Ah, non so. Vediamo se domani mettono online l'articolo di facci
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C'è stato il terremoto, ormai non si sentirà più niente di questa storia.
Eccolo, da Libero
Poi non ho seguito la vicenda. Ma lavorando con genitori e bambini, urge sottolineare come non ci si possa mai e poi mai fidare di un genitore quando analizza una situazione che coinvolga il figlio.Citazione:
La storia dell'indiano che rapisce la bambina va completamente azzerata: le polemiche e gli articoli che sono stati scritti compreso uno su Libero, a cura dello scrivente - erano basati su informazioni insufficienti per quanto fossero le uniche disponibili.
Non sappiamo che cosa faranno gli altri giornali, ma preferiamo rivedere criticamente tutta la faccenda: l'unico punto fermo rimane che una persona su cui pende un decreto di espulsione andrebbe espulsa, e basta, anche se non ha cercato di rapire bambini.
Allora. La storia che tutti si sono bevuti era questa: martedì scorso, nella spiaggia di Scoglitti, nel Ragusano, c'è questo indiano senza fissa dimora che si avvicina a un gruppo di genitori e amici e poi piglia in braccio una bambina (5 anni) e fugge via, ma il padre l'insegue e lui desiste e scappa; i carabinieri però lo beccano più tardi dopo un rastrellamento e lo portano in caserma in stato di fermo, ma ecco che il pm Giulia Bisello non convalida il provvedimento perché dice che i reati (sequestro di persona e sottrazione di minore) sono rimasti allo stato di tentativo, in altre parole il rapimento non è riuscito. Tra l'altro salta fuori un decreto di espulsione emesso dal questore di Ragusa un anno prima, ma questo non impedisce che il giorno dopo l'indiano torni a vagare in spiaggia come se nulla fosse stato.
Scandalo, articoli, polemiche, social scatenati, interpellanze parlamentari, inviti a dimissioni, il Guardasigilli che allerta gli ispettori ministeriali, i genitori della bambina che rilasciano interviste e "vomitano su questa legge", l'Associazione magistrati che difende la giovane pm, giornali che tirano la coperta secondo orientamento, l'indiano minacciato da un tizio che gli fa il segno di tagliargli la gola.
Però ora i verbali e le ricostruzioni e le dichiarazioni del "caso dell'estate" consentono di riscrivere tutto, e, anche se la morale non cambia - un irregolare deve lasciare il Paese - il compito dei giornali dovrebbe essere quello di avvicinarsi a qualcosa che assomigli alla verità.
Proviamoci. Ram Lubhaya è un classico extracomunitario indiano che vende collanine e ciarpame, fa tatuaggetti, uno come migliaia: è incensurato anche se è stato segnalato per furti di rame, ma non ha precedenti, tantomeno per droga e ricettazione come è stato scritto.
È un extracomunitario senza fissa dimora come lo sono quasi tutti in un paesino dove più o meno tutti si conoscono. Ram è indiano (come gli zingari suiti) e questa è la sola cosa che lo avvicina al pubblico immaginario del rapitore di bambini.
Otto giorni fa, un martedì, sul lungomare della Lanterna di Scoglittì (frazione di Vittoria, provincia di Ragusa) una famiglia bazzica attorno a una di quelle case che un serio piano regolatore dovrebbe radere al suolo. Ci sono amici e conoscenti. Attorno al gruppo si avvicina anche Ram Lubhaya, lievemente alticcio e in modalità "peace and love" come suo solito.
Qualcuno lo conosce di vista. Ram comincia a giocare e scherzare con la bambina, ma nessuno ci bada particolarmente. Tantomeno la madre, che sta risalendo le scale di casa quando un'amica le dice: l'indiano si sta allontanando con tua figlia. Spavento e raccapriccio. E qui non è neppure chiaro le testimonianze divergono - se l'indiano l'abbia presa in braccio o solo per la manina, ma i genitori corrono dall'indiano e si riprendono la figlia.
Lui non obietta nulla, non scappa, non fugge. La scena dura al massimo 45 secondi: i due, l'indiano e la bambina, sono sempre rimasti ben visibili entro un perimetro di una decina di metri. Ma la madre racconterà, a sostegno del tentato rapimento, che in precedenza "l'indiano li stava fissando", o questo le avevano detto. Non scatta nessuna denuncia e nessuna caccia all'uomo. Sono i due fratelli maggiori della famiglia, incontrando ancora Ram Lubhaya che passeggia sul lungomare, a far chiamare i carabinieri: la sua sola presenza gli genera angoscia.
Alle obiezioni sull'improbabilità del tentato rapimento, madre e padre replicheranno: "Ma per far scattare il reato di rapimento doveva portarmela via?". Interrogato, l'indiano respinge ogni possibile accusa e non viene incarcerato.
E, in effetti, dal quadro emerso non ce n'è ragione: anche volendo contestare a tutti i costi un tentato sequestro di minore, la pena prevede da 1 a 10 anni ma nel caso specifico - inesistente l'indiano sarebbe rimasto sotto la soglia minima per la carcerazione. Oltretutto, come si lascia sfuggire il procuratore capo di Ragusa, Ram probabilmente ne uscirebbe incapace di intendere e di volere: è uno che va espulso e basta, nel senso che non rinnovargli il permesso di soggiorno è più che sufficiente.
Non è neanche vero che sull'indiano pendesse un decreto di espulsione: c'era stato, ma era stato sanato da un permesso di soggiorno che, caso vuole, scadeva proprio ieri: ergo, l'ordine di espulsione ora può essere firmato dal vicequestore (anzi, pare l'abbia già firmato) dopodiché la destinazione di Ram Lubhaya è un Cie dal quale probabilmente sarà espulso: il che, se non ci fosse stato il bailamme della sindrome da rapimento, probabilmente non sarebbe neppure successo. Nel Paese, intanto, rotolava e s'ingigantiva una spaventosa valanga mediatico-politica. Ram viene interrogato un'altra volta, per sette ore, ma non emergono novità. Lui è stranito: capisce che sarà espulso, in sostanza, perché ha preso in braccio una bambina.
Grazie, due storie completamente diverse :pippotto:
E bravo facci.
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Ok, ma qui allora ad essere completamente diversi dalla realtà, sono i fatti per come narrati dai giornali.
Un conto è se l'abbia presa per mano e ci abbia solo giocato, altro e ben diverso se l'ha tirata per il braccio/sollevata e si è allontanato per finalità dubbie.
Perchè, fino a un paio di giorni fa, i giornali, hanno descritto l'evento in maniera molto diversa.
anche il procuratore di Ragusa, nel difendere l'operato del PM l'aveva descritto diversamente
Il Procuratore di Ragusa: "Ecco perché non abbiamo decretato il fermo" Il capo della Procura di Ragusa, Carmelo Petralia, ed il pm Giulia Bisello, avevano spiegato che in effetti, in questo caso "il reato per cui si può procedere è il tentato sequestro di persona, reato aggravato perché in danno di minore. Un reato che prevede una pena da 1 a 10 anni (ahahahah). Ma per chiedere una convalida del fermo eseguito dalla polizia la pena minima deve essere per legge di 2 anni. Qui siamo al di sotto della soglia minima. Ecco perché non abbiamo decretato il fermo. Non si può. E se lo chiedessimo il Gip lo rigetterebbe". -
puntando il dito non contro la narrazione dei fatti, ma avverso la "legge ingiusta" che, in quella situazione, non avrebbe consentito di fare altrimenti.
Dei "fratelli timorosi" è la prima volta che leggo qualcosa. Tant'è che una volta, pare, fosse stato acchiappato dai CC su ordine del PM
http://www.rainews.it/dl/rainews/art...tml?refresh_ce
Non è che i verbali, cui si fa riferimento nell'articolo di Facci, sono dell'interrogatorio dell'Indiano?
Sulla questione precedenti, si ha recidiva semplice ai sensi dell'art. 99c.p. nelle ipotesi in cui il reo abbia in precedenza posto in essere un delitto non colposo. Non è necessario, ai sensi del comma 1, che il nuovo reato sia della stessa indole di quello precedente.
Peraltro, la questione recidiva non era inerente la problematica del fermo, quanto l'esame delle esigenze di cautela.
E ritorniamo al punto di prima.
tl;dr alzo le mani, perchè non ero presente sul posto, nè ho letto i verbali e baso il mio giudizio solo sui fatti per come narrati dai giornali. Ma sulla questione di diritto, sono state dette mille puttanate.
un plauso a facci per l'onestà intellettuale (merce che credevo estinta in italia)
ma
i casi sono due:
- i genitori sono degli isterici mitomani
- l'indiano è colpevole
in entrambi i casi la pm ha agito con leggerezza inaudita visto che non poteva avere né gli elementi, né il tempo per chiarirsi le idee
e, comunque, a monte, la responsabilità originale di queste situazioni è della politica dell'accoglienza a ogni costo a cani e porci della boldrina, di renzie e di quell'ameba del ministro (+ accoliti vari): chissà perché solo dieci anni fa non eravamo così paranoici
La paranoia è solo frutto dell'ignoranza, colpa di tutti i governi da 40 anni a questa parte.
Non solo riguardo l'immigrazione, ma proprio paranoia generale.
Qui si era diffuso su FB l'allarme per un uomo che spiava le case in un quartiere, passaparola di gente terrorizzata, descrizioni dell'individuo che chiaramente prendeva appunti per derubare con i suoi complici, alla fine era un tizio che cercava i cartelli di appartamenti in affitto per l'estate.
Mi fratello è stato fermato da 2 pattuglie (4 poliziotti in tutto) perché faceva la pausa pranzo in auto. Una signora ha chiamato perché lo vedeva tutti i giorni alla stessa ora in auto. Non è ne nero ne abbronzato se no mi sa che arrivava pure la SWAT (direttamente da L.A.)
Parlando di paranoia mi è venuto in mente il volantino distribuito dal comune per la sicurezza in casa prima dell'estate. Tanti consigli giusti, sopratutto per gli anziani e niente da ridire, però alcune cose erano da paranoia a mille, ora non le ricordo tutte perché l'ho buttato ma roba del tipo "cambiare tutte le serrature di casa ogni 2 anni....perché sì" "non fate sempre la stessa strada per tornare a casa" e altre.
Nel caso di tuo fratello la signora ha fatto bene. Il fatto che fosse un falso positivo, non sminuisce il fatto che fosse opportuno verificarlo.
è che, purtroppo, ormai la scelta è tra la paranoia e l'incoscienza
cent'anni fa nei paesini molte case manco avevano la serratura (provate un po' oggi :oh:)
gli svedesi si meritano tutto ciò che gli sta capitando
Bene, bene.
:sisi: