La mia prima ora di Death Stranding: mi hanno caricato il cadavere della presidentessa sulle spalle e me lo sono dovuto scarrellare fino all'inceneritore che, guarda un po', è in cima a una montagna.
Lungo la strada ho piantato il grugno a terra un cazzilione di volte (un paio di dieci bestemmioni rabbiosi ogni volta perché anche capire come stare in piedi e in equilibrio è un'impresa, per di più i comandi sono incasinati e non ci si capisce niente).
Alla fine, sono arrivato all'inceneritore. Ho bruciato la vecchia e, appena finito il lavoro, ha cominciato a piovere la cronopioggia che, se ti bagna, invecchi e muori. Contemporaneamente, all'esterno è arrivato un esercito di fantabastardi.
Non ho fatto in tempo a mettere fuori il naso dalla struttura che quei figli malriusciti e non voluti di una madre poco nutrita mi hanno trascinato sotto terra uccidendomi e rendendo la zona un cratere. Il tutto in modalità di gioco "molto facile".