Usava i delitti che aveva commesso come fonte di ispirazione per i suoi romanzi. Per questo lo scrittore cinese Liu Yongbiao è stato condannato a morte.
Membro dell’Associazione nazionale degli autori con un libro diventato una serie tv, non ha opposto resistenza quando un anno fa la polizia è andato a prenderlo a casa sua. Anzi era quasi sollevato: «Vi stavo aspettando da tanto» aveva detto agli agenti, confessando quel segreto che conservava da oltre 20 anni: la strage commessa nel 1995 con un compaesano, un tale Wang, imprenditore di 64 anni, anche lui ora condannato a morte. I due erano a corto di soldi, riportano le cronache, e avrebbero fatto irruzione in una pensione di Huzhou, nella provincia meridionale dello Zhejiang, a oltre 300 chilometri da casa loro, nella contea di Nanling in Anhui.

Un furto degenerato in strage: forse non è stato premeditato l’omicidio della coppia di proprietari della locanda, del nipote e di uno degli ospiti, colpiti alla testa con un oggetto contundente. Gli inquirenti sono risaliti a Liu esaminando le tracce di Dna su una sigaretta lasciata sulla scena del crimine.

Lui stesso ha ammesso di essersi ispirato a questi delitti per i sanguinosi dettagli presenti in alcuni suoi libri. In un suo romanzo del 2010 immaginava «una bellissima scrittrice che aveva ucciso molte persone, ma i casi non erano mai stati risolti».
Il finale oggi andrebbe rivisto.
https://www.corriere.it/esteri/18_ag...2fd4d653.shtml