E' un'espressione iperbolica e superlativa quanto ti pare per descrivere il modo con cui si affronta la malattia. Perchè è una patologia che non colpisce solo nel fisico, e questa è una cosa che comprende solo chi l'ha vissuta in prima persona o chi è stato davvero vicino a chi l'ha vissuta.
E' certo un modo di esprimersi esagerato e spesso abusato, ma è anche quello più efficace per descrivere l'atteggiamento con cui vengono affrontati mesi e mesi senza avere un'idea chiara dell'esito o tantomeno dell'esatto percorso da fare.
Capisco benissimo che chi non ha un'esperienza diretta della cosa ne sia colpito in modo negativo, anche e soprattutto per la strumentalizzazione giornalistica di certi titoli "acchiappanti" e del solito modo italiano di fare supereroi tutti i morti recenti.
Detto questo, non avevo bene idea di chi fosse, dato che la sua carriera è esplosa quando io la televisione italiana l'avevo abbandonata da un po', ma ricordo con grandissima amarezza la porcheria che ha fatto (o che, come sospetto, le è stata fatta fare) per monetizzare anche quando stava in condizioni pietose, quindi nutro e mostro davvero poca simpatia ed empatia per la persona.
Offro una rispettosa indifferenza.