Un uomo muore folgorato durante dei lavori su una linea elettrica. Un incidente sul lavoro come tanti, all'epoca, che segnerà in modo indelebile le sorti della sua famiglia.
Di lì a non molto, infatti, la vedova e i suoi due figli, già adulti, si trasferiscono in un villino liberty di inizio secolo, circondato da un grande giardino. Sotto shock per l'accaduto, la madre impone ai figli di eliminare l'impianto elettrico dell'abitazione: vivranno pertanto senza luce, elettrodomestici e riscaldamento, non essendoci nella villa neppure allacciamenti alle linee del gas.
Alice e Nellino, detto Nelly - questo il nome dei due giovani - trovano lavoro come maestra e insegnante di educazione artistica; hanno entrambi una forte inclinazione per le arti grafiche e per la scultura e si dividono tra il lavoro e la vita privata all'esclusivo servizio della madre. Quando questa muore, Nelly realizza un imponente gruppo scultoreo per la tomba di famiglia, che il Comune è costretto a fare rimuovere perché troppo ingombrante.
Ormai ultracinquantenni, i due fratelli prendono infine una decisione drastica: lasciano il lavoro e si rinchiudono in casa, decidendo di passare il resto della loro vita senza contatti con un mondo esterno che rifiutano. In casa continua a non esserci l'elettricità e il gas: per la cucina e il riscaldamento usano la legna, per la luce i lumini a olio; unica concessione alla modernità è una radio a pile. Il sostentamento arriva principalmente dall'orto e da un pollaio che approntano in giardino; al netto delle attività necessarie alla vita quotidiana, ogni ora della giornata viene dedicata a quelli che chiamano "progetti Alice-Nelly": una enorme, incredibile decorazione di ogni angolo esterno e interno della casa.
L'esterno, in particolare, è quello che diventerà più celebre: giardino, veranda, terrazze e tetti si riempiono di decine di statuette che rappresentano, in gran parte, personaggi delle favole o della letteratura per ragazzi. La fanno da padrone le favole di Andersen - al quale dedicano anche un murales - ma c'è spazio per Pinocchio, Alice nel paese delle meraviglie, Don Chisciotte. In paese, in breve, la "casa degli strambi" inizia a essere chiamata anche la "casa delle favole", e fioccano varie leggende sui quasi invisibili - solo Nelly si fa vedere di tanto in tanto in centro, per qualche acquisto - proprietari.
L'interno, invece, rimane misterioso per oltre trent'anni. Qui i due fratelli si dedicano a decorare tetti e pareti con rappresentazioni oniriche e surreali, dove si mescolano personaggi celebri del passato in scene moderne con improbabili macchine aliene aspira-smog; persino due inservibili - data l'assenza di elettricità - televisori vengono dipinti ritraendo Pavarotti e la Ricciarelli.
Alice e Nelly non lasciano alcuna chiave di lettura per le loro opere: lo stile è sempre quello dell'illustrazione infantile a cavallo tra il XIX e il XX secolo, ma i soggetti sono incomprensibili e incoerenti con il contesto esterno. Colpisce soprattutto una scena di humour nero, con un aereo che, decollando, decapita con l'ala un malcapitato; ma i particolari degli affreschi sono innumerevoli e difficilmente descrivibili.
In questa storia non c'è un lieto fine come nelle favole di Andersen: Alice muore nel 2008, Nelly finisce in una casa di riposo dove termina i suoi giorni pochi anni dopo, parlando, fino all'ultimo, solo della sorella. La casa finisce preda dell'abbandono e dell'incuria; inoltre, dopo un articolo su un quotidiano e vari video su internet, è presa di mira da curiosi e da vandali che iniziano a distruggere le statuette e gli arredi interni. A testimonianza del fatto che non esiste mai la possibilità di scappare da ciò che rifiutiamo, neppure dopo aver elaborato il piano di fuga più estremo e duraturo che si possa concepire.