Il ventesimo torneo Sei Nazioni della Nazionale italiana maschile di rugby inizia sabato pomeriggio a Edimburgo contro quella che un tempo era la nostra avversaria preferita, la Scozia. La nazionale britannica è l’avversaria contro cui l’Italia ha ottenuto più vittorie nel torneo e fino a quattro anni fa garantiva almeno una partita disputata alla pari con la possibilità di evitare “cappotto”, ultimo posto e quindi il cucchiaio di legno. Quella Scozia però non c’è più e quel periodo di difficoltà ci ha forse tratti in inganno. Gli scozzesi hanno una tradizione rugbistica molto più ricca e radicata della nostra (negli ultimi 136 anni hanno vinto il Sei Nazioni ventidue volte) e in quel periodo ebbero un lungo calo fisiologico. Da tre anni a questa parte il Sei Nazioni ha di nuovo una Scozia competitiva (l’anno scorso è arrivata terza) mentre l’Italia è rimasta ai suoi livelli, e quindi isolata all’ultimo posto.
La Nazionale italiana non vince una partita del Sei Nazioni da tre edizioni. L’ultima vittoria risale al 28 febbraio 2015 e fu proprio a Edimburgo contro la Scozia. Al pubblico dello Stadio Olimpico di Roma va ancora peggio, perché non assiste a una vittoria dal 16 marzo 2013. Chi quest’anno si aspetta il ritorno alla vittoria potrebbe rimanere ancora deluso. Non è cambiato molto rispetto alle ultime due edizioni e l’unico appiglio in più è quello delle tre partite da giocare in casa – l’anno scorso furono solo due – fra le quali l’ultima contro la Francia, considerata l’avversaria più vicina al nostro livello. A detta dell’allenatore, Conor O’Shea, e del capitano, Sergio Parisse, questa potrebbe essere l’edizione più difficile degli ultimi anni.



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