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Visualizza Versione Completa : Cesarino, Molocchio, Allabraz, Fulvius...IL TOPIC DEI FALLITI !! [that feel no wage]



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hoffmann
13-01-17, 20:34
per me BigMac e coca grande

/pasta X
Consiglio anche le nuove alette di pollo :sisi:

Cesarino
13-01-17, 20:48
Ecco, devo ricordarmi agli amici di studenti.it di aggiornare il sito. E non solo a loro. Ho provato a cercare su google “Sbocchi laureati in lettere” e credo di essermi perso qualcosa. Ora, non chiedetemi per carità cosa mi spinge in un periodo di crisi occupazionale come questo a lanciare un messaggio di speranza. Per di più fuori piove e io sono metereopatico, quindi niente ironie per cortesia. Vado al punto, come mi sono auto-insegnato. E sì, perchè puoi prenderti tutte le lauree che vuoi ma poi “il mestiere” qualunque esso sia, lo impari sul campo. Sbagliando. E anche questa è una notizia. Per una volta vi invito a credere in un luogo comune.

Sbagliando (e pagando) si impara. Quando mi sono laureato in lettere un tipo, dopo avermi stretto la mano per gli auguri di rito, si è girato verso la moglie per dire “un disoccupato in più“. Non la scorderò mai quella scena. Forse se mi avesse detto “Complimenti dottore” a quest’ora starei a casa a grattarmi la pancia e a guardarmi l’ombelico. Invece no. Dovevo vendicare quell’affronto. Ma non avevo molte scelte, la metà delle possibilità che ci sono adesso non esistevano. Ho brancolato nel buio, ho studiato il marketing, ho fatto uno stage in azienda, ho fallito. Diciamolo chiaro e tondo, perchè poi sono tutti bravi a dire: “non c’era budget, non sono stato capito” e stronzate simili. Io ho fallito, e me ne vanto. A 26 anni può succedere. Forse mi succederà anche a 40. Perchè per indole non mi accontento mai. Ed è molto facile che chi non si accontenta fallisca, prendete nota. Però credo che un ragazzo oggi debba rischiare per farsi notare. E rischiare significa anche scegliere una facoltà controtendenza. Scegliere una propria passione e portarla avanti.

Parlo a te che hai scelto lettere e ti stanno facendo il lavaggio del cervello: non c’è lavoro, c’è la crisi, non ci serve chi sa scrivere. Non sai quante volte ho sentito questi discorsi, persino quando la crisi non c’era. E insieme alla crisi non c’era Facebook, i siti internet erano agli albori, i blog venivano chiamati “blob” senza che nessuno storcesse il naso. Le aziende adesso hanno bisogno di te ma non vogliono dirtelo. Di te che sai scrivere, di te che studi, che conosci l’arte della diplomazia, che sai destreggiarti tra la storia, la geografia, il cinema, il mito, lo sport e l’arte. Che sei curioso, che ami le lingue e le sai parlare. Che sai essere formale e informale, che sai usare toni e registri diversi (prima lezione di italiano, quarto ginnasio, alla faccia di chi diceva che ero distratto).

Le aziende non lo ammetteranno mai, ma ti stanno cercando per evitare di fallire. Ovvio, se ti dicessero che ti cercano poi dovrebbero pagarti, e bene, ma questo è un altro discorso e io non starò qui a farti discorsi su come venderti meglio. Dovrei imparare io, prima. La piccola rivincita dei laureati in lettere passa attravero lo studio e la specializzazione. Attraverso i fallimenti, come vi dicevo. Attraverso i tentativi. Attenzione non vi sto dicendo che una laurea umanistica vi trasforma in scrittori, anzi. Ho visto molti laureati scrivere peggio di chiunque altro, con l’aggravante della presunzione. Gli scrittori sono merce rara e chi mi conosce sa che mi guardo bene da reputarmi tale. Al massimo mi ritengo uno scrivente, non saranno due libri a cambiarmi la vita.

E non vi sto neanche dicendo che i social network sono la svolta dell’umanità. Probabilmente tra qualche anno tutto questo sarà già finito, i social che puntano su immagini e foto (vedi Instagram e Pinterest) prenderanno il sopravvento su quelli testuali come Twitter e Facebook che già con la Timeline assume tutt’altro significato. Ma il fermento di questi tempi deve insegnarci una cosa precisa: bisogna saper cogliere il cambiamento. Cinque anni fa il lavoro che faccio adesso non esisteva. Tra cinque anni verranno fuori altri mestieri che nemmeno immaginiamo, ora. Eppure siamo lì a difendere con i denti il nostro “formaggio“, a chiedere tutele per lavori che non hanno più senso di esistere (è dura di dirsi, ma è così) e non investiamo tempo per crearci nuove strade.

Nell’immaginario collettivo la laurea umanistica viene ancora vista come un qualcosa di arcaico, più sentimentale che spendibile. Io credo che non sia così, e stasera vorrei parlare, ad uno ad uno, con tutti quelli che in preda alla follia, al sogno, e all’incoscienza, hanno deciso di iscriversi a questa stupenda facoltà. Una facolta che, una volta nella vita, incomincia persino a darmi anche qualche soddisfazione. Eppure un giorno mollerò tutto e farò l’insegnante. Ve lo prometto.

Lo Zio
13-01-17, 20:49
Sotto il 24 si viene segati, a Lettere, altro che ingegneria dove basta raggiungere il 18 tzé

al 18 a ingegneria si stappa lo spumante :asd:

hoffmann
13-01-17, 21:02
Cesarino, in realtà il problema di lettere non credo che sia trovare lavoro (a patto di completare tutti e 5 gli anni). Alla fine quasi tutti i miei ex colleghi hanno trovato qualcosa.

Il problema é che non si diventerà mai ricchi. :asd:

Cesarino
13-01-17, 21:05
Cesarino, in realtà il problema lettere non credo che sia trovare lavoro (a patto di completare tutti e 5 gli anni). Alla fine quasi tutti i miei ex colleghi hanno trovato qualcosa.

Il problema é che non si diventerà mai ricchi. :asd:



Ti devo molto per questo post.
Stasera sono stata assalita dal panico pre-esame. E’ il terzultimo che manca alla mia laurea in Lettere, Triennale, con una tesi in Editoria Multimediale (la tesi dovrebbe essere una raccolta di alcuni racconti e articoli scritti da me. L’idea non è stata mia, ma del mio relatore. I racconti stento a metterli, perché ho una fifa nera.)
Ho lasciato gli studi a tratti per lavorare (giornali, teatro, ufficio stampa, ho pure vinto un concorso letterario) accumulando anni in fuoricorso. Adesso ho 29 anni e sono agli sgoccioli, in tutti i sensi.

Magari domani finisce il mondo, ma mi hai ridato la voglia di fare, di appoggiarmi su quello che so e in quello che credo di poter fare.

scusa se ho scritto con i piedi, ma sono le quattro.

Grazie

Napoleoga
13-01-17, 21:11
Gli ultimi articoli :rotfl:

Milton
13-01-17, 21:49
Comunque sia, non rimpiango l'aver fatto Lettere (classiche, per giunta). Fra l'altro ho praticamente sempre lavorato (e no, spiace deludere, non al MacDonald) e ho vinto / vinco concorsi anche in settori non correlati.

Certo, non farò mai il mega-multi consultant con quadruplo mba alla LSE, ma francamente stigrancazzi (anche perché se me ne fosse fregato qualcosa, avrei fatto altro) :sisi:

Ma tanto è inutile fare questi discorsi, Cesarino ormai si venderebbe pure l'anima per un contratto da managgger e per ambizione (che, chi ha fatto Lettere, sa che in latino significa letteralmente andare in giro a raccattare favori... Non proprio una gran cosa, se ci pensate).

Cesarino
13-01-17, 21:54
Cesarino ormai si venderebbe pure l'anima per un contratto da managgger e per ambizione

ral, palle & onore. iniettatemeli in endovena

hoffmann
13-01-17, 22:29
Comunque sia, non rimpiango l'aver fatto Lettere (classiche, per giunta). Fra l'altro ho praticamente sempre lavorato (e no, spiace deludere, non al MacDonald) e ho vinto / vinco concorsi anche in settori non correlati.

Certo, non farò mai il mega-multi consultant con quadruplo mba alla LSE, ma francamente stigrancazzi (anche perché se me ne fosse fregato qualcosa, avrei fatto altro) :sisi:

Ma tanto è inutile fare questi discorsi, Cesarino ormai si venderebbe pure l'anima per un contratto da managgger e per ambizione (che, chi ha fatto Lettere, sa che in latino significa letteralmente andare in giro a raccattare favori... Non proprio una gran cosa, se ci pensate).
In realtà, dal punto di vista del training per passare concorsi e colloqui, é quasi l'ideale:
1) si viene abituati a leggere e studiare tantissimo;
2) si impara a gestire lo stress negli innumerevoli colloqui orali;
3) si impara a fare bella figura e a far fesso l'interlocutore in forma sia orale che scritta :asd:

In pratica, Lettere, fatta bene, aiuta a diventare delle autentiche macchine da concorso :asd:

Zhuge
13-01-17, 22:31
ral, palle & onore. iniettatemeli in endovena

cesarino dovevamo fare gli attuari :sisi:

hoffmann
13-01-17, 22:43
cesarino dovevamo fare gli attuari :sisi:
Cos'è un attuario?

alberace
13-01-17, 22:46
uno che cerca di vedere nel futuro.
risk management etc.

hoffmann
13-01-17, 22:49
uno che cerca di vedere nel futuro.
risk management etc.
Spiegato così non sembra neanche un mestiere vero :uhm:

Ma é la solita roba fuffosa o sono io che non capisco nulla dell'argomento?

alberace
13-01-17, 22:52
è statistica economica avanzata :sisi:

hoffmann
13-01-17, 22:56
è statistica economica avanzata :sisi:
C'entrano qualcosa con quelli che affermano cose tipo: Nel 2050 il PIL crescerà del 2,75%. Ma forse anche solo del 2,74%.

No, perché quelli mi fanno lollare duro :asd:

alberace
13-01-17, 23:01
qualcuno li dovrà pur sparare quei numeri :asd:

hoffmann
13-01-17, 23:07
Ricordo ancora le lezioni di fuoco del mio insegnante di Tecnica delle medie sull'utilità di qualunque previsione proiettata trent'anni nel futuro.
A volte pareva che volesse menare qualcuno :asd:

Zhuge
13-01-17, 23:51
Gli Attuari sono tra i professionisti più ricercati sul mercato italiano ed internazionale. In Italia l'attività di Attuario offre grandi possibilità ai giovani: c'è una forte domanda sia nella libera professione che nel campo assicurativo, finanziario e previdenziale. Le opportunità di impiego sono numerose e la disoccupazione per i giovani Attuari è pressoché sconosciuta: dopo la laurea è quasi immediato l'ingresso nel mondo del lavoro.

A livello internazionale, questo trend é confermato dall'edizione 2011 della ricerca svolta dal sito CareerCast.com, in cui gli Attuari figurano negli ultimi tre anni nei primissimi posti di questa classifica fra 200 categorie, con guadagni di circa 87.000 dollari all'anno (clicca qui per i top 10 lavori per il 2011)

L'Attuario si occupa di determinare l'andamento futuro di variabili demografiche ed economico-finanziarie, disegnando quale sarà la realtà nel breve, medio e lungo periodo. Gli Attuari possiedono quindi gli strumenti analitici per valutare fenomeni economici quantitativi caratterizzati dall'incertezza; ad esempio calcolano le tariffe delle assicurazioni responsabilità civile auto e danni, delle assicurazioni vita e sulle persone più in genere, modellano prodotti finanziari, valutano l'equilibrio tecnico dei Fondi Pensione ed i rischi aziendali.

:snob:

Lo Zio
14-01-17, 01:39
attuario = cazzaro legittimato ? :asd:

Huxley
14-01-17, 02:20
attuario = cazzaro legittimato ? :asd:

è l'equivalente di come si sente un frequentatore di backstage quando posta in jas

ND
14-01-17, 07:40
L'attuario è ad esempio chi stima le probabilità di schiattare per aggregati di persone per vedere quanto far pagare le polizze vita, ad esempio.

Cesarino
14-01-17, 08:31
Tra qualche settimana molti studenti cominceranno l’università. I loro genitori che si sono laureati circa trent’anni fa potevano permettersi di sbagliare facoltà, errore concesso in un’economia in crescita. Oggi è molto, molto più pericoloso fare errori. Purtroppo migliaia e migliaia di ragazzi in autunno si iscriveranno a Lettere, Scienze politiche, Filosofia, Storia dell’arte.

È giusto studiare quello per cui si è portati e che si ama? Soltanto se si è ricchi e non si ha bisogno di lavorare, dicono gli economisti. Se guardiamo all’istruzione come un investimento, le indagini sugli studenti dimostrano che quelli più avversi al rischio, magari perché hanno voti bassi e non si sentono competitivi, scelgono le facoltà che danno meno prospettive di lavoro, cioè quelle umanistiche.

I ragazzi più svegli e intraprendenti si sentono sicuri abbastanza da buttarsi su Ingegneria, Matematica, Fisica, Finanza. Studi difficili e competitivi. Ma chi li completa avrà opportunità maggiori, in Italia o all’estero. Un paper del centro studi CEPS, firmato da Miroslav Beblavý, Sophie Lehouelleur e Ilaria Maselli ha calcolato il valore attualizzato delle lauree, tenendo conto anche del costo opportunità (gli stipendi a cui rinuncio mentre studio invece di lavorare) delle diverse facoltà nei principali Paesi europei.

Guardiamo all’Italia: fatto 100 il valore medio attualizzato di una laurea a cinque anni dalla fine degli studi, per un uomo laureato in Legge o in Economia è 273, ben 398 se in Medicina. Soltanto 55 se studia Fisica o Informatica (le imprese italiane hanno adattato la propria struttura su lavoratori economici e poco qualificati). Se studia Lettere o Storia, il valore è pesantemente negativo, -265. Cioè fare studi umanistici non conviene, è un lusso che dovrebbe concedersi soltanto chi se lo può permettere. L’Italia è il Paese dove questo fenomeno è più marcato.

Ma finché gli “intellettuali pubblici” su giornali e tv continueranno a essere solo giuristi, scrittori e sociologi, c’è poca speranza che le cose cambino.

koba44
14-01-17, 11:15
Ho riletto questo articolo de il Foglio: la nomenklatura sovietica, la manipolazione delle persone, la "disattivazione"... :facepalm:

http://www.ilfoglio.it/gli-inserti-del-foglio/2016/02/20/news/laffaire-casaleggio-92948/

Cesarino
14-01-17, 11:23
https://www.reddit.com/r/news/comments/5nsj92/millennials_earn_20_less_than_boomers_did_at_same/


Go to any UC or CSU and you will see the engineering majors are all impacted. You cannot transfer in or swap majors. You have a hell of a time even getting into labs and science classes without being wait listed. Every school graduates hundreds of engineering and science majors every year. And those grads ARE applying.

So when I hear poor old Facebook or Google complaining about shortages, I just want to tell them to fuck off.

Yes we might be lacking talent at the highest level, the really smart creative guys that you can pull from all over the world to be here. The geniuses to make your product incredible. The people with 15+ years experience.

They are NOT lacking the manpower, the grunt work, the code monkeys. They could easily hire the local grad, pay him a low albeit acceptable wage of 60-70k, train him to do the work.

But of course they'd rather hire the guy from India at 45-50k and ship him back home after a few years.

Necronomicon
14-01-17, 12:15
Io ho visto Mengaldo mandare a casa uno studente dopo UNA domanda. :asd:
- Mi dica: che cos'è un endecasillabo?
- E' un verso di undici sillabe.
- Torni pure la prossima volta.
:asd: io l'adoravo, ci ho bevuto anche l'aperitivo con lui. L'esame di stilistica e metrica però è stato un incubo.
Il voto da cui partire per incularti riusciva già a deciderlo da come leggevi la poesia che ti sottoponeva ad analisi :asd:

hoffmann
14-01-17, 13:56
:asd: io l'adoravo, ci ho bevuto anche l'aperitivo con lui. L'esame di stilistica e metrica però è stato un incubo.
Il voto da cui partire per incularti riusciva già a deciderlo da come leggevi la poesia che ti sottoponeva ad analisi :asd:
Hai mai fatto qualcosa con Lanaro?
Corsi bellissimi (purtroppo ora é morto), ma la paura vera era li :asd:
Se gli volevi parlare lo trovavi sempre alla Tana del luppolo, di fronte al dipartimento di storia :rotfl:

koba44
14-01-17, 14:13
Ma qual la è la risposta giusta sull'endecasillabo?

mila il bello
14-01-17, 14:19
Ma qual la è la risposta giusta sull'endecasillabo?

per me è la cipolla

Recidivo
14-01-17, 14:30
É un verso che ha l'ultimo ictus in decima sillaba.
Un endecasillabo può avere 10, 11 o 12 sillabe, in realtà.

Un po' mi vergogno che non la sapevo.
A dir la verità.

koba44
14-01-17, 14:43
Ah già, me la ricordavo l'eccezione delle 12 sillabe, ma non quella delle 10.

hoffmann
14-01-17, 16:22
Ah già, me la ricordavo l'eccezione delle 12 sillabe, ma non quella delle 10.
Basta che il verso sia tronco.
Raro - se non introvabile - nella poesia delle origini, ma con molte attestazioni a partire almeno dal barocco.

Quella regola vale per tutti i versi, in realtà, non solo per l'endecasillabo: un verso non si riconosce contando le sillabe, ma dalla posizione dell'ultima sillaba (metrica) accentata.

Detto per inciso: Mengaldo aveva ragione :asd:
Uno che va a fare un esame di stilistica e metrica a Lettere non può rispondere in quel modo.

Cek
14-01-17, 19:16
Un mcbacon con patatine e coca media,mi metta anche checiap e maionese grazie

hoffmann
14-01-17, 19:21
Un mcbacon con patatine e coca media,mi metta anche checiap e maionese grazie
Secondo me uno che lavora da McDonald ha un contratto migliore di metà di quelli che stanno nella lista :asd:

Lo Zio
14-01-17, 19:24
di brutto :bua:






dipendenti McDonald’s sono regolarmente assunti con contratto collettivo nazionale del lavoro (C.C.N.L.) del turismo


turismo????? :O

Mr.Cilindro
14-01-17, 19:24
Paradossalmente uno con un diploma da geometra e corsi di cad seri avrebbe molta più probabillità di trovare lavoro come disegnatore, se non ci fosse una crisi che sembra d'essere nel 1929 (eh ma, secondo i 50enni, "il lavoro se lo vuoi lo trovi :fag: " ), rispetto ai ventimila laureati in un cazzo di niente che escono a 25 30 anni dall'uni pensando d'essere pronti per diventare umberto eco.

Cek
14-01-17, 19:24
E' questo il dramma della situazione lavoro in Italia

Da una parte ha nobilitato lavori che prima venivano schifati e dall'altra si trovano code di candidati per servire panini

kyashan
14-01-17, 20:08
Ma con tutta questa disperazione, com'è che siamo ancora tutti un ItaGlia? :(

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Zhuge
14-01-17, 20:14
Ma con tutta questa disperazione, com'è che siamo ancora tutti un ItaGlia? :(

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o' sole o' mare pizza e mandolino

kyashan
14-01-17, 20:38
o' sole o' mare pizza e mandolino
Ok. Ma qua i soldi per ste cose non ci sono più eh :bua:

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Napoleoga
14-01-17, 20:41
Ok,mettiamo caso che uno decida di emigrare. Cosa deve fare? Dove informarsi? Valutazione dei costi iniziali ecc?

hoffmann
14-01-17, 20:45
Ok,mettiamo caso che uno decida di emigrare. Cosa deve fare? Dove informarsi? Valutazione dei costi iniziali ecc?
McDonald's assume anche all'estero. É il bello delle multinazionali :sisi:

kyashan
14-01-17, 20:46
L'unica è andare in uno di quei paesi in cui la vita costa assai meno. Ti porti il capitale che hai e speri che basti finché non schiatti.

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Pasta X
14-01-17, 20:55
No guarda una tbone a cottura media... roba da roadhouse

Qoelet
14-01-17, 21:11
https://www.reddit.com/r/news/comments/5nsj92/millennials_earn_20_less_than_boomers_did_at_same/


Perso mezza giornata a leggermi il thread. Qui ce l'abbiamo nel culo, ma pure lì glie l'hanno spinto fino alle tonsille. Il brutto è che non c'è una forza politica che canalizzi il disagio: Renzie (leggere Phastidio per avere un'idea di che ne penso) oppure Washball party.

Fondiamo un partito? Stavolta SENZA Giannino, però, eh.

EDIT: @Napoleoga: emigri e te lo pigli in un'altra lingua. Non discuto che in Italì siam messi male, ma guarda il topic linkato su reddit: sono alla canna del gas anche loro.
Fra parentesi, Cesarino: hai copincollato un post che si capiscesega, fuori contesto, IMHO :asd:

Cek
14-01-17, 21:12
A parte puppen dubito che si possa trovare lavoro all'esterow standosene in Italia

A meno di lavorare per una multinazionale che ha sedi un po ovunque

mila il bello
14-01-17, 21:13
Paradossalmente uno con un diploma da geometra e corsi di cad seri avrebbe molta più probabillità di trovare lavoro come disegnatore, se non ci fosse una crisi che sembra d'essere nel 1929 (eh ma, secondo i 50enni, "il lavoro se lo vuoi lo trovi :fag: " ), rispetto ai ventimila laureati in un cazzo di niente che escono a 25 30 anni dall'uni pensando d'essere pronti per diventare umberto eco.

presente!

Qualche anno fa era così. Trovavo più facilmente di fior fior di laureati in scienze della pace. Poi i tempi sono cambiati.
Per festeggiare stasera mi berrò qualche trappista.

Cek
15-01-17, 11:13
La Danieli ha una sede in Thailandia

beato chi è stato trasferito li

Cesarino
18-01-17, 08:10
http://i.imgur.com/oRobo1Z.jpg


Un giorno del 1988 arrivò in Italia un uomo mite, la pelle d’ebano e le tasche piene di sogni. Veniva dal Senegal, non aveva nemmeno trent’anni e si chiamava Alì. Cercava un futuro dignitoso per i suoi figli e una vita migliore di quella passata a immaginarla. Si mise a vendere accendini per le vie di Milano, ogni tanto ne consumava qualcuno per scaldarsi le mani e mai ne ha offerto uno ai passanti senza un sorriso. «Quelli come me qui li chiamano vu cumprà» spiegò a sua moglie in una delle prime telefonate a casa. «Mi sento come un ladro ma tu lo sai che io non lo sono e con l’aiuto di Dio ce la faremo a costruire una casa in questa terra. Tu, io, i nostri figli».


Sono passati quasi trent’anni. Oggi Alì vive a Casalpusterlengo, alle porte di Lodi, con la moglie e i suoi tre figli. E i sogni coltivati con fatica e tenacia hanno dato forse più frutti di quanti lui stesso ne aspettasse. La casa tanto desiderata, un lavoro da operaio per lui e uno da domestica per sua mogie. Stipendi modesti ma Alì se li è fatti bastare: ha risparmiato un centesimo dopo l’altro per l’istruzione dei suoi figli e adesso il suo primogenito Abdoulaye Mbodj, per tutti Abdou, è il primo avvocato africano del Foro di Milano, sua figlia è ingegnera civile e il terzo arrivato studia come perito agrario.

Di tutto questo ci racconta l’inviata e conduttrice Rai Francesca Fialdini nel libro Il sogno di un venditore di accendini (edito da Città Nuova, con un saggio finale di Gian Carlo Perego). Lo fa immaginando lettere che il capofamiglia spedisce a casa, nella sua terra lontana, o che il figlio scrive ai genitori quando — da grande — torna in Africa. Un romanzo, si annuncia in copertina. Ma basta cercare via Internet chi è Abdoulaye Mbodj per capire che questo romanzo (a parte i nomi che nel testo non sono quelli veri) in realtà è quasi cronaca, quasi vero più del vero.

È il racconto reale di un riscatto, di giorni e notti scanditi dalla fame, dalle umiliazioni, dall’incertezza. Finché un uomo buono, un italiano, non ha dato a quel padre che vendeva accendini una possibilità. Francesca ha conosciuto Abdou durante una premiazione, ha ascoltato la storia della sua famiglia e, come dice lei, «ne sono rimasta catturata, perché contiene in sé tutta la forza, l’umanità e la bellezza di chi sa lottare fino in fondo per realizzare i suoi sogni». Ma è anche una bella storia di mani tese, di italiani che hanno aiutato ogni volta che hanno potuto.

Abdou giura che «mai una volta mi sono sentito discriminato» e ricorda con emozione il suo primo giorno di scuola, «quando mi sono presentato col grembiule, scortato da papà e dal nostro vicino, diventato un amico fraterno». È stato tanto tempo fa. L’avvocato Abdou adesso ha 31 anni. Molti, moltissimi altri dopo di lui non ce l’hanno fatta. Ed è a loro che Francesca dedica il suo libro.

Zhuge
18-01-17, 08:59
Mi sembra di conoscerlo, è uno che passa la mattina alle direttissime :uhm:

Napoleoga
18-01-17, 09:06
Fattelo amico ora che è famosoh. Vedrai come si impenna la carriera :smugranking:

Necronomicon
18-01-17, 09:09
L'articolo sul padre e mostrano il figlio :asd:

Cesarino
18-01-17, 09:16
http://www.corriere.it/economia/cards/giovani-avvocati-carriera-mondo/benedetta-legal-advisor-all-unops-ufficio-nazioni-unite-servizi-progetti_principale.shtml

Napoleoga
18-01-17, 09:20
E va be la LUISS. Anche io troverei stage in Luxottica dopo aver pagato 50.000 euro la laurea. Perché non fanno un articolo sui laureati delle pubbliche? :fag:

fuserz
18-01-17, 09:36
visti i tempi che corrono, il figlio avvocato tornerà a vendere accendini in tempo zero, chiudendo così il meraviglioso cerchio della vita :snob:

Zhuge
18-01-17, 09:43
Il nipote del mio capo fa il lawyer a Ho Chi Min City :snob:

Lo Zio
18-01-17, 09:52
L'articolo sul padre e mostrano il figlio :asd:
il figlio avvocato :fag:

con la pashmina :fag:

Decay
18-01-17, 09:53
si ma checcazzo sei arrivato dal senegal per figliare e poi lo fai diventare avvocato? ma meglio i pakistani inglesi che si fanno il negozietto di telefonia

balmung
18-01-17, 10:09
sua figlia è ingegnera civile


:cry:

Napoleoga
18-01-17, 10:25
:cry:
Sempre più felice di essere un possessore di cazzo.

NoNickName
18-01-17, 12:49
Mi sembra di conoscerlo, è uno che passa la mattina alle direttissime :uhm:

alla fine si fanno sempre beccare :snob:

- - - Aggiornato - - -


Ok,mettiamo caso che uno decida di emigrare. Cosa deve fare? Dove informarsi? Valutazione dei costi iniziali ecc?

tanto per cominciare l'estero è un posto molto grande

Cek
18-01-17, 12:57
il figlio avvocato :fag:

con la pashmina :fag:

Sventra le passere strettissime delle vietnamite

Beato lui

Lo Zio
18-01-17, 17:03
non è troppo buku?

:asd:

Arnald
18-01-17, 19:19
30 anni, p.iva e rallo meno di 20k.
Avete posto per me? Datemi l'ebbrezza di essere assunto da qualcuno, almeno una volta nella vita!


visti i tempi che corrono, il figlio avvocato tornerà a vendere accendini in tempo zero, chiudendo così il meraviglioso cerchio della vita :snob:
:rotfl:

Maelström
18-01-17, 20:46
Sempre più felice di essere un possessore di cazzo.

ma almeno lo possiedi duro?

altrimenti è come niente

Cek
18-01-17, 21:55
io non oso immaginare come possa essere anche solo pensare di cercare lavoro in terronia :bua:

qui,ancora per poco,anche una capra può sperare di trovare qualcosa

ma li :(

fulviuz
18-01-17, 21:57
fallitorium te salutant

Napoleoga
18-01-17, 22:58
fallitorium te salutant
We we

Maelström
18-01-17, 23:12
fallitorium te salutant


https://media.giphy.com/media/6QHRLQh0VuOT6/giphy.gif

Napoleoga
18-01-17, 23:18
Ahahhahahahaha

Cesarino
19-01-17, 15:58
La giustizia in Italia è lenta, per molte ragioni. Leggi farraginose e procedure bizantine non aiutano, e del resto siamo il paese degli azzeccagarbugli. Uno dei motivi principali della lentezza è innegabilmente la mancanza di personale: mentre in molti casi i dipendenti pubblici sono in sovrannumero, nei Tribunali e nelle corti di Appello si vive ormai da molti anni in una cronica mancanza di personale. Le stime dicono che mancano almeno 9mila dipendenti.

Come si risolve il problema? Facendo un bel concorso e assumendo le professionalità necessarie, dirà qualcuno. Individuando chi ha competenze compatibili - e/o avviando una operazione di riqualificazione professionale attraverso la formazione - e spostando da uffici pubblici carichi di personale a quei tribunali che ne hanno bisogno, dirà qualcun altro.

Tutte proposte ragionevoli. Invece il ministero della Giustizia ha deciso di fare altrimenti, e sette anni fa ha avviato una mostruosità. Ed è giunto il momento che tutti la conoscano.

Sette anni fa, in tutta Italia, vennero selezionati all'incirca 2.600 disoccupati. Molti di loro erano in cassa integrazione, o in mobilità. Molti avevano superato i 40 anni, alcuni addirittura i 50, avevano (e hanno) famiglie da mantenere.

Venne loro proposto, anziché restare a casa a far niente percependo il sussidio di disoccupazione, di fare un tirocinio formativo in un ufficio giudiziario, ricevendo anche una gratifica commisurata alle ore di impegno. I tirocini sarebbero durati un anno, dal giugno 2010 al giugno 2011. I denari per sostenere il costo dell'operazione c'erano. Tutto legale.

I 2.600 (semplifico: alcuni cominciarono dopo, vi furono differenze tra Regione e Regione) entrarono così nei Tribunali e nelle corti d'appello. Vennero assegnati a diversi uffici, ciascuno apprendendo una mansione. Divennero quasi subito utili, e con l'andare del tempo addirittura indispensabili. Pur formalmente solo tirocinanti, e non lavoratori, di fatto nelle ore di servizio queste persone svolgevano un lavoro prezioso per permettere lo svolgimento dell'amministrazione della giustizia.

La formazione impartita loro al fine di svolgere questo stage aveva però la pecca di essere molto specifica, fatta apposta per il funzionamento degli uffici giudiziari; poco spendibile all'esterno. Poco male: dopo 12 mesi (il termine massimo di durata indicato dalla legge di riferimento, che a quell'epoca era indubitabilmente il decreto ministeriale 142/1998) gli stage sarebbero finiti, e queste persone sarebbero state "ributtate" nella mischia, con l'obiettivo di far loro trovare (auspicabilmente, con il supporto dei centri per l'impiego) un vero lavoro con un vero stipendio.



Quello che è successo negli anni successivi ha dell'incredibile. In un meccanismo distorsivo tipicamente italiano, lo Stato si è reso conto che questi tirocini erano utilissimi. Non agli stagisti stessi, certo che no. Ma al funzionamento della macchina della giustizia.

Si è reso conto che usando queste persone all'interno dei Tribunali aveva (certo non totalmente, ma almeno parzialmente) risolto il problema dei buchi di organico: aveva persone in grado di lavorare, di svolgere mansioni preziose negli uffici giudiziari, senza la seccatura di dover dare loro un inquadramento corretto. Niente contratto (solo una convenzione di stage), niente stipendio (solo una indennità mensile), niente contributi, niente tfr, niente obblighi in caso di malattia o maternità. Nessuna responsabilità, costi bassissimi, vantaggio enorme.

Allora ha escogitato un modo per trattenere queste persone. La legge sugli stage lo impediva, i 12 mesi erano passati. Ma chi controlla l'utilizzo degli stage? E chi poteva sognarsi di affermare che un programma di stage promosso e vidimato nientepopodimeno che dal ministero della Giustizia, e svolto all'interno degli uffici che garantiscono il rispetto della giustizia in Italia, non fosse conforme alla legge?

Così è cominciato un balletto penoso. Dalla definizione di “tirocini formativi” si è passati inizialmente a quella di “completamento dei tirocini”. Poi “di perfezionamento”. Fino ad arrivare, pochi giorni fa, al bando per “un ulteriore periodo di perfezionamento”. Quasi puerilmente il ministero ha cercato di camuffare con questi cambi di nome la sostanza delle cose: e cioè la proroga anno dopo anno, contra legem, dei tirocini.

A volte con pause di pochi giorni, a volte di settimane o mesi tra una "tranche" e l'altra, ma sempre nell'ambito di un unico, abnorme tirocinio che ha ormai doppiato la boa dei 6 anni.

Dall'altra parte, la maggior parte di questi disoccupati-stagisti (che nel frattempo si sono fatti battaglieri, autoproclamandosi "precari della giustizia") non ha compreso appieno il rischio di ascoltare quelle sirene. Ha sperato che, continuando a presidiare il proprio ufficio, prima o poi - come già molto spesso avvenuto in Italia - sarebbe sopraggiunta una sanatoria, una assunzione generale. Ha sperato che quello stage diventasse un lavoro.

Le persone coinvolte non hanno voluto vedere che, come troppo spesso accade in Italia, nessuno si sarebbe preso la responsabilità né di sanare – troppo costoso in termini economici – né di interrompere – troppo costoso in termini elettorali – questi rapporti di lavoro mal iniziati. Che le dirigenze politiche e ministeriali avrebbero contato sul logoramento della situazione anno dopo anno, sul progressivo abbandono volontario, fino a rendere il gruppo ininfluente e solo allora poterlo smantellare.

Tutto questo pur di non affrontare il problema dei 9mila buchi di organico. Tutto questo giocando con la vita delle persone (ormai poco più di mille, per progressivi abbandoni e anche esclusioni), alcune delle quali ormai prossime all'età della pensione, eppure ancora costrette in un limbo. Tutto questo in spregio della legge. Ministro Orlando, così non va.

Zhuge
19-01-17, 16:03
la mamma di un mio compagno di scuola ha fatto uno di questi tirocini :sisi:

comunque, se serve lavoro nella giustizia e non abbiamo i soldi per pagarlo, visto che la giustizia è un servizio sociale e quindi lavorarci è socialmente utile, perché non mandiamo le RISORSEH nei tribunali?

:fag:

wesgard
19-01-17, 19:17
É un verso che ha l'ultimo ictus in decima sillaba.
Un endecasillabo può avere 10, 11 o 12 sillabe, in realtà.


Imparato una cosa nuova, grazie


Ah si un bigmac anche qui :asd:

hoffmann
19-01-17, 19:27
Imparato una cosa nuova, grazie
It's my job :snob:



Ah si un bigmac anche qui :asd:

Si accomodi al tavolo, lo porto io :sisi:

Pasta X
21-01-17, 20:58
c'è un sacco di materiale umano per aprire un nuovo fast food :sisi:

Ciome
21-01-17, 21:34
c'è un sacco di materiale umano per aprire un nuovo fast food :sisi:

in b4: il materiale umano serve per gli ingredienti

Kordian
30-01-17, 10:30
Mettete il vostro punteggio


http://i.imgur.com/L2ZbjcT.jpg

Napoleoga
30-01-17, 10:44
Not a virgin +8 :rotfl:

Moloch
30-01-17, 11:01
126 :asd:

hoffmann
30-01-17, 11:31
104 :nono:

Speravo in almeno un "slightly strange".
Mi sono imborghesito.

Huxley
30-01-17, 11:45
126 :asd:

124 high five :asd:

Napoleoga
30-01-17, 11:46
Normalfag :fag:

alberace
30-01-17, 11:50
110

Lo Zio
30-01-17, 11:50
121 :snob:

Ceccazzo
30-01-17, 11:51
77 :rotfl:

Huxley
30-01-17, 11:55
:rotfl:

Lo Zio
30-01-17, 11:56
77 :rotfl:
maccosa :rotfl:

macs
30-01-17, 11:57
113, mi mancano metà di quelle del verde, indovinate quali :fag:

Arnald
30-01-17, 12:09
108.
Normalità e mediocrità come stile di vita :rullezza:

Mastro Razza
30-01-17, 12:12
108 , sono un cazzo di wizard :asd:

Napoleoga
30-01-17, 13:14
110
Uuuuuuuuuh compagni di mediocrità :smuglala:

Milton
30-01-17, 13:30
125

Ma è un test fallato, in realtà mi sento molto slightly strange (anzi lo sono di certo, leggendo la descrizione) :asd:

Tenete anche conto che è tarato sugli standard americani, bisognerebbe adattarlo agli stili di vita europei

Ciome
30-01-17, 13:45
have an attractive face? +5

che faccio, lascio?

also: take pride in your body dopo tutte le altre domande...=?

Mastro Razza
30-01-17, 13:52
125

Ma è un test fallato, in realtà mi sento molto slightly strange (anzi lo sono di certo, leggendo la descrizione) :asd:

Tenete anche conto che è tarato sugli standard americani, bisognerebbe adattarlo agli stili di vita europei

quindi in US sarei uno sfasciafighe da competizione

Lux !
30-01-17, 13:52
52 http://j4gif.3owl.com/gif/v/vorro.gif

Cek
30-01-17, 14:04
Si ma sono autovalutazione

Non valgono niente

Dovrebbe esserci una commissione di vagine che conoscete (e non vi siete scopato)

Obabo
30-01-17, 14:31
I was the President of the United States of America.

Napoleoga
30-01-17, 15:34
I was the President of the United States of America.
Buon per te figliolo!

Obabo
30-01-17, 15:49
Thanks.

Baddo
31-01-17, 02:16
134! Se consideriamo che domani firmo un contratto di lavoro, se no 130.

Inviato dal mio ASUS_Z00ED utilizzando Tapatalk

NoNickName
31-01-17, 03:29
127

Sinex/
31-01-17, 08:55
Tutto meno 23 cosa fa?

Nico
31-01-17, 10:52
-23

Ciome
31-01-17, 11:21
-23

Minchia, ma dove hai studiato?

Nico
31-01-17, 11:24
Ciome amico mio, proprio tu mi rispondi? :asd:

Beh effettivamente era un esca troppo ghiotta da farti scappare eh volpone! :asd:

Ciome
31-01-17, 11:39
Ciome amico mio, proprio tu mi rispondi? :asd:

Beh effettivamente era un esca troppo ghiotta da farti scappare eh volpone! :asd:

Proprio io che mi dispero per un 27, già :asd:

Sicuro, adesso facciamo pure finta che avevi pianificato tutto, dai, almeno non ci fai una figura da chiodi :rotfl:

Nico
31-01-17, 11:58
:asd: pat pat

Sinex/
31-01-17, 11:58
Ma su che cazzo state fregnando?
La guerra vi ci vuole!!

Ciome
31-01-17, 12:00
Ma su che cazzo state fregnando?
La guerra vi ci vuole!!

no, la guerra è troppo sbatti. mi piace la competizione, ma la guerra no.

Echein
31-01-17, 14:03
Scopro ora questo topic....
Non pensavo foste così tanti qua dentro

Baddo
31-01-17, 15:14
Ciome :rotfl: tuo è il regno dei cieli

Inviato dal mio ASUS_Z00ED utilizzando Tapatalk

Tene
31-01-17, 18:51
115, per un pelo rimango nei normalfag. :bua:

Anche se mi sento più slightly strange :uhm:

a_game_of_chess
01-02-17, 12:35
62, ma sto cercando di migliorarmi

Ciome
01-02-17, 12:54
62, ma sto cercando di migliorarmi

visto il titolo del topic, tenderei ad escludere che tu sia nuovo...

a_game_of_chess
01-02-17, 13:22
visto il titolo del topic, tenderei ad escludere che tu sia nuovo...

esigo che i neurotipici che hanno totalizzato più di 80 vengano cancellati dalla lista in OP

Sinex/
01-02-17, 14:24
Il limite è ben oltre.
Sei tu che sei troppo sotto

Maelström
01-02-17, 14:30
90, la descrizione calza abbastanza

balmung
01-02-17, 14:46
57
madonna santa :bua:

Lux !
01-02-17, 14:50
https://i.imgur.com/MsLiJc6.jpg

Lo Zio
01-02-17, 14:52
57
madonna santa :bua:
:look:

macs
01-02-17, 14:52
Cmq quoto tene, mi sento più slightly strange che normalfag nonostante il punteggio

Lux !
01-02-17, 14:56
Essere un appelfag vale ben 7 punti in quella lista :pippotto:

a_game_of_chess
01-02-17, 14:56
57
madonna santa :bua:
fratello

Napoleoga
01-02-17, 15:07
Ma fulviuz? Sono curioso di sapere quanto fa

gnappinox1
01-02-17, 15:08
99 :look:

Ho saltato tutte quelle personali del tipo sei attraente eccc altrimenti dovrei aggiungere 10 punti :sisi:

balmung
01-02-17, 15:10
Si ma sono autovalutazione

Non valgono niente

Dovrebbe esserci una commissione di vagine che conoscete (e non vi siete scopato)

this,
laurea e "No sexual attraction to under 15" sono considerate virtù

Zhuge
01-02-17, 15:18
57
madonna santa :bua:

:eek:

io mi fermo a 68 :fag:

Maelström
01-02-17, 15:36
this,
laurea e "No sexual attraction to under 15" sono considerate virtù

non essere dei pedobear vale solo 3 punti (praticamente la stessa importanza di avere un buon telefono :rotfl: )

già da li ci si fa un'idea di che mente malsana può aver creato il test

Nightgaunt
01-02-17, 15:58
Perché avere un buon telefono è importante :sisi:

fulviuz
01-02-17, 20:03
Ma fulviuz? Sono curioso di sapere quanto fa

129 :uooo:

come cazzo avete fatto a totalizzare meno?

Napoleoga
01-02-17, 20:05
Perché tu sei migliore di noi ma non lo vuoi dare a vedere :smug:

Lux !
01-02-17, 20:07
129 :uooo:

come cazzo avete fatto a totalizzare meno?

Sono povera :solo:

balmung
01-02-17, 20:15
129 :uooo:

come cazzo avete fatto a totalizzare meno?

perchè nelle relazioni/rapporti sessuali non sono inclusi quelli a pagamento

Maelström
01-02-17, 20:50
129 :uooo:

come cazzo avete fatto a totalizzare meno?

Ecco che saltano fuori gli altarini :smug:




perchè nelle relazioni/rapporti sessuali non sono inclusi quelli a pagamento

Non esistono relazioni/rapporti sessuali gratis :smugranking:

Zhuge
01-02-17, 21:02
Non esistono relazioni/rapporti sessuali gratis :smugranking:

la vera verità :sisi:

gnappinox1
01-02-17, 21:03
:rotfl:

Skynight
01-02-17, 21:19
24 :fischio:

Sinex/
01-02-17, 21:37
:rotfl:

Napoleoga
01-02-17, 21:54
:rotfl:

fulviuz
01-02-17, 22:41
State trollando :asd:

ND
01-02-17, 22:48
124, mi frega la parte mental :asd:

Baddo
01-02-17, 23:02
Cesarano mi toglieresti dalla lista? Oggi primo giorno di nuovo lavoro! :proud:

Inviato dal mio ASUS_Z00ED utilizzando Tapatalk

Sinex/
01-02-17, 23:34
No baddo
Non è una questione contingente il fallimento.
È quella parte di te che ti porterà entrò sei mesi ad essere di nuovo in cerca di occupazione.
Finché non ti depuri, quella parte rimarrà assieme al tuo nome qui dentro.

Cordialità, il collega che ti guarda sempre storto in sala mensa. Quello con la valigetta di latta rossa

Lux !
01-02-17, 23:47
Cesarano mi toglieresti dalla lista? Oggi primo giorno di nuovo lavoro! :proud:

Inviato dal mio ASUS_Z00ED utilizzando Tapatalk

Pics della sexy collega in lingerie o banfa :tsk:

Cesarino
02-02-17, 08:18
Cesarano mi toglieresti dalla lista? Oggi primo giorno di nuovo lavoro! :proud:

Inviato dal mio ASUS_Z00ED utilizzando Tapatalk


dipende. sei a partita IVA?

Cek
02-02-17, 08:37
No Badduo

Se sei iterinale sei ancora fallitoh! :snob:

Cesarino
03-02-17, 18:45
a pranzo oggi nel mio nuovo appartamento non-rumeno ho parlicchiato col mio nuovo coinquilino di Brescia.
Dopo 5 min avevo già capito di aver appena incontrato il Re di Hokuto del FALLITISMO.

- Laureato in filosofia alla cattolica a 29 anni, tra un po' ne compie 30

- Fa un master in "Philosophy, science and society"

- Dice che al momento la prima impressione del master è abbastanza negativa perchè (vi riporto le parole esattissime senza cambiare una virgola) "QUI HANNO UN APPROCCIO MOLTO EMPIRICO, MENTRE IO SONO PIU' UN METAFISICO SISTEMICO"

- Sta facendo il master innanzitutto per migliorare il suo inglese

- Dopo il master assolutamente non vuole puntare nella ricerca, ma cercare lavoro

- Che tipo di lavoro non c'ha ancora pensato. Magari insegnamento. Magari altro.

golem101
03-02-17, 18:47
Fantasia al potere. :asd:

Sinex/
03-02-17, 18:48
Il metafisico sistemico!!!!!

kyashan
03-02-17, 19:01
71

messo malino

fulviuz
03-02-17, 19:03
Cesarino, ma il tipo la ficca l'ha vista almeno in GIF o nel più pratico formato WEBM?

Lo Zio
03-02-17, 19:04
a pranzo oggi nel mio nuovo appartamento non-rumeno ho parlicchiato col mio nuovo coinquilino di Brescia.
Dopo 5 min avevo già capito di aver appena incontrato il Re di Hokuto del FALLITISMO.

- Laureato in filosofia alla cattolica a 29 anni, tra un po' ne compie 30

- Fa un master in "Philosophy, science and society"

- Dice che al momento la prima impressione del master è abbastanza negativa perchè (vi riporto le parole esattissime senza cambiare una virgola) "QUI HANNO UN APPROCCIO MOLTO EMPIRICO, MENTRE IO SONO PIU' UN METAFISICO SISTEMICO"

- Sta facendo il master innanzitutto per migliorare il suo inglese

- Dopo il master assolutamente non vuole puntare nella ricerca, ma cercare lavoro

- Che tipo di lavoro non c'ha ancora pensato. Magari insegnamento. Magari altro.
digli di iniziare a passare più tempo dal mcdonald, così si fa una idea di come fare il panino

macs
03-02-17, 19:06
Metafisico sistemico is now a meme

Lo Zio
03-02-17, 19:07
non lamentiamoci, noi abbiamo i conservatori riformisti :asd:

hoffmann
03-02-17, 19:14
- Che tipo di lavoro non c'ha ancora pensato. Magari insegnamento. Magari altro.
Spero non intenda concentrarsi sulla classe d'insegnamento di Storia e Filosofia al triennio del liceo. É una delle cose più impossibili dell'universo :rotfl:
Avrebbe più fortuna a tentare di diventare amministratore delegato Apple :rotfl:

Ma pure se dovesse riuscire nell'impresa, i tempi sono i seguenti.
Aspettare il 2020 per il prossimo concorso.
Dal 2021 parte il triennio di formazione.
Nel 2024/2025 sale in cattedra.

Questa se gli va tutto bene al primo colpo.

Lo Zio
03-02-17, 19:15
a occhio non mi pare abbia fretta :asd:

hoffmann
03-02-17, 19:35
Meglio per lui.

Zhuge
03-02-17, 19:36
71

messo malino

ti lamenti, hai fatto più di me :asd:

ah cesarino, oggi sono andato ad un appuntamento da un CTU che praticamente è la fusione tra Bsev e Formigoni :asd:

Lux !
03-02-17, 19:37
a pranzo oggi nel mio nuovo appartamento non-rumeno ho parlicchiato col mio nuovo coinquilino di Brescia.
Dopo 5 min avevo già capito di aver appena incontrato il Re di Hokuto del FALLITISMO.

- Laureato in filosofia alla cattolica a 29 anni, tra un po' ne compie 30

- Fa un master in "Philosophy, science and society"

- Dice che al momento la prima impressione del master è abbastanza negativa perchè (vi riporto le parole esattissime senza cambiare una virgola) "QUI HANNO UN APPROCCIO MOLTO EMPIRICO, MENTRE IO SONO PIU' UN METAFISICO SISTEMICO"

- Sta facendo il master innanzitutto per migliorare il suo inglese

- Dopo il master assolutamente non vuole puntare nella ricerca, ma cercare lavoro

- Che tipo di lavoro non c'ha ancora pensato. Magari insegnamento. Magari altro.

Qualcosa mi dice che avrai problemi a convincerlo a tirare l'acqua del WC :bua:

hoffmann
03-02-17, 19:42
Io comunque punto i miei dobloni sul fatto che il metafisico sistemico troverà un'occupazione prima di Cesarino.

Cek
03-02-17, 19:44
:rotfl:

Lux !
03-02-17, 19:46
Io comunque punto i miei dobloni sul fatto che il metafisico sistemico troverà un'occupazione prima di Cesarino.

Sull'ultimo ratman c'è giusto espressa una gerarchia tra laurea in geologia e laurea in giurisprudenza :bua:

Napoleoga
03-02-17, 19:51
Nel frattempo io continuo a failare duro! :smugplauso:

Zhuge
03-02-17, 20:26
Sull'ultimo ratman c'è giusto espressa una gerarchia tra laurea in geologia e laurea in giurisprudenza :bua:

pics

NoNickName
03-02-17, 20:52
a pranzo oggi nel mio nuovo appartamento non-rumeno ho parlicchiato col mio nuovo coinquilino di Brescia.
Dopo 5 min avevo già capito di aver appena incontrato il Re di Hokuto del FALLITISMO.

- Laureato in filosofia alla cattolica a 29 anni, tra un po' ne compie 30

- Fa un master in "Philosophy, science and society"

- Dice che al momento la prima impressione del master è abbastanza negativa perchè (vi riporto le parole esattissime senza cambiare una virgola) "QUI HANNO UN APPROCCIO MOLTO EMPIRICO, MENTRE IO SONO PIU' UN METAFISICO SISTEMICO"

- Sta facendo il master innanzitutto per migliorare il suo inglese

- Dopo il master assolutamente non vuole puntare nella ricerca, ma cercare lavoro

- Che tipo di lavoro non c'ha ancora pensato. Magari insegnamento. Magari altro.

Ho come l'impressione che farà altro, probabilmente in qualche società dal nome scozzese leader mondiale nel food service

Cmq scherzi a parte il problema non è filosofia, è il distacco dalla realtà

Cesarino
04-02-17, 10:16
Cesarino, ma il tipo la ficca l'ha vista almeno in GIF o nel più pratico formato WEBM?

dice che è fidanzato. con una napoletana :pippotto:

Ciome
04-02-17, 10:27
cesarino, ma raccontaci un po' com'è andata alla fine con l'appartamento rumeno. dopo la superlitigata notturna del secchio d'acqua, c'è stato sangue? t'ha lasciato in pace per i giorni rimanenti? come vi siete salutati quando te ne sei andato?

overtone
04-02-17, 12:13
Il test va fatto segnando con paint i punti e postando qui lo screen, non ci credo a certi risultati, bisogna indagare :asd:

Mr.Cilindro
04-02-17, 12:24
Ho come l'impressione che farà altro, probabilmente in qualche società dal nome scozzese leader mondiale nel food service

Cmq scherzi a parte il problema non è filosofia, è il distacco dalla realtà

questo vale per la maggior parte di quelli che studiano

Rot Teufel
04-02-17, 13:01
Mettete il vostro punteggio

61 :smug: E mi salvo solo grazie all'altezza ed ai lineamenti del viso :asd:

Biocane
04-02-17, 14:20
ma l'op in cosa è laureato?

hoffmann
04-02-17, 14:22
ma l'op in cosa è laureato?
Non vuoi saperlo.

fulviuz
04-02-17, 14:25
Non inventerete mai un computer risparmiando 600€ per i pezzi

https://i.imgur.com/sHUMhrW.png

alberace
04-02-17, 14:27
me lo ricordo lui :rotfl:

Lux !
04-02-17, 14:30
L'ho fatto :tsk:

Nightgaunt
04-02-17, 14:55
ROTFL, 600 sterline, si poteva comprare il PC di Padre Pio.

Kordian
04-02-17, 15:59
Pic storica. :sisi:

Il razzismo latente è sempre il "migliore"

Maelström
04-02-17, 16:07
Non inventerete mai un computer risparmiando 600€ per i pezzi

https://i.imgur.com/sHUMhrW.png


Eh ma l'ha costruito comprando pezzi di hardware sfusi...mi aspettavo l'avesse assemblato con scorze di anguria, foglie di palma e crine di cammello..

alberace
04-02-17, 16:09
il sito è praticamente nigga news :asd:

http://www.voice-online.co.uk/

Maelström
04-02-17, 16:21
il sito è praticamente nigga news :asd:

http://www.voice-online.co.uk/


Fantastico, è uno dei siti più razzisti che abbia mai visto, tutto sistematicamente filtrato per fornire solo notizie riguardanti i neri :asd:

Dopo un pò mette inquietudine..come se ci fosse una qualche voce implicita che dice "sei bianco, non dovresti essere qui, non ti vogliamo, vai viah"

Secondo me hanno pure rifatto lo spot delle caramelle "Tabù" censurando la parte in cui dice "anche biancoooo".

Ciome
04-02-17, 16:21
il sito è praticamente nigga news :asd:

http://www.voice-online.co.uk/

cazzo :rotfl:

l'unica foto dove c'è un uomo bianco è a fondo pagina e in gruppo con altri 3 neri :rotfl:

alberace
04-02-17, 16:27
http://www.voice-online.co.uk/career-education-article/black-african-graduates-most-overqualified

:rotfl:

Maelström
04-02-17, 16:28
Stavo cercando qualche articolo sui benefici di mangiare angurie ma non ne ho trovati...in compenso:

http://www.voice-online.co.uk/article/theres-no-proven-link-between-marijuana-and-lung-cancer


FOR MARIJUANA lovers and advocates around the world, a new study has revealed some very good news.

:rotfl:


http://www.voice-online.co.uk/career-education-article/black-african-graduates-most-overqualified

:rotfl:

L'articolo è stato scritto dal cugino nigeriano di Pasta?


According to the report, 40.8 per cent of black African graduates are currently overqualified for the roles that they work, the largest proportion of any group, followed by Bangladeshi graduates (39 per cent).

Scontro fra titani..

Nightgaunt
04-02-17, 16:50
Lettoniente articolo del bambino del computer.

Non mi dite, la notizia è che ha comprato i pezzi e lo ha assemblato? :asd:

Maelström
04-02-17, 17:15
Lettoniente articolo del bambino del computer.

Non mi dite, la notizia è che ha comprato i pezzi e lo ha assemblato? :asd:

No, la notizia è che un banmbino necro ha inventato un computer spendendo 600 sterline messe da parte per comprare i pezzi

macs
04-02-17, 17:18
NN
Negro News

Nightgaunt
04-02-17, 18:01
No, la notizia è che un banmbino necro ha inventato un computer spendendo 600 sterline messe da parte per comprare i pezzi
Eh anche io ho inventato il mio computer, lo sapevo che ero un genio.

Ragazzi, per poco più di mille euro vi invento una scheda video equivalente alla Titan, fatevi avanti su!

Cesarino
04-02-17, 18:05
http://giphy.com/gifs/l0Ex6nacVjcXSg9Zm

Ciome
04-02-17, 18:18
http://giphy.com/gifs/l0Ex6nacVjcXSg9Zm

questa me la salvo :asd:

Lux !
04-02-17, 18:31
No, la notizia è che un banmbino necro ha inventato un computer spendendo 600 sterline messe da parte per comprare i pezzi

Io ho inventato anche uno scaffale :tsk:

Nightgaunt
04-02-17, 18:48
Io ho inventato un sacco di mobili dell'Ikea.

Lo Zio
04-02-17, 18:51
No, la notizia è che un banmbino necro ha inventato un computer spendendo 600 sterline messe da parte per comprare i pezzi

ha fatto meglio di teon e marlb :fag:

Mr.Cilindro
04-02-17, 18:52
io ho inventato il liquido seminale

Nightgaunt
04-02-17, 18:54
io ho inventato il liquido seminale
Arrivi tardi, sono già in coda all'ufficio brevetti col CD in mano.

Cesarino
05-02-17, 16:30
Confartigianato, 75 per 15 posti da lustrascarpe
I racconti dei candidati. «Sbalorditi dal boom»


Quasi tutti diplomati, molti a un passo dall’agognata laurea, pochissimi con la sola licenza media e persino tre dottori: in Scienze politiche, in Pittura e in Economia e finanza. A unirli è la speranza di superare il concorso per la selezione di 15 lustrascarpe che Confartigianato Palermo cerca per riportare in auge l'antico mestiere nella città. Sono iniziate ufficialmente oggi pomeriggio, infatti, i colloqui nella sede palermitana dell’associazione che rappresenta le piccole e medie imprese: nei locali in via Laurana, si è presentato il primo gruppo di 28 candidati che verranno ascoltati tra oggi e domani, mentre la seconda tranche è attesa l’uno e il due febbraio, per un totale di 75 aspiranti. Con un’età media di circa 40 anni - il più giovane ha appena 21 anni, il più grande 61 - tra loro ci sono ben undici donne, e provengono da tutte le province della Sicilia, ognuno di loro con una storia e un percorso di vita differente, ma tutti accomunati dal desiderio di trovare un lavoro in una regione dove le occasioni, non solo a causa della crisi, sono assai scarse.


Come nel caso di Francesco Alaimo, 26enne palermitano laureando in Economia e finanza: «In un panorama così carente da un punto di vista lavorativo, ci si aggrappa a qualsiasi occasione. Mi mancano solo 5 esami per laurearmi, poi valuterò. Malgrado ci sia un progetto, non sappiamo ancora come risponderà la città all'iniziativa. Poi valuterò se dare priorità al mio corso di studi o proseguire». C’è chi, invece, una scelta l’ha già fatta, come Cetti Zummo, 26enne, anche lei palermitana, diplomata al liceo classico: «Da due anni ho lasciato il Dams - spiega - mi mancavano solo 7 materie, ma divisa tra lo studio e il lavoro, alla fine ho scelto quest’ultimo, dapprima dando una mano nella pizzeria di famiglia ora, invece, la mattina impegnata in un’associazione che si occupa di bambini e nel pomeriggio faccio la babysitter. Quando ho letto questo annuncio non ho avuto nessun dubbio e penso sia un lavoro dignitoso. La fatica non mi spaventa, non penso ci siano mestieri da maschi: noi possiamo fare qualsiasi professione, anzi forse è l’uomo che si priva, mentre noi no».

Tra i giovanissimi spicca la 21enne Maria Elisabetta Oddo, di Palermo, diplomata al liceo linguistico, ma che fino a 14 anni ha vissuto a Trento dove si trovano alcuni parenti: «Al momento sono disoccupata - racconta -, ma era un’occasione che non potevo lasciarmi sfuggire». Impietoso il raffronto tra la Sicilia e il Nord: «L’esperienza che ho fatto qui è molto deludente, è praticamente impossibile trovare un impiego. Ogni estate parto per il Trentino e tra Firenze e Milano trovo sempre qualche occasione stagionale nei ristoranti, lì è più facile e ci sono più occasioni per i giovani». Ma non ci sono solo giovani in fila per diventare lustrascarpe, tanti anche gli over-quaranta come Sebastiano Alicata, 45 anni, geometra, da due anni disoccupato, sposato e con due figli di 16 e 18 anni da mantenere.

«Ho lavorato per anni come impiegato amministrativo - spiega - e da circa un anno e mezzo sono in cerca di una nuova occupazione. A spingermi in parte è stata la voglia di mettermi di nuovo in gioco, dopo 20 anni trascorsi dietro una scrivania. Ma ad attrarmi è stato soprattutto il fascino legato a un mestiere così antico. Ricordo ancora che accompagnavo mio nonno dal lustrascarpe in piazza Giulio Cesare, angolo via Maqueda, e della passione che questo signore metteva nel suo lavoro. Ho sempre amato i lavori artigianali e da mio nonno ho ereditato la passione per la manutenzione degli strumenti a fiato. Sarà una occasione unica per far capire a palermitani e ai turisti che a Palermo non esistono soltanto il percorso arabo–normanno, ma anche altre attività del passato che ancora oggi possono dare lustro alla città».

Ma tra le decine di aspiranti, in fila c’è anche chi l’odore del cuoio l’ha sempre respirato e tra le scarpe si può dire ci sia nato. «Praticamente sono figlia d’arte - racconta Provvidenza Lo Giudice, 48 anni che per 30 anni ha lavorato in una fabbrica di scarpe - mio padre e mio fratello sono stati calzolai, e quando avevo tre anni mia sorella mi portava con sé nella fabbrica di scarpe di proprietà dello zio del suo fidanzato. Come le mie sorelle, ho iniziato prestissimo a lavorare in una fabbrica di calzature nel reparto definizione e lucidatura. Quando ho letto l’annuncio ho pensato ‘questo è il mio lavoro e qui mi sentirò a casa’”. Al momento Provvidenza vive con la madre, e il suo più grande desiderio e di avere nuovamente un’occupazione, anche a costo di sacrifici: «Non mi spaventa l'idea di lavorare in strada, non mi darebbe alcun fastidio - sottolinea - anche perché è la mia professione, mi verrebbe facile e lo farei con dignità».

Qualche timore, invece, non nasconde Rosanna Consoli, 41 anni, diplomata in ragioneria, sposata e con una figlia ventenne. «Prima impiegata come contabile in uno studio tributario - racconta - sono disoccupata da circa 6 mesi. Una scelta coraggiosa? Ho visto sia a Napoli che a Roma altre donne fare lo stesso mestiere e riproporla qui mi è sembrata una buona idea, anche se riconosco che mai mi sarei immaginata 20 anni fa di partecipare a un colloquio per un posto di lustrascarpe. Certo sarà difficile lavorare in città, non penso che ci sia tutta questa richiesta. Solo mia figlia mi ha criticato - ammette - dicendomi ‘ti metti a lucidare scarpe?', ma credo solo per un preconcetto per le cose pratiche: non esistono lavori umili, è sufficiente che siano fatti con passione e professionalità».

Per il presidente di Confartigianato Nunzio Reina l'iniziativa che riguarda la realizzazione di 15 postazioni per lustrascarpe «permetterà di far rivivere questo antico mestiere ormai dimenticato. Siamo positivamente sbalorditi dal numero di candidature arrivate perché ciò vuol dire che le antiche tradizioni possono rivivere sia grazie ai giovani sia grazie a coloro che hanno già lavorato nel settore e possono rimettersi in gioco».

Lux !
05-02-17, 16:33
il concorso per la selezione di 15 lustrascarpe che Confartigianato Palermo cerca per riportare in auge l'antico mestiere nella città.

Secondo questa gente ci vuole un corso anche per aprire le porte girevoli evidentemente :no:

fuserz
05-02-17, 16:36
Secondo questa gente ci vuole un corso anche per aprire le porte girevoli evidentemente :no:

conta che in germania serve un ausbildung di tre anni per fare il cassiere da lidl :bua:

Napoleoga
05-02-17, 16:49
Il dottore in pittura mi mancava ancora

Nightgaunt
05-02-17, 16:54
Il cassiere è una figura che ammiro; al loro posto probabilmente sbaglierei 7 resti su 10.

overtone
05-02-17, 18:23
Il cassiere è una figura che ammiro; al loro posto probabilmente sbaglierei 7 resti su 10.
Credo che il calcolo lo faccia il registratore di cassa

koba44
05-02-17, 18:27
Non inventerete mai un computer risparmiando 600€ per i pezzi

https://i.imgur.com/sHUMhrW.png
The talented youngster is now planning to use his new computer to design his first video game, which he hopes to launch within the next few months.


È uscito il suo vg?

Mr.Cilindro
05-02-17, 18:30
per favore smettete di parlare di quello che ha speso 600 euro e ha assemblato un pc, fa pietà

Lo Zio
05-02-17, 18:33
è come se fosse il monolite di 2001 odissea :asd:

fulviuz
05-02-17, 18:37
The talented youngster is now planning to use his new computer to design his first video game, which he hopes to launch within the next few months.
È uscito il suo vg?

lo compra da steam risparmiando 2€ durante gli sconti di Pasqua.

alberace
05-02-17, 18:37
asd

Nightgaunt
05-02-17, 19:24
Credo che il calcolo lo faccia il registratore di cassa
Lo so ma sbaglierei comunque in qualche altro modo.

Lux !
05-02-17, 19:30
Lo so ma sbaglierei comunque in qualche altro modo.

Con il resto ed il quantitativo di bollini da dare :snob:

Echein
05-02-17, 22:10
Cesarino coinquilino:asd:

koba44
05-02-17, 22:13
Cesarino, che ne pensi dell'Opera Lirica?

Cesarino
05-02-17, 23:23
https://youtu.be/7Pq-S557XQU

buona notte :fag:

Cesarino
08-02-17, 10:57
http://i.imgur.com/STDdn3k.jpg


Una lettera d’addio, un lungo, spietato, violento atto d’accusa. Dopo averla scritta, il 31 gennaio scorso Michele è andato a casa della nonna, ha preso una corda e l’ha fatta finita. «Non posso passare la vita a combattere solo per sopravvivere... Di no come risposta non si vive, di no si muore», ha vergato con rabbia e grande delusione per un mondo del lavoro che l’ha rifiutato fino alla fine. «Ho fatto molti tentativi, ho cercato di darmi un senso e uno scopo usando le mie risorse... Sono stufo di fare sforzi senza ottenere risultati, stufo di colloqui di lavoro inutili, stufo di invidiare, stufo di chiedermi cosa si prova a vincere, stufo di fare buon viso a pessima sorte e di essere messo da parte...».

I genitori: «Per lui solo percorsi formativi e tanti no»

Trent’anni, udinese di un paese prealpino di confine, Michele faceva il grafico. Meglio, avrebbe voluto farlo. «Ma nessuno l’ha preso. Per lui sono stati solo percorsi formativi e corsi e poi risposte negative. E una e due e tre...», dice ora il padre al telefono con un groppo in gola. «Non siamo riusciti neppure noi a cogliere la profondità del disagio. Le sue parole sono un grido strozzato, è l’analisi spietata di un sistema che divora i suoi figli migliori». È l’urlo di una generazione perduta, dice. La chiamano generazione Neet, giovani che non studiano e non lavorano e hanno pure smesso di cercare, di credere, di volere. Un popolo di sfiduciati e avviliti.
I genitori hanno chiesto che la lettera del figlio fosse pubblicata integralmente dal Messaggero Veneto. «Perché questo è un allarme rosso, un grave fenomeno sociale, che lui ha voluto denunciare».

Michele e la sua lettera: «Un disastro»

Michele era un figlio di quel Nordest che dopo i fasti del boom ha conosciuto la grande crisi, lasciando sul campo i cocci di centinaia di aziende, di migliaia di disoccupati (in dieci anni sono triplicati), di decine di suicidi. «Da questa realtà non si può pretendere niente - ha scritto nelle ultime, drammatiche pagine - Non si può pretendere un lavoro, non si può pretendere di essere amati, non si possono pretendere riconoscimenti». Dopo aver cercato lavoro per anni, aveva preso a vedere nero il presente e anche il futuro, in modo totale, cosmico. «Un disastro a cui non voglio assistere». Parole cariche di impotenza, rancore e frustrazione.

La richiesta di perdono a mamma e papà

«Lo stato generale delle cose per me è inaccettabile, non intendo più farmene carico...». Chiede perdono a mamma e papà. «Se potete». Un dolore immenso, quello di una madre e di un padre sopravvissuti al figlio. «Io lo so che questa cosa vi sembra una follia ma non lo è. È solo delusione. Mi è passata la voglia: non qui e non ora. Non posso imporre la mia essenza, ma la mia assenza sì».

«Questa generazione si vendica del furto della felicità»

Non è follia, scrive, non è caos. «Dentro di me c’era ordine. Questa generazione si vendica di un furto, il furto della felicità». Il padre lo traduce così: «Sono giovani che hanno vissuto come sconfitta personale quella che per noi è invece la sconfitta di una società moribonda». Suo figlio ne ha fatto un incubo: «Un mondo privo di identità, privo di garanzie, privo di punti di riferimento».
Si scusa con gli amici e dà un titolo alla sua denuncia: «Questa è un’accusa di alto tradimento». L’ultimo schiaffo è per il governo: «Complimenti al ministro Poletti, lui sì che ci valorizza».

Napoleoga
08-02-17, 11:00
Ho ancora 5 anni prima del grande buio :alesisi:

fuserz
08-02-17, 11:06
di sicuro un segno di grande debolezza, una persona fragile con problemi che vanno oltre la mera difficoltà nel trovare lavoro. però di sicuro è un campanello di allarme, qualora servisse, relativamente ad una piaga ancora silente ma ENORME del nostro paese

Ceccazzo
08-02-17, 11:14
io che sono una merda di persona, penso che sia una palla

Lo Zio
08-02-17, 11:18
mbof, a 30 anni il lavoro lo trovi se lo cerchi

Cesarino
08-02-17, 11:20
Parole stanche, frasi di sfiducia, nel futuro, nella vita, negli altri, tra colloqui andati male, sforzi inutili e illusione. "Sono stufo di fare sforzi senza ottenere risultati, stufo di critiche, stufo di colloqui di lavoro come grafico inutili, stufo di sprecare sentimenti e desideri per l'altro genere (che evidentemente non ha bisogno di me), stufo di invidiare, stufo di chiedermi cosa si prova a vincere, di dover giustificare la mia esistenza senza averla determinata, stufo di dover rispondere alle aspettative di tutti senza aver mai visto soddisfatte le mie, stufo di fare buon viso a pessima sorte, di fingere interesse, di illudermi, di essere preso in giro, di essere messo da parte e di sentirmi dire che la sensibilità è una grande qualità.Tutte balle".


A quanto pare non gli mancava solo il trabajo!

Backleground
08-02-17, 11:28
una delle poche motivazioni che accetto per il suicidio è lo studio del diritto amministrativo

Cesarino
08-02-17, 11:32
Ho cercato di essere una brava persona, ho commessi molti errori, ho fatto molti tentativi, ho cercato di darmi un senso e uno scopo usando le mie risorse, di fare del malessere un’arte.


Ma le domande non finiscono mai, e io di sentirne sono stufo. E sono stufo anche di pormene. Sono stufo di fare sforzi senza ottenere risultati, stufo di critiche, stufo di colloqui di lavoro come grafico inutili, stufo di sprecare sentimenti e desideri per l’altro genere (che evidentemente non ha bisogno di me), stufo di invidiare, stufo di chiedermi cosa si prova a vincere, di dover giustificare la mia esistenza senza averla determinata, stufo di dover rispondere alle aspettative di tutti senza aver mai visto soddisfatte le mie, stufo di fare buon viso a pessima sorte, di fingere interesse, di illudermi, di essere preso in giro, di essere messo da parte e di sentirmi dire che la sensibilità è una grande qualità.

Tutte balle. Se la sensibilità fosse davvero una grande qualità, sarebbe oggetto di ricerca. Non lo è mai stata e mai lo sarà, perché questa è la realtà sbagliata, è una dimensione dove conta la praticità che non premia i talenti, le alternative, sbeffeggia le ambizioni, insulta i sogni e qualunque cosa non si possa inquadrare nella cosiddetta normalità. Non la posso riconoscere come mia.

Da questa realtà non si può pretendere niente. Non si può pretendere un lavoro, non si può pretendere di essere amati, non si possono pretendere riconoscimenti, non si può pretendere di pretendere la sicurezza, non si può pretendere un ambiente stabile.


A quest’ultimo proposito, le cose per voi si metteranno talmente male che tra un po’ non potrete pretendere nemmeno cibo, elettricità o acqua corrente, ma ovviamente non è più un mio problema. Il futuro sarà un disastro a cui non voglio assistere, e nemmeno partecipare. Buona fortuna a chi se la sente di affrontarlo.

Non è assolutamente questo il mondo che mi doveva essere consegnato, e nessuno mi può costringere a continuare a farne parte. È un incubo di problemi, privo di identità, privo di garanzie, privo di punti di riferimento, e privo ormai anche di prospettive.

Non ci sono le condizioni per impormi, e io non ho i poteri o i mezzi per crearle. Non sono rappresentato da niente di ciò che vedo e non gli attribuisco nessun senso: io non c’entro nulla con tutto questo. Non posso passare la vita a combattere solo per sopravvivere, per avere lo spazio che sarebbe dovuto, o quello che spetta di diritto, cercando di cavare il meglio dal peggio che si sia mai visto per avere il minimo possibile. Io non me ne faccio niente del minimo, volevo il massimo, ma il massimo non è a mia disposizione.

Di no come risposta non si vive, di no si muore, e non c’è mai stato posto qui per ciò che volevo, quindi in realtà, non sono mai esistito. Io non ho tradito, io mi sento tradito, da un’epoca che si permette di accantonarmi, invece di accogliermi come sarebbe suo dovere fare.

Lo stato generale delle cose per me è inaccettabile, non intendo più farmene carico e penso che sia giusto che ogni tanto qualcuno ricordi a tutti che siamo liberi, che esiste l’alternativa al soffrire: smettere. Se vivere non può essere un piacere, allora non può nemmeno diventare un obbligo, e io l’ho dimostrato. Mi rendo conto di fare del male e di darvi un enorme dolore, ma la mia rabbia ormai è tale che se non faccio questo, finirà ancora peggio, e di altro odio non c’è davvero bisogno.

Sono entrato in questo mondo da persona libera, e da persona libera ne sono uscito, perché non mi piaceva nemmeno un po’. Basta con le ipocrisie.

Non mi faccio ricattare dal fatto che è l’unico possibile, io modello unico non funziona. Siete voi che fate i conti con me, non io con voi. Io sono un anticonformista, da sempre, e ho il diritto di dire ciò che penso, di fare la mia scelta, a qualsiasi costo. Non esiste niente che non si possa separare, la morte è solo lo strumento. Il libero arbitrio obbedisce all’individuo, non ai comodi degli altri.

Io lo so che questa cosa vi sembra una follia, ma non lo è. È solo delusione. Mi è passata la voglia: non qui e non ora. Non posso imporre la mia essenza, ma la mia assenza si, e il nulla assoluto è sempre meglio di un tutto dove non puoi essere felice facendo il tuo destino.

Perdonatemi, mamma e papà, se potete, ma ora sono di nuovo a casa. Sto bene.

Dentro di me non c’era caos. Dentro di me c’era ordine. Questa generazione si vendica di un furto, il furto della felicità. Chiedo scusa a tutti i miei amici. Non odiatemi. Grazie per i bei momenti insieme, siete tutti migliori di me. Questo non è un insulto alle mie origini, ma un’accusa di alto tradimento.

P.S. Complimenti al ministro Poletti. Lui sì che ci valorizza a noi stronzi.

Ho resistito finché ho potuto.

Napoleoga
08-02-17, 11:47
una delle poche motivazioni che accetto per il suicidio è lo studio di meccanica razionale

Fix per me

von right
08-02-17, 12:25
ha fatto meglio di teon e marlb :fag:

:rotfl:


120 btw.

macs
08-02-17, 12:30
una delle poche motivazioni che accetto per il suicidio è lo studio della biochimica

Fix anche per me

Arnald
08-02-17, 12:33
Letto tutto.
Forse qualcuno avrebbe dovuto ricordargli che fa parte di quel 10% di popolazione mondiale che sta meglio del resto di tutte le persone che hanno mai messo piede sulla terra, oggi e ieri. Non sto dicendo che non lo capisco, ma fa tanto il razionale, il cinico e poi fa un gesto totalmente irrazionale.
Avrebbe potuto girare il mondo vivendo da barbone, arruolarsi nell'ISIS, entrare in Herbalife...

Zhuge
08-02-17, 14:29
una delle poche motivazioni che accetto per il suicidio è lo studio del diritto amministrativo

la procedura penale ed il diritto internazionale privato sono peggio eh :asd:

balmung
08-02-17, 14:55
Letto tutto.
Forse qualcuno avrebbe dovuto ricordargli che fa parte di quel 10% di popolazione mondiale che sta meglio del resto di tutte le persone che hanno mai messo piede sulla terra, oggi e ieri. Non sto dicendo che non lo capisco, ma fa tanto il razionale, il cinico e poi fa un gesto totalmente irrazionale.
Avrebbe potuto girare il mondo vivendo da barbone, arruolarsi nell'ISIS, entrare in Herbalife...

era solo. E non puoi ricondurre la felicità personale al mero possesso di beni.
Quello dell'isis avrà i commilitoni a tenergli compagnia, avrà una cretina che ha abbandonato il ricco occidente per andare a vivere con lui nel paradiso islamico, le capre da inculare e via discorrendo

Quando non hai nessuno, basta lo scoramento di un attimo e ciao.

Poi c'è la dignità personale. Conosco gente che figlia come conigli nonostante sia disoccupata e va a vivere con i genitori. Non è rara la famiglia allargata, dove il nonno pensionato ne mantiene una decina. So di altri fenomeni che sono emancipati, ma vanno a fare la spesa con la madre di lui, che paga tutto e garantisce i debiti con la pensione. Bella merda

è chiaro che ha sbagliato ad ammazzarsi, ma da qui a dire va tutto bene madama la marchesa perchè in congo s'inculano gli oranghi ne passa.

Arnald
08-02-17, 16:12
A me sembra che il pippotto l'abbia fatto più che altro sulla realizzazione professionale. Certo, magari un po' di figa lo avrebbe aiutato...
La chiusa su Poletti, poi, non mi è piaciuta per niente. Sempre colpa degli altri?
Saremo mica tutti fenomeni o mafiosi, noi che riusciamo a trovare affetti e un mezzo lavoro?

Ciome
08-02-17, 16:50
glielo appoggio a balmung

Cek
08-02-17, 18:12
Affetti no

Per il lavoro si

Perche sono stato testimone 12 anni fa di gente costretta ad andare a lavorare perche bocciata per due anni di fila e assunta a tiempo indeterminado

Arnald
09-02-17, 09:45
Ecco, visto che sono un ignorante non riuscivo ad esprimere bene ciò che avevo in mente, ma fortunatamente qualcuno ci ha pensato per me:

Leggendo la lettera provo irritazione, non pietà. Molta commiserazione. A trent'anni si è uomini, non ragazzi e si sarebbe già dovuto capire che la vita non dà nulla per scontato.

E quando si pensa che «da questa realtà non si può pretendere niente», significa che della vita non si è capito niente. Nella sua lettera, Michele ci dice con durezza che non se ne «fa niente del minimo», perché «voleva il massimo»: lui ha trent'anni, non è un ragazzino frustrato. A quell'età si ha il dovere di comprendere che per raggiungere il massimo bisogna passare per il minimo, non ci sono scorciatoie, attese illusorie.

Dobbiamo credere che Michele abbia annientato la propria esistenza perché nel nostro Paese non ci sono politiche adeguate per fronteggiare la disoccupazione giovanile? Non è questo che porta al suicidio Michele, ma la sopravvalutazione delle sue qualità, qualità che non sono state usate per fronteggiare le difficoltà, le competizioni complesse, i fallimenti inevitabili. Penso al dolore immane dei suoi genitori, alla fatica che hanno fatto per crescere il proprio figlio, anche loro, come noi, ritenuti da Michele ingiustamente colpevoli di non «aver consegnato» a lui il mondo che si aspettava.

Ogni epoca lascia da parte qualcuno, premia altri non usando il metro di una giustizia oggettiva, calcolabile, ma secondo le imponderabili valutazioni della Storia. Mi sbaglierò, ma sono convinto che Michele non sia stato lasciato solo, ma sia rimasto disorientato dal modo in cui considerava se stesso. Si veda l'enfasi con cui si ritiene un «anticonformista». Quando si è davvero consapevoli di essere anticonformisti, non solo si è sempre soli, ma si sa anche di non poter chiedere aiuto a nessuno, perché si possiede il coraggio e l'ambizione di fare da sé, ridendo in faccia a chi si adegua, supino, alla realtà esistente.

Prima ancora di aiutarlo a comprendere se stesso, qualcuno avrebbe dovuto fargli comprendere la Storia. Quando non si conosce la Storia, non si conoscerà mai se stessi: s'ignora l'origine, il senso del presente e del futuro. E allora s'impreca contro questo mondo in cui «non si può essere felici», si giustifica il proprio rancore perché ci si ritiene vittime del «furto della felicità». La felicità si può, eventualmente, raggiungere attraverso la cognizione del dolore.

Ci sono tanti giovani e meno giovani emozionanti per il modo in cui quotidianamente lottano per avere il «minimo», consapevoli che, forse, meriterebbero di più. Ma sanno, anche, che quel «di più» si chiama vita.

Cesarino
13-02-17, 12:12
Tra i colpevoli della notevole inabilità alla scrittura di buona parte degli studenti italiani ci sono anch’io.
Ho appena messo 18 al compito scritto di uno studente della laurea magistrale in Lettere (quinto anno di università) che meritava invece di essere bocciato perché, a parte conoscere maluccio il programma, ha grosse difficoltà nello scrivere: mette male la punteggiatura, usa i verbi sbagliati, confonde le preposizioni (scrive per esempio che «la squadra ha l’intenzione a partecipare», anziché “di partecipare”) non sa fare un riassunto, nel senso che invece di riassumere l’intero brano assegnato sintetizzandone il contenuto lo riassume frase per frase: «L’autore di questo brano dice che... Poi dice che... Poi dice che...», e così via. Lo studente che io adesso promuovo potrebbe prima o poi diventare un insegnante, e con un insegnante simile i suoi futuri studenti certamente non impareranno a scrivere (ci si potrebbe domandare: può questo aspirante insegnante imparare a scrivere nei prossimi anni, tra il suo quinto anno di università e la sua eventuale, speriamo scongiurabile, entrata in servizio? No, non può, non s’impara a scrivere a ventitré anni). E allora perché l’ho promosso? Dato che si discute, in questi giorni, della cattiva scrittura degli studenti, mi pare che la risposta a questa domanda possa interessare tutti. Ma non c’è una sola risposta, ce ne sono molte, o meglio c’è una risposta che si complica, si sfrangia in tante risposte più piccole, una causa che si può scomporre in concause.

Diciamo intanto che lo studente a cui ho dato 18 ha ripetuto l’esame quattro volte. La quarta è andata meglio delle tre precedenti, nel senso che lo studente non ha smesso di impegnarsi: ha letto, ha studiato. Ma, quanto alla scrittura, non può fare più di così: avrebbe dovuto imparare a scrivere decentemente molti anni fa, ma non ha imparato, e adesso è tardi. Alla quarta volta l’ho promosso perché, come mi ha ripetuto fino alla nausea, il mio è «il suo ultimo esame», la tesi è già pronta da tempo, ed è una tesi che non riguarda la mia materia: lo studente si laureerà in storia contemporanea. Bocciarlo ancora (e poi ancora, e ancora) avrebbe voluto dire impedirgli di laurearsi, fargli buttare via gli studi di cinque anni, rovinargli l’esistenza. Tra l’altro, lo studente non è affatto sciocco, e ha un libretto più che dignitoso. Non sa scrivere in un italiano decente, ma ha una media del 27-28, alcuni 30. Esami orali, voti in parte anche meritati. Di fatto, il mio è uno dei non molti esami scritti che ci siano a Lettere; i pochi altri sono test a crocette, o sono esami scritti in cui il docente (legittimamente?) bada più al contenuto che alla forma. Ma insomma, alla quarta volta – lo studente è civile, è anche, ripeto, intelligente – non me la sono sentita di bocciarlo ancora, e gli ho regalato un voto.

Quattro volte? Sì, perché l’università italiana è quel luogo felice in cui gli studenti possono ripetere lo stesso esame virtualmente all’infinito. Tre sessioni l’anno, uno o due appelli a sessione, più eventuali sessioni straordinarie: i miei studenti possono, come si dice, “tentare” il mio esame cinque o sei volte l’anno, finché non lo passano (e infatti quattro non è il record: ci sono studenti che lo hanno ripetuto sei, sette volte). In altre nazioni, chi viene bocciato all’esame per due volte deve ripetere l’intero anno; in alcune, una pluri-bocciatura comporta l’espulsione dall’università. Non in Italia. In Italia, una volta entrati, si ha il diritto di ripetere gli esami quante volte si vuole, così come si ha il diritto di non frequentare le lezioni. È la libertà.

Una volta entrati, ho detto, e qui sta l’altro problema, perché la porta dei dipartimenti di Lettere, a differenza di quella – poniamo – delle facoltà di Medicina, è sempre aperta. Ci sono in alcuni atenei, come mini-deterrenti, dei test d’ingresso, ma sono test che hanno l’obiettivo di permettere allo studente di autovalutarsi, di capire se quella è davvero la sua strada, più che di stabilire chi può o non può frequentare i corsi. Di fatto, è normale leggere, nei bandi, che «l’esito del test non preclude la successiva immatricolazione al Corso di Laurea» (cito dal sito dell’Università di Bologna); e di fatto accade spesso che a Lettere finiscano per iscriversi ragazzi e ragazze che non hanno passato l’esame d’ammissione a corsi universitari o para-universitari più selettivi ma di tutt’altra indole, come Fisioterapia. Lettere è un ripiego, magari momentaneo, in attesa di riprovare il test di Fisioterapia.

Perché questa generosità, questa politica di accoglienza erga omnes? Per varie ragioni. La prima è che non si può mettere il numero chiuso a tutti gli indirizzi di studio, altrimenti molti studenti non saprebbero che fare, dopo le superiori. A differenza dei corsi di medicina o di fisioterapia, i corsi di Lettere e Filosofia non hanno bisogno di laboratori, perciò non esistono ragioni oggettive che impongano un filtro agli iscritti: dove si formano venti latinisti – questa la ratio (non molto razionale, in verità) – se ne possono formare quaranta. La seconda è che gli studi umanistici sono spesso intesi come una sorta di viatico all’emancipazione personale, non solo cioè un percorso professionalizzante ma l’occasione per una crescita culturale, per migliorare se stessi: negare questa chance a studenti magari non manifestamente vocati alla carriera di intellettuali ma volenterosi, zelanti, davvero capaci di trarre profitto da lezioni su Aristotele, Shakespeare, Michelangelo, può apparire ingiusto, anche odioso. La terza, la più importante, è che qualsiasi università ha tutto l’interesse ad avere – nei limiti (assai elastici) imposti dalle sue strutture, e dall’ampiezza del suo corpo docente – il maggior numero possibile di studenti, un po’ perché gli studenti pagano le tasse e un po’ (soprattutto) perché il ministero dell’Istruzione finanzia le università in proporzione al numero dei loro iscritti. Pochi studenti vogliono dire pochi soldi per aprire corsi di studio, assumere docenti, reclutare giovani ricercatori, organizzare congressi eccetera.

Questa spiegabile politica delle “porte aperte” ha il suo prezzo: a Lettere s’iscrivono molti studenti che non avrebbero bisogno di fare l’università ma di fare o rifare un buon liceo, e che – tra le altre cose – non sanno scrivere in italiano perché nessuno glielo ha mai insegnato. Lo studente a cui ho dato 18 è uno dei tanti: nelle sue condizioni, o peggio, si trova la maggior parte degli studenti che s’iscrivono a Lettere. Bocciarli tutti? È quasi impossibile. (1) Perché bocciare a ripetizione la metà o più dei candidati all’esame di Letteratura italiana vorrebbe dire in pratica bloccare le carriere di decine e decine di studenti, con ovvie ripercussioni sulla vita dell’intero dipartimento. (2) Perché le università vengono premiate dal Ministero anche in ragione della rapidità con cui gli studenti concludono i loro studi, cioè arrivano alla tesi: vale a dire che le università sono fortemente motivate a licenziare in fretta i loro studenti, a non avere fuori-corso; e i docenti sono tacitamente invitati ad aderire a questa policy, nel loro stesso interesse. (3) Perché bocciare qualcuno perché non sa scrivere non è così facile. Abituati a “badare al contenuto e non alla forma”, molti studenti non riescono a capire perché io dia tanta importanza ai loro errori o alla loro sciatteria nello scrivere. Se anche lo capiscono, se arrivano ad ammettere che la forma è importante, possono non capire perché ciò che scrivono non va bene, o possono obiettare che si tratta di errori veniali, di pura distrazione, che non giustificano la bocciatura. Offesi da questa ingiusta persecuzione, possono, a norma di regolamento, rivolgersi al rettore o al direttore di dipartimento per chiedere di fare l’esame (oralmente) con un altro docente della stessa materia. Supereranno l’esame, si laureeranno; e alcuni andranno a insegnare.

Tutta questa spiegazione per dire che una delle ragioni per cui gli studenti non sanno scrivere (insieme alla disaffezione alla lettura, al contagio del linguaggio affrettato degli sms e di Facebook, alla prevalenza del visivo sullo scritto, eccetera) è che non sanno scrivere molti dei laureati in Lettere che andranno a insegnare nelle scuole, laureati che non potranno ovviamente insegnare ad altri ciò che loro stessi non sanno fare. Questo accade perché, come ho cercato di spiegare, tutti gli attori coinvolti (gli studenti, le famiglie, i docenti universitari, l’amministrazione universitaria) hanno interesse a far sì che le cose vadano in questo modo, ragion per cui non si vede proprio come sia possibile uscire da questa situazione, salvo un ripensamento complessivo della formazione scolastica e universitaria, con enormi investimenti e progetti di medio-lungo periodo che ignorino l’utilità immediata e le mode: niente che sia realistico aspettarsi (l’idea che, come recita il manifesto steso dal «Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabilità», la salvezza possa venire da «una revisione delle indicazioni nazionali che dia grande rilievo all’acquisizione delle competenze di base, fondamentali per tutti gli ambiti disciplinari» mi pare molto ingenua).

Oppure no? La soluzione potrebbe arrivare, sta già arrivando forse, da tutt’altra direzione, il nodo potrebbe essere tagliato anziché sciolto. Provo a spiegarmi.

La competenza nella scrittura, il saper scrivere decentemente, declina anche per una ragione molto semplice e concreta, una ragione che – magari inconsciamente – è ben chiara agli studenti che hanno fretta di laurearsi (e più ancora alle loro famiglie che li mantengono), e cioè che saper scrivere decentemente, alla fine, non è così importante. Lo era senz’altro nell’Epoca della Scarsità, quando coloro che avevano accesso alla sfera pubblica erano pochi, e soprattutto quando il sapere tecnico-scientifico era percepito come meno rilevante rispetto a quella infarinatura umanistica che dava accesso alle professioni di prestigio sia nel settore pubblico sia in quello privato, un’infarinatura della quale il saper scrivere non bene, magari, ma “elegante” costituiva una parte non secondaria (che poi l’elegante confliggesse spesso con il bene, onde l’atrocissimo bellettrismo italiano, è un altro discorso). Era un saper scrivere che implicava, prima ancora della cura nello stile, la calligrafia (abolita come materia alle elementari nel 1985, quando Disegno e scrittura diventano Educazione all’immagine) e la consapevolezza di come andava strutturato un testo “ben fatto” (accapo, rientri, maiuscole, corsivi, formule protocollari ed escatocollari, eccetera). Non è invece molto importante, saper scrivere, nell’Epoca dell’Abbondanza, quando ogni individuo ha infinite possibilità di scrivere e di essere letto da un pubblico infinitamente più ampio di quello sul quale potevano contare gli scrittori del passato. Dato che lo scrivere (e anche lo scrivere per un pubblico) è diventato un’attività ordinaria come parlare o come leggere, molti di coloro che scrivono sono indifferenti alle regole della buona forma, o non le hanno mai veramente imparate. Per esempio. Scrivere direttamente al computer è una cosa tanto normale, per gli studenti di oggi, che far loro osservare che sarebbe meglio scrivere prima su carta, e solo in un secondo tempo passare alla “bella” sullo schermo, suona come una bizzarria. Di fatto, è una raccomandazione che faccio spesso ai miei studenti, ed è significativo che, come mi spiegano, nessun altro – genitore o insegnante – gliel’abbia mai fatta prima. Si pensa evidentemente che i “nativi digitali” siano così abituati al pc da essere in grado di scrivere direttamente su schermo: ma basta leggere quello che scrivono per capire che non è così. O meglio, basta leggere quello che scrivono se chi legge è in grado di distinguere una frase corretta da una frase scorretta, e una frase ben congegnata da una frase sbilenca: una competenza che, per le ragioni che ho detto, manca a molti insegnanti.

Ma non è che si scrive peggio perché si scrive di più, o più in fretta. Si scrive peggio soprattutto perché l’infarinatura umanistica che era tenuta in gran conto fino a qualche generazione fa è diventata secondaria, a fronte di altre competenze, o a fronte di niente, ed è per esempio perfettamente possibile entrare a far parte della “classe dirigente” senza aver letto dei libri e senza saper scrivere in italiano. Il deputato Alessandro Di Battista (laurea al DAMS di Roma Tre), che aspira alla carica di Presidente del Consiglio, o perlomeno di ministro, critica durante la trasmissione televisiva DiMartedì (La7, 24 gennaio 2017), «coloro che hanno magari paura che potremo svelare alcune porcate reali e molto molto grandi che appunto inficiano lì, sulla carne dei cittadini italiani e sui diritti di tutti noi italiani». Evidentemente, nella sua formazione, Di Battista non ha investito molto sull’italiano parlato e scritto. Gli si può dare torto, considerando la carriera che ha fatto? E del resto: quale messaggio, quale idea di formazione trapela dal progetto di Alternanza Scuola-Lavoro, che sostituisce alcune decine di ore curricolari con esperienze lavorative all’interno di aziende o uffici pubblici? Se davvero fossimo convinti che studiare con serietà e continuità discipline come l’italiano o la storia o la biologia o la matematica è il modo migliore per crescere e per trovarsi un lavoro, accetteremmo davvero di farci rosicchiare il tempo-scuola dalla gita d’istruzione, dal Campus sulla Legalità, dalla Settimana della Cittadinanza, dalla Giornata della Memoria, dallo stage in biblioteca? Càpita che la devozione continui anche molto tempo dopo che il dio che si prega è morto.

Mancando, per così dire, la domanda sociale del prodotto, non c’è dunque neppure ragione di coltivarlo, ovvero non c’è ragione per non accontentarsi di un prodotto meno curato, e insomma di testi brutti, ma comunque comprensibili, anziché di testi ben scritti. Non coltivando il prodotto, non si coltiva neppure la sensibilità idonea ad apprezzarlo, ed ecco che non solo si fanno errori che passano inosservati tanto a chi scrive quanto a chi legge (cinquantenario dell’alluvione di Firenze, cartello commemorativo: gli “angeli del fango” salvarono il patrimonio artistico della città «lavorando giorno e notte in condizioni affatto favorevoli»), ma si generalizza anche il vizio italianissimo della “eleganza”, della parola scelta là dove starebbe meglio la parola comune (stazione di Firenze: «Discendere dal lato opposto», anziché scendere), si adoperano a casaccio le preposizioni (articolo del noto giornalista X: «Ho avuto come un soprassalto a trovare... Una mattina mi telefonò a offrirmi un contratto... Una malattia contro cui non c'è scampo»), si usano a sproposito le locuzioni idiomatiche (pagina di un manuale scolastico: «Angelica cadde a gambe levate»), e più in generale, senza che la sciatteria comporti veri e propri errori, si scrive male, e si accettano testi scritti male, anche là dove, data la sede, ci si aspetterebbe un po' di cura.

Alla cattiva scrittura corrisponde un cattivo contenuto? Non è detto: l’articolo del noto giornalista X che ho appena citato è mal scritto, ma contiene osservazioni interessanti. Del resto, scrivere per il web (il giornalista X scrive per il web) non è come scrivere un articolo per un giornale di carta, e scrivere un articolo per un giornale di carta non è come scrivere un libro: è comprensibile che l’attenzione e la cura aumentino progressivamente, dal primo all’ultimo passaggio, a mano a mano che aumentano il tempo d’esecuzione e l’ipotetica “durata” del testo. È un fatto però che la gran parte dei testi che si scrivono e si leggono oggi si scrivono e si leggono direttamente su uno schermo. Il 18 gennaio 2017, sul quotidiano che riportava con grande evidenza l’appello allarmato dei «600 professori» sugli studenti che non sanno scrivere, ho letto questo titolo: «40 anni fa la morte di Re Cecconi, l’eroe della Lazio ucciso perché confuso per un ladro». A parte il misterioso epiteto di eroe (perché mai?), chi ha scritto il titolo non sa, evidentemente, che si può dire “preso per un ladro”, ma non si può dire “confuso per un ladro”. È il genere di errore che anni fa sarebbe stato inconcepibile, sulle pagine di un grande giornale. Ma oggi, in rete, i titoli cambiano ogni cinque minuti, e semplicemente non c’è tempo per verificare tutto, e non è economico farlo: i lettori e gli abbonati non diminuiscono per una preposizione sbagliata, dunque non sono cose per le quali abbia senso darsi molta pena.

Su un altro più decisivo piano, la tendenza, anche nelle scuole, ad affidarsi sempre più spesso all’ebook o alla rete, abolendo o marginalizzando i libri di testo, e obliterando così quella distinzione tra, in breve, libro di carta autorevole e testi effimeri da consumarsi su schermo (notizie, giochi, email, video), una distinzione che molti si sono sforzati di conservare in questa primissima età del web, questa tendenza non sembra poter avere se non un’influenza negativa sulla qualità media dell’espressione scritta dei futuri adulti. Questo non vuol dire che saper scrivere bene non possa restare, per alcuni, un traguardo da raggiungere, e un requisito da parte di datori di lavoro particolarmente esigenti; ma, parlando sempre di medie e non di picchi, di scriventi e non di scrittori, sono del parere che in futuro diventerà qualcosa di simile a una bella virtù privata, come saper dipingere o cantare bene. Ma perché parlare di futuro? Per molti versi, come mostrano gli esempi che ho citato, è già così. E il sole non ha smesso di sorgere, direbbero gli ottimisti: senza avere tutti i torti.
12 FEBBRAIO 2017

Maelström
13-02-17, 14:11
Ban per wall of text

Napoleoga
13-02-17, 14:36
Uno dei wot più imponenti che abbia mai letto.
Gli esami a crocette :rotfl:

a_game_of_chess
13-02-17, 14:41
comunque in italia si possono dare gli esami quante volte si vuole ma la difficoltà è abbastanza proporzionata, cioè all'estero gli esami sono più facili

Backleground
13-02-17, 14:48
all'esame di diritto mi ha dato 18 una che ha avuto il coraggio di CORREGGERMI sull'elettorato passivo alla Camera: 25 secondo me, 18 secondo lei.

non è stata una svista, mi ha proprio ripetuto che a 18 anni si può sia eleggere che essere eletti.

Napoleoga
13-02-17, 14:52
comunque in italia si possono dare gli esami quante volte si vuole ma la difficoltà è abbastanza proporzionata, cioè all'estero gli esami sono più facili
Questo l'ho sentito dire. Ma è vero? O sono le solite voci che si sentono tra studenti?

macs
13-02-17, 15:09
comunque in italia si possono dare gli esami quante volte si vuole ma la difficoltà è abbastanza proporzionata, cioè all'estero gli esami sono più facili

Non so se sia vero, ma ho sentito dire che solo in Italia si fanno così tanti esami orali (no pun pls). Già solo questo rende le cose molto più difficili e rompicoglioni, il dover attendere il tuo turno mentre la prof interroga da ore, l'ansia da interrogazione... i pochissimi esami scritti che abbiamo nella nostra facoltà sono moolto più facili

Huxley
13-02-17, 15:13
Mbof, ho trascorso un quadrimestre intero a Paris VII (seguito da un semestre di laboratorio), con undici esami sostenuti, ma la loro tipologia era enormemente diversa da quella a cui ero stato abiutato in Italia. In sostanza si trattava di analisi critica di articoli, analisi di dati, scrittura di manoscritti scientifici, presentazione orale di lavori altrui e ben poche domande mirate esplicitamente a sondare la preparazione del candidato, quanto a determinare come lo studente applicasse il suo imponente (dopo 4 anni di uni) bagaglio di conoscenze a un problema biologico reale. Ne conseguiva che lo studio richiesto non fosse cosi' opprimente (infatti ho sostenuto un esame ogni sabato mattina per 11 settimane) , mentre le capacità dello studente fossero più valorizzate.

Moloch
13-02-17, 15:17
Questo l'ho sentito dire. Ma è vero? O sono le solite voci che si sentono tra studenti?

è stravero, l'università in italia è sensibilmente più difficile, il che non si traduce però necessariamente in una formazione più proficua

- - - Aggiornato - - -

ah, e gli erasmus in italia tendono ad impiccarsi perché gli esami orali li facciamo solo noi e vanno nel panico :asd:

Huxley
13-02-17, 15:19
Rimanendo nel mio ambito, all'estero evitano di far studiare tanto vecchiume che invece diventa materia d'esame precipua nella uni italiana, col risultato che una studente trascorre ore nell'apprendimento di sapere obsoleto


EDIT: all'estero le prove orali sono solitamente presentazioni, anziché fucilate di domande sul programma

Moloch
13-02-17, 15:24
no dai, l'obsolescenza è relativa alla facoltà.
almeno da me i docenti son tutti ricercatori aggiornati, e non mi è mai capitato di studiare roba fuori dal tempo.

alcune volte ho dovuto saccheggiare sci-hub per gli ultimi consensus materia d'esame (grazie, esperti di sepsi) :bua:

macs
13-02-17, 15:25
Mi aspetta proprio questo giovedì un esame a fucilate di domande sul programma da imparare praticamente a memoria, bella merda :caffe: è da un mese che studio la stessa roba e non ne posso più

overtone
14-02-17, 07:45
all'esame di diritto mi ha dato 18 una che ha avuto il coraggio di CORREGGERMI sull'elettorato passivo alla Camera: 25 secondo me, 18 secondo lei.

non è stata una svista, mi ha proprio ripetuto che a 18 anni si può sia eleggere che essere eletti. essere eletti non è elettorato attivo?

Cek
14-02-17, 07:48
11 esami in un semestre

Backleground
14-02-17, 07:54
essere eletti non è elettorato attivo?

siamo su j4s quindi non mi meraviglio, ma anche nel sesso, quando lo dai sei la parte attiva, quando lo ricevi sei la parte passiva. indi per cui elettorato attivo è votare, elettorato passivo è essere votati.

ma è indifferente come lo si chiami, il fatto grave è che per lei l'età per entrambe le situazioni è 18. la dice lunga sul valore del giudizio e in parte mi ha convinto ancora di più che i 110 e lode che conosco sono davvero ignoranti e non è solo una mia impressione

11 esami in un semestre
suca

hoffmann
14-02-17, 07:57
Immagino la vera cultura che serpeggia tra i 66. :asd:

tigerwoods
14-02-17, 08:13
siamo su j4s quindi non mi meraviglio, ma anche nel sesso, quando lo dai sei la parte attiva, quando lo ricevi sei la parte passiva. indi per cui elettorato attivo è votare, elettorato passivo è essere votati.

ma è indifferente come lo si chiami, il fatto grave è che per lei l'età per entrambe le situazioni è 18. la dice lunga sul valore del giudizio e in parte mi ha convinto ancora di più che i 110 e lode che conosco sono davvero ignoranti e non è solo una mia impressione

suca
Di solito è quello che dicono quelli che a 110 non ci arriveranno mai :smug:

Backleground
14-02-17, 08:26
ingegneria non fa testo

tigerwoods
14-02-17, 08:47
C'è gente che arriva con la media del 30 :dehor: e poi non mi sa fare gli angoli di Eulero :smug:

Backleground
14-02-17, 08:55
non c'entra. per come è strutturata l'università italiana chiunque abbia dato analisi 1 indipendentemente dal voto ha più buon senso di chi impara a memoria e poi non sa applicare.

puoi avere tutta la cultura di questo mondo e la media del 30, ma se le tue competenze si limitano a richiamare quello che c'è scritto sul testo allora un bambino che gioca con i lego è più utile di te

Zhuge
14-02-17, 09:02
ieri una studentessa è stata in grado di dirmi la differenza tra locazione ed affitto

ero commosso :sisi:

tigerwoods
14-02-17, 09:13
ieri una studentessa è stata in grado di dirmi la differenza tra locazione ed affitto

ero commosso :sisi:

era figa?


:fag:

Cesarino
14-02-17, 09:16
Mister Zushi: «Offro stipendi veri
e 3 su 10 neanche si presentano»
Verona, l’imprenditore racconta i colloqui di lavoro: «I giovani? Sembra non sentano il problema della disoccupazione»

VERONA «Buonasera, chiamo per dire che non posso più venire a lavorare da voi. Avrei dovuto iniziare domani, ma mio padre mi ha regalato un appartamento e sarò impegnata ad arredarlo». Oppure: «Dov’è che dovrei lavorare? A un chilometro da casa? No, scusi, troppo lontano». Succede davvero, in Veneto, nel 2017. A raccontarlo è l’imprenditore Cristiano Gaifa. Veronese, proprietario e fondatore della catena di ristoranti giapponese fusion Zushi, ventuno locali sparsi per tutto il Nord Italia, di cui sei in Veneto, oltre alle prossime aperture a Villafranca di Verona, Roma e Miami Beach. Nella ristorazione il turnover è particolarmente veloce, i colloqui di lavoro sono frequenti. Ma gli aspiranti mancano all’appello. Si è sfogato su Facebook: «Se sento ancora parlare di disoccupazione giovanile racconto gli ultimi colloqui che abbiamo fatto».

Gaifa, la disoccupazione in Italia esiste davvero.
«Sì, ma i ventenni il problema sembra non lo sentano. Non so come fanno. Anzi, forse un’idea ce l’ho. Temo che abbiano ancora molte sicurezze economiche alle spalle. Ovvero, i genitori».
Che tipo di lavori offrite?
«Ce n’è per tutti i gusti. Prevalentemente camerieri e servizio in sala. Ma anche direttori e vicedirettori di ristorante. Specie per quelli di nuova apertura. Ne ho uno qui sotto mano: cerchiamo un vicedirettore, dunque con uno stipendio ben superiore alla media. I colloqui li ho fatti io stesso».
E come sono andati?
«Un disastro. Gli ultimi questa settimana. Tre interpellati su tre, tutti disoccupati, mi hanno detto: “Ci penso e vi faccio sapere”. Non hanno telefonato nei giorni successivi come d’accordo. Allora li abbiamo richiamati noi. “No, grazie”».
Spesso le aziende impongono lunghi periodi di stage semi-pagato e magari alla fine non assumono neanche. Non è che fate anche voi così?
«Proprio per niente. Il nostro è un contratto di lavoro a stipendio pieno fin dal primo giorno. Quattordici mensilità e contributi pagati. Tre mesi a tempo determinato, poi nella grandissima parte dei casi assunzione a tempo indeterminato. Eppure tre su dieci neanche si presentano».
In che senso?
«La statistica che abbiamo fatto in anni di colloqui è che su dieci che ci contattano almeno tre candidati non vengono neanche al colloquio iniziale. E non avvertono. L’altro giorno il nostro direttore di un ristorante veneto ha aspettato per un pomeriggio intero: su tre prenotati non è venuto neanche uno. Ma fosse quello. Il problema è che proprio gli italiani non si fanno avanti».
Gli italiani? Cioè gli stranieri sono diversi?
«Certo. E qui è il punto dolente. Sa qual è la proporzione tra italiani e non italiani? Due a uno. Per ogni curriculum che ricevo di connazionali, ne ho almeno due di altri».
Potete assumere gli stranieri, che problema c’è?
«Certo. Già lo facciamo. Lavapiatti, pulizie, gestione dei locali: abbiamo solo non italiani. Ma ci sono delle mansioni per le quali è richiesta una competenza linguistica molto buona. Tutti i lavori a contatto con il pubblico, insomma. E’ lì che abbiamo richiesta. Ma manca la domanda. O per lo meno quella dei ventenni. Per i più anziani è diverso, lì c’è richiesta. Magari perché hanno una famiglia da mantenere, o sono divorziati e hanno il mutuo».
Qual è il tipo di rifiuto più frequente che riceve?
«Non ce n’è uno in particolare. In questi anni ne abbiamo sentite di tutti i tipi. L’ultimo che ho incontrato, anche lui disoccupato, quando gli ho detto che avrebbe cominciato la settimana successiva mi ha risposto: “eh, ma avevo prenotato una vacanza”. Con un altro, un veronese, è andata anche peggio. Ci ha chiesto dov’è il ristorante: a Borgo Trento. “Troppo lontano, abito a Borgo Milano”, ci ha detto. Neanche un chilometro di distanza, capisce? Alcuni vengono a colloquio con la fidanzata, o il fidanzato, e dobbiamo spiegare che è un colloquio individuale. E poi, c’è la ragazza della casa».
Ovvero?
«Il caso più emblematico. Sui trent’anni, alla prima esperienza lavorativa. La sera prima di cominciare ha chiamato in ristorante. “Mi spiace, non vengo più, papà mi ha regalato una casa e per i prossimi mesi dovrò arredarla”. Sa cosa mi preoccupa di più? Che se danno queste risposte vuol dire che c’è ancora una ricchezza alle spalle, quella della famiglia. Ma cosa diranno questi ragazzi ai loro figli, tra quindici anni, quando i soldi saranno finiti?».