SEGA prosegue la sua massiccia operazione amarcord. Dopo aver volto uno sguardo al passato con le versioni remastered dei primi due capitoli di Shenmue, la grande S torna alla saga che giustamente viene vista come erede naturale della creatura di Yu Suzuki. Il rifacimento del secondo capitolo di Yakuza aggiorna in tutto e per tutto il gioco uscito giusto 10 anni fa sulle PlayStation 2 europee, impartendo una sfavillante lezione su come debba essere realizzato un remake con i contro-fiocchi. Il materiale di partenza sicuramente aiuta visto che parliamo forse del migliore episodio di sempre sia in termini di qualità che di quantità. Il team che ha operato il restauro non si è però limitato a svolgere il compitino per le vacanze e ha inserito nel pacchetto alcune interessanti novità.
DRAGO CONTRO DRAGO
La storia riprende da dove si era interrotta con il precedente capitolo (e remake). Kazuma Kyriu ha abbandonato il suo clan da più di un anno, ma i conti con il passato per uno come lui non sono mai chiusi del tutto.
Se la trama è appassionante e ritmicamente perfetta, il gameplay non è da meno e riserva una quantità di sorprese pressoché infinita
Il comparto grafico del gioco originale è stato aggiornato grazie al poderoso Dragon Engine e può ora vantare espressioni facciali e un sistema d’illuminazione al limite del fotorealismo e animazioni finalmente convincenti anche durante i combattimenti, storico tallone d’Achille del franchise. Gli scontri anche con avversari multipli sono molto meno confusionari e la solidità dei colpi portati è finalmente percepibile negli impatti. Non c’è la distinzione degli stili di lotta apprezzata nel sesto capitolo, ma la quantità di combo e tecniche è sufficientemente alta da garantire combattimenti spettacolari ed è stata data maggiore importanza all’utilizzo delle armi. Le novità tuttavia non si fermano qui e permeano ogni aspetto del gioco, in particolare quello riguardante le sfide e modalità accessorie. La saga ci ha sempre abituati a una miriade di mini-giochi e attività extra, che inYakuza Kiwami 2 sono presenti in numero davvero elevato.
La serie Yakuza ha sempre messo sullo stesso piatto narrazione e gameplay, non privilegiando mai uno dei due elementi
PUNTO DI PARTENZA?
La qualità dell’esperienza offerta da Yakuza Kiwami 2 è dunque superiore a quella degli episodi precedenti? La risposta è un sonoro “sì”, anche se lo scettro di miglior capitolo di sempre potrebbe tranquillamente essere condiviso con Yakuza 0.
Per comprendere il senso della storia, pur non cogliendone tutte le sfumature, è sufficiente un livello d’inglese abbastanza basilare
Inizialmente potrebbe anche ispirarvi antipatia ma alla fine del gioco lo amerete. Naturalmente c’è sempre la barriera linguistica da superare, rappresentata dai sottotitoli in inglese che traducono in lingua quantomeno comprensibile l’eccellente recitazione in giapponese. Per comprendere il senso della storia pur non cogliendone tutte le sfumature è sufficiente un livello d’inglese abbastanza basilare. Lo sforzo richiesto vi ripagherà con un’avventura longeva e mai banale, nella quale è incastonato un cast stellare e una sceneggiatura da Oscar. Siete disposti a fare questo “sacrificio” per godervi uno dei migliori action-adventure disponibili?
Considerato da molti il miglior Yakuza di sempre, questo secondo capitolo viene riproposto con un remake quasi perfetto dal punto di vista tecnico e assolutamente stellare in termini di contenuti. Anche alcuni problemi storici della saga – dal frame rate tentennante al combat system fin troppo leggero – sono praticamente spariti, mentre rimane “missing in action” la localizzazione in italiano. Per molti questo neo sarà più che sufficiente per tenersi lontani (ancora una volta) da questa splendida saga, ma è un vero peccato. Fate uno sforzo in più e buttate giù quel muro di diffidenza, dietro troverete un mondo incredibilmente affascinante e coinvolgente, che vi catturerà e non vi lascerà più andare. Bentornato Drago di Dojima, sentivamo la tua mancanza.