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Troppo lavoro, e così un funzionario giudiziario “pro tempore” della IV sezione Penale della Corte di Appello di Napoli distruggeva ordinanze, decreti di intercettazione, sentenze, fatture, avvisi, richieste e impugnazioni di sentenze.
Come scritto dal gip, in più occasioni la donna manifestava:
“preoccupazione sia per la mole di lavoro in capo al suo ufficio – a suo dire eccessivamente elevata – sia per la circostanza che alcuni fascicoli risulterebbero smarriti, peraltro, con il silenzio di altri appartenenti all’amministrazione giudiziaria…“.
Persino gli addetti alle pulizie avevano notato che qualcosa non andava, nell’ordinanza si legge che in un’intercettazione uno di loro si lamentava della quantità di carta cestinata mentre svuotava il contenitore della carta posto nell’ufficio della donna.