale messa in scena è di buon livello e anche abbastanza ben recitata dai wrestler che interpretano le loro controparti digitali. Lo spunto, ad essere onesti, è un po’ abusato: la rivolta di alcuni membri di NXT intenzionati a prendersi le luci della ribalta a discapito delle superstar più affermate, prima con assalti di misteriose figure incappucciate, poi con un’invasione a volto scoperto.

Il balzo più notevole in avanti però si registra nell’altra modalità narrativa, MyRise

Quello dell’invasione, d’altra parte, è uno dei canovacci più classici del wrestling, ri-utilizzato periodicamente ad ogni occasione propizia e nel caso della MyRise di WWE 2K25 funziona bene nel cucire insieme tutti (o quasi) i personaggi del roster sviluppando al contempo la rivalità tra Raw e Smackdown, che porta alla mente alcuni dei migliori capitoli passati della saga.Anche MyGM può contare su un nuovo nome, ma soprattutto nuove feature, su tutte la possibilità di giocare online e una storyline che prende il via col draft e conduce attraverso una lunga battaglia dei rating tra quattro show. In questa sezione i ritocchi sono principalmente quantitativi, dal numero di figure storiche attraverso cui scegliere il proprio General Manager e quelli avversari fino ad arrivare alle tipologie di match, alcune disponibili da subito, altre ottenibili raggiungendo risultati positivi. L’obiettivo è sempre lo stesso, vincere la guerra dei rating e imporsi come lo show WWE preferito dai fan. Per ottenere questo risultato però è necessario mantenere un delicatissimo equilibrio economico, allestendo un roster bilanciato, investendo nella logistica e in arene migliori, ma anche utilizzando le carte power-up al momento giusto.

Ecco la schermata di uno show della rivale WCW, guidata nella nostra simulazione su MyGM da Eric Bischoff.

Piccoli aggiustamenti però attraversano l’intera struttura di gioco. MyUniverse, la modalità sandbox che consente di costruirsi le proprie annate di sceneggiature e scontri tra wrestler, vede il ritorno dei promo, con in aggiunta la possibilità di stabilire e gestire le conseguenze alle parole pronunciate dalla superstar di turno sul ring. Trasversale a (quasi) tutte le modalità, poi, è la possibilità di organizzare match inter-genere, ovvero scontri tra uomini e donne.

COSA MANCA PER LA PERFEZIONE?

L’anno scorso nella conclusione della recensione parlavamo di equilibrio e per tirare le somme in questo 2025 credo si possa partire dallo stesso concetto. Dopo aver recuperato e rimesso in sesto la serie, 2k e Visual Concepts stanno limando una formula quasi perfetta di anno in anno, introducendo migliorie un po’ alla volta, sempre attenti a far sì che il gioco nel suo complesso funzioni. E anche quest’anno è andata così: The Island è una grossa aggiunta, ma dalla portata per ora limitata che immagino sarà destinata ad aumentare nel tempo. Nel frattempo la fluidità del gameplay nel ring, già di altissimo livello dall’edizione 2K24, è stata ulteriormente migliorata, graficamente si notano ancora passi avanti (anche se qualche scappatella nell’Uncanny Valley capita ancora) e nel complesso tutto appare più rifinito, o più grande o più bello.

Tutti gli anni vengono introdotte migliorie un po’ alla volta, sempre attenti a far sì che il gioco nel suo complesso funzioni, e anche stavolta è andata così

Tutto perfetto dunque? Quasi. Intanto, la versione che abbiamo provato ci è apparsa particolarmente instabile, con diversi crash verificatesi durante momenti diversi di gioco e qualche bug sporadico. Più in generale, arrivati a questo punto, quel che manca a WWE 2K25 è la capacità di trasmettere le stesse sensazioni di uno show WWE e se sotto quasi tutti i punti di vista ci siamo, manca l’atmosfera nelle arene, ormai troppo “finte” rispetto al resto dello show. Animare migliaia di spettatori in un palazzetto non è semplice, lo so, forse ci si potrebbe concentrare maggiormente su quelli a ridosso del ring, come avviene in TV, con un’inquadratura più stretta, che non faccia sembrare tutti gli astanti dei manichini che si muovono a ritmo. E soprattutto, rivedere l’audio ambientale durante l’azione, sincronizzarlo agli eventi che si svolgono sul ring e renderlo credibile, perché il boato del pubblico è fondamentale: non si può scendere dalla rampa di WM accompagnati dal vociare monocorde e pre-registrato della serie. Basterebbe davvero poco, ormai, per sfiorare la leggenda e il momento per la WWE in generale non è mai stato così propizio: l’obiettivo del gioco di wrestling perfetto davvero a portata di mano.

In Breve: WWE 2K25 si muove nel solco della precedente versione, per altro già ottima. L’aggiunta principale è la modalità The Island, che tuttavia appare ancora acerba (e un po’ spillasoldi). Il resto del gioco ha goduto di rifiniture e aggiustamenti che alzano ancora un pochino l’asticella della qualità. Purtroppo al momento qualche bug mina la stabilità, ma soprattutto il feeling del pubblico delle arene non è all’altezza del resto della simulazione.

Piattaforma di Prova: Xbox Series X|S
Com’è, Come Gira: Gli incubi del passato sono lontani, graficamente WEE 2K25 convince (al netto di qualche espressione ancora un po’ strana), ma stonano le animazioni degli spettatori nelle arene. La versione da noi testata poi si è rivelata poco stabile, con diversi crash che ci hanno riportato alla Dash a prescindere dalla modalità.

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Pro

  • Miglioramenti diffusi / Roster colossale / Ottimo in ring

Contro

  • The Island è un po’ spoglia / Qualche bug mina la stabilità
8.9

Più che buono

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