Costumi sessuali dell'antica CIPRO che andrebbero bene nella moderna J4S [fagganza]
Secoli più tardi, al tempo di Augusto, il Greco d'Anatolia Strabone redigerà una monumentale Geografia, di poco pregio scientifico ma di straordinario interesse storico e umano, un grandioso inventario del mondo antico alla sua acme. Qui trova posto anche una celebre pagina sui 'singolari' (idioi) costumi sessuali della gioventù maschile di Creta, descritti da Strabone senza commenti che vadano oltre quell'aggettivo e senza dare la sicurezza se questi usi fossero ancora in vigore al suo tempo, o se come in altri casi egli racconti qui anacronisticamente al presente cose che appartenevano ormai al passato (fonte di questa pagina è lo storico Eforo, vissuto tre secoli prima).
A Creta, scrive colui che gli Antichi chiamavano 'il Geografo' per eccellenza, gli amatori non portano alle loro voglie i ragazzi con la persuasione, ciò che per i Greci sarebbe stato banale, ma col rapimento. Con un preavviso minimo di tre giorni l'amante annuncia «agli amici» la sua intenzione di procedere al ratto, ne informa cioè la compagnia maschile della quale faceva parte il suo prescelto, fra le tante in cui si divideva la gioventù di Creta. Questi si radunano a consiglio e decidono se il connubio sia da approvare o no. Sottrarre il ragazzo al rapimento, o respingere il pretendente, sarebbe oltraggioso per qualcuno, perché vorrebbe dire che si giudica uno dei due indegno dell'altro per rango sociale o carattere morale. Se il nulla-osta è concesso si passa al rapimento cui segue un rituale, finto inseguimento da parte dei compagni del rapito, in realtà contenti e orgogliosi per lui. Desiderabile è considerato infatti (non si manca di osservare moralisticamente) non il più bello ma chi si distingue per coraggio e assennatezza. L'amatore introduce l'amato nel suo gruppo, lo accoglie con doni e lo porta con sé in un luogo di sua scelta dove trascorrere una luna di miele non più lunga di due mesi (la legge era categorica su questo punto), non in solitudine ma coi soliti compagni, banchettando e cacciando. Il ragazzo torna poi alla vita precedente, carico di doni tanto ricchi e costosi che tutta la compagnia deve quotarsi per sostenere l'amante nell'ingente spesa. Fra questi doni sono di rigore: un completo equipaggiamento militare, una coppa e un bue da sacrificare a Zeus.
Ma la storia non è finita: tornato fra i suoi, il ragazzo è tenuto a fare pubblica relazione dei suoi amori, dichiarando la sua soddisfazione o il suo scontento se ha subìto delle violenze; in questo caso ha diritto a chiedere riparazione. Per un adolescente di bell'aspetto e di onorata famiglia, prosegue Eforo/Strabone, è vergogna non trovare spasimanti, mentre chi ne ha avuti gode del titolo di parastathéis (parola di non chiaro significato), ha diritto a un posto d'onore nelle pubbliche cerimonie e allo stadio, e può pararsi della veste di gala che l'amante gli ha donato. Non solo: anche da adulto porterà un abito speciale dal quale si riconoscerà la sua qualità di kleines, 'glorioso'. Così si chiamano a Creta gli amati, mentre gli amanti portano il titolo di philétor (semplicemente, 'amatore').