Martina Sambucini, 19 anni di Frascati, è stata eletta Miss Italia 2020 - nel disinteresse ostracista imposto dal nuovo mondo.
Rincolliamo, sempre e per sempre, le parole più amare del nostro inviato.
Non toccate Miss Italia. Parla Fegiz
Posted by: mon-lieu on 15 Settembre 2014
a cura di Ferruccio Stipendiati
Roma. Miss Italia non è più nel palinsesto Rai. Lo ha deciso la Rai medesima più di un anno fa. All’indomani del concorso ne parliamo con Arialdo Colrutto Fegiz, noto critico televisivo già indagato per turbativa d’asta.
Lei ha dichiarato che la critica a Miss Italia è «una roba da fregne marce». Può spiegare meglio cosa intendeva con quest’espressione?
Mi riferivo alla polemica sollevata dal presidente Boldrini in merito al programma. Il fatto che Miss Italia sia stata abolita dalla Rai è semplicemente qualcosa di assurdo; solo una cinquantenne avvelenata come la signora Boldrini poteva suggerire un provvedimento simile. Di qui la mia espressione colorita.
Cosa c’è di assurdo nell’abolizione di Miss Italia? Non le sembra una scelta di civiltà?
Nient’affatto. È una scelta discriminatoria e totalitaria.
Si spieghi.
Vede, la natura ci dota di una varietà amplissima di doti e talenti, tanto ampia che molti non riusciamo ancora a riconoscerli. La bellezza è uno di questi; non si capisce perché l’intelligenza sia una qualità mentre la bellezza non lo sia. Si nasce intelligenti e si nasce belli; si può allenare l’intelligenza, ad esempio dedicando del tempo allo studio o a quegli esercizietti di brain-training che ormai compaiono anche nei giornali, e si può allenare la bellezza, facendo dello sport o aderendo ad un regime nutrizionale particolare. Resta il fatto che in entrambi i casi si ha a che fare con un dono di cui non possiamo arrogarci alcun merito. Cito testualmente quanto dichiarò la Boldrini: «Credo che ci si debba rallegrare di una scelta moderna e civile e spero che le ragazze italiane per farsi apprezzare possano avere altre possibilità che non quella di sfilare con un numero. Le ragazze italiane hanno altri talenti». Certo che le ragazze italiane hanno altri talenti, chi ne dubita; probabilmente alcune sono anche più intelligenti e creative della Boldrini. Ma perché proibire che esprimano un talento particolare, che è quello della bellezza? In questo senso la scelta della Rai è discriminatoria: discrimina chi è portatore di una specifica dote; lei si arrabbierebbe se domani proibissero le olimpiadi nazionali di Matematica? O quelle di salto in alto?
Certo.
… e allora taccia, faccia la cortesia. Lei ad esempio è un uomo oggettivamente brutto, ma ha un grande dono: quello della sintesi. La seguo spesso come inviato di questo giornale ed è formidabile: è un cronista eccellente, si vede che fiuta il nocciolo della notizia e sa come comunicarlo. Bene: il suo talento ha una cittadinanza in questo paese; quello di queste ragazze non ce l’ha più.
E questa sarebbe una scelta totalitaria…
Abolire Miss Italia significa imporre surrettiziamente un modello di donna esclusivo: o la donna si esprime attraverso talenti “intellettuali” oppure non è; questo è il senso implicito. È la «donna a una dimensione», se la diverte parafrasare Marcuse. Badi che è l’esatto contraltare della concezione tipica dei regimi oscurantisti: lì la donna o è sottomessa ed ingabbiata in una sola funzione possibile – la maternità e la servitù del proprio uomo – oppure non è. È singolare che la Boldrini e l’ayatollah Khamenei convergano in questo modo, ma tant’è: gli estremi prima o poi si danno una culata. Capisce ora perché vedono un concorso di bellezza come fumo negli occhi? In questo senso specifico ho parlato di una deriva ‘totalitaria’. Lo stadio finale dell’emancipazione della donna si deve tradurre nella disconoscenza completa di una sua dote. Ma questa è una follia, soprattutto in un periodo in cui si fanno passi avanti proprio nella direzione auspicata dalla signora Boldrini: le cancellerie ed i parlamenti sono sempre più frequentati da donne; i posti di prestigio sono sempre più accessibili a figure femminili; il politico più potente d’Europa è una donna! Il deposito più importante della modernità è l’idea di far coesistere più possibilità possibili, per così dire. A questo processo di accrescimento delle possibilità se ne affianca uno chiaramente restrittivo, ed il paradosso sta nel fatto che il suo promotore è proprio chi tesse l’elogio della modernità. Non le sembra strano?
Credo che la presidente Boldrini intendesse richiamare l’attenzione sull’annosa questione della donna-oggetto. Le trasmissioni televisive sono piene di ragazze che fungono semplicemente da suppellettile, lo sa.
E su questo si potrebbe anche convenire; ma le sembra una buona ragione per delegittimare un concorso di bellezza? Queste gare non sono nient’altro che un retaggio delle nostre feste popolari, le quali a loro volta non fanno che esprimere una passione radicata nell’infanzia: si ricorda quando alle elementari davamo i voti alle nostre compagnucce (e loro a noi)? Ha presente i concorsi di bellezza che si svolgono dovunque d’estate? Non c’è paesino italiano che non abbia una rassegna di questo tipo; a volte i concorsi si svolgono addirittura nelle locande o negli stabilimenti balneari; mia nonna ad esempio fu Miss “Margherita”, un piccolo bar in provincia di Bergamo, e non ci trovò nulla di umiliante. Sa cos’è umiliante invece? Costringere queste ragazze a parlare di sé per far vedere che «oltre alle gambe c’è di più», come si dice. È una costante delle ultime edizioni: il giurato di turno chiede “gentilmente” alla concorrente di esprimersi, di mostrare anche la sua cosiddetta “bellezza interiore”. Allora vedi questa diciannovenne mettere assieme due o tre aforismi che magari le hanno imboccato subito prima di salire sul palco. Si tratta di una ragazza che una volta su tre non ha neanche finito gli studi primari, e la senti balbettare di pace, di famiglia, di voglia di non mollare mai – tutte cose che dette in quel contesto diventano inesorabilmente posticce. Che senso ha costringerla ad esprimersi? È o non è un concorso di bellezza? Permetta il paragone: sarebbe come se ad un concorso per un posto da ricercatrice in filologia dicessi alla candidata: «Bene, vedo che lei ha pubblicato dei lavori di qualità; non penserà però di cavarsela così: come sta messa a zinne? Faccia vedere».
Quindi lei non le farebbe nemmeno parlare…
Le confesso il mio sogno: un concorso di bellezza in cui si resti mute; si può solo sorridere. Un concorso di ninfe afasiche. Un quadro di Botticelli.