Dunque. Probabilmente la maggior parte di voi associa il Morbo di Parkinson all'immagine di un vecchietto con la mano tremante. Vero, ma la situazione è più complessa: il Parkinson si presenta infatti clinicamente con una serie di disturbi, che includono
A. Manifestazioni motorie (badate bene, non solo il tremore, ma in alcune fasi il suo esatto opposto: ovvero una rigidità che può andare da un semplice "impaccio" nei movimenti fino al cosiddetto "freezing", in cui l'ipertono muscolare impedisce di muovere un arto o di camminare);
B. Disturbi sensitivi (parestesie, ovvero alterazioni della percezione tattile con sensazioni spiacevoli di prurito, formicolio, etc);
C. Complicanze psichiatriche (disturbi dell'umore, psicosi, alterazioni cognitive...)
D. Varie et eventuali (disturbi del sonno, ipotensione, stitichezza, incontinenza urinaria...).
Ma concentriamoci sul punto A, che è l'elemento più "caratterizzante" della malattia: perché c'è questa perdita di controllo dei movimenti?
Ora, normalmente il movimento viene comandato dalla corteccia cerebrale, la parte più "superficiale" (= vicina al cuoio capelluto ) del vostro cervello, e più specificatamente da un'area specializzata, la cosiddetta "corteccia motoria": questa invia segnali al midollo spinale, il quale fa da "autostrada" per poi raggiungere i vari muscoli (es. il bicipite brachiale quando flettete l'avambraccio sul braccio) attraverso i nervi periferici (che fuoriescono appunto dal midollo). E' la cosiddetta via piramidale, schematizzata nella figura che segue. Vedete che a un certo punto le fibre passano alla metà opposta (da destra verso sinistra, in questo caso)? Tecnicamente si dice che le fibre "decussano", e questo è il motivo per cui i muscoli di destra vengono controllati dalla corteccia di sinistra, e viceversa:
Questa via conduce gli impulsi, diciamo così, "grezzi" del movimento, ma il fine controllo dello stesso richiede un circuito aggiuntivo che si trova molto più in profondità, e i cui costituenti si chiamano appunto nuclei della base. Li vedete in rosa in quest'immagine:
Questo circuito è estremamente complesso (lo studio dell'encefalo in generale, credetemi, è roba da diventare scemi), e si può semplificare in questo schema:
Non concentratevi sulle varie sigle, osservate solo come questo circuito comunica con la corteccia (= cortex) da cui partono i movimenti della via piramidale di cui vi ho parlato prima. Dunque, questo circuito interagisce con la via piramidale, esercitando un'azione di controllo sui movimenti (facilitandoli o bloccandoli a seconda di una serie di stimoli che non è il caso di approfondire).
Ora cercate nel circuito il "chip" con la sigla SNc. Questa sigla sta per Substantia nigra compacta (sostanza nera compatta). E perché ci interessa? Perchè è questa zona ad essere primariamente interessata nel parkinson. Il nome deriva proprio dal fatto che molti dei suoi neuroni sono scuri, e conferiscono a quella porzione di encefalo una colorazione nerastra. Nell'immagine che segue potete osservare due campioni autoptici che mostrano la differenza tra una sostanza nera normale e una alterata dal Parkinson:
Le conseguenza di questa perdita neuronale sul movimento sono quelle che ho citato nell'introduzione.
Ora, cosa si può fare per il Parkinson? La malattia in sè non è curabile, ovvero non è possibile, allo stato attuale, riportare la sostanza negra allo stato originario (questo è valido per molte malattie neurodegenerative, perché le capacità autoriparative del sistema nervoso sono molto limitate - anche se non così limitate come si riteneva un tempo).
Si può però intervenire cercando di controllare i sintomi motori con due approcci:
- quello farmacologico, che è il più utilizzato perché non invasivo. Ovvero, si somministrano dei principi attivi che in qualche modo correggono il funzionamento di quel circuito (detta molto alla carlona: è un po' come se si cercasse di alterare il funzionamento di un circuito modificando la corrente circolante. Detta un po' meno alla carlona: si cerca di attivare quei nuclei che normalmente ricevono impulsi dalla sostanza nera - li trovate indicati come "striatum" nello schemino del circuito - e quindi di sopperire alla funzione della sostanza nera, che è appunto carente);
- l'altro approccio, molto interessante, è chirurgico. Si utilizza in casi gravi e selezionati perché più costoso e molto più invasivo. In sostanza: è porribile impiantare chirurgicamente un elettrostimolatore che invia impulsi all'interno del circuito. Di solito la zona che si stimola (non sto a spiegarvi perché, salvo qualcuno sia particolarmente interessato ) è quella indicata come STn nel solito schemino. I risultati possono essere impressionanti: vi mostro un video di un paziente con sintomi molto gravi; intorno a 0.30 vedete come la situazione cambia con l'attivazione del dispositivo.
Piccola nota folkloristica: in Russia, in neurochirurgia, ho assistito a diverse operazioni per il Parkinson. Solo che - forse per una questione di ridotte risorse economiche - anzichè inserire uno stimolatore elettrico (che ha una funzione molto "customizzabile" a seconda delle esigenze, ed eventualmente del tutto reversibile), andavano direttamente a... bruciare una parte di questo circuito Con le ovvie conseguenze negative (se bruci un'area sbagliata sei fottuto; e in ogni caso l'effetto è irreversibile)