Pontedera, 22 febbraio 2019 - Le effusioni «proibite» tra un allenatore cinquantenne (nel 2014) e la sua giovanissima allieva – all’epoca aveva 15 anni e mezzo – sono valse all’uomo, ieri, davanti il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Pisa Donato D’Auria una condanna (con rito abbreviato) a due anni e 10 mesi di reclusione, con la concessione delle attenuanti generiche. Il giudice ha disposto una provvisionale alle parti civili costituite (il padre e la madre della ragazzina) di 5mila euro, mentre la quantificazione del danno dovrà avvenire in separato giudizio. All’epoca dei fatti la vicenda destò clamore nel Comprensorio, anche perché i due furono sorpresi dai carabinieri mentre si erano appartati in macchina e l’uomo, nell’immediatezza del fatto, venne arrestato e posto in regime di arresti domiciliari, nonostante fosse stato poi velocemente accertato che la minorenne era consenziente.
La vicenda riguarda, appunto, l’allenatore di una squadra femminile della zona. In fase d’indagine la ragazzina – oggi maggiorenne – fu sentita nella formula dell’incidente probatorio e ammise i fatti, quella fuga in pieno giorno, entrambi con una scusa, per restare da soli volontariamente, anche se la legge non lo consente. Infatti l’uomo è stato indagato – e ora condannato – per atti sessuali su minore infra sedicenne affidata alla sua custodia di educatore. Ha sostenuto l’accusa il pubblico ministero Flavia Alemi.