FIGATA, scrivi il libro che te compro :D
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FIGATA, scrivi il libro che te compro :D
Il sottotitolo deve essere "a Just 4 Spam story"
7) Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco...
Uno dei mantra che più mi ripeto durante la gara è appunto quello del titolo.
lo penso in versione Sarabanda e all'Uomo Gatto...amarcord anni 90...
E' molto importante avere i piedi per terra perché si è "drogati" durante una competizione e come ogni drogato si sperimentano alti e bassi paurosi.
Se non si riesce a gestire la cosa ci si ritrova a ridacchiare da soli consapevoli di avere già vinto (non importa se si è al decimo km o poco più...), per poi essere disperati e distrutti poche ore dopo.
Ci vuole del tempo per gestire questa cosa che è un fattore sottovalutato, ma di estrema importanza, specialmente nelle gare dove l'elemento psicologico è più importante rispetto a quello fisico.
Durante il TOR ho visto gente sgomitare alla partenza...il tutto fa sorridere considerando che ci sono 6 giorni di gara e se si perde qualche minuto alla partenza è ininfluente.
Inoltre pensare alla vittoria durante alla gara porta sfortuna.
Le ultime 24 ore di gara le ho passate anche in parte ad immaginare cosa avrei fatto sotto il traguardo. Ad un certo punto mi sono messo anche a piangere dalla commozione al pensiero di tagliare il traguardo.
...bhe....pur avendo concluso la gara il traguado non l'ho tagliato in quanto la bufera di neve me lo ha impedito.
Quindi beffa della beffa.
Detto ciò ci vuole sempre la massima concentrazione, durante queste gare il fisico da segnali diversi, che vanno assolutamente ascoltati, primo fra tutti lo sbadiglio che quando arriva vuol dire che si ha fame e bisogna mangiare almeno una barretta. Non alimentarsi dopo uno sbadiglio vuol dire crisi nera nel giro di qualche chilometro.
La vera sensazione di fame non c'è.
Sapersi concetnrare serve anche per non crollare da sonno, mi è capitato di svegliarmi mentre cadevo dopo un colpo di sonno...succedeva specialmente in salita, dove c'è meno attenzione, praticamente sono cascato ben più di una volta di muso...e ne ho visti altri cadere.
...oppure mi è capitato più di una volta di continuare ad avanzare in salita, salvo accorgermi che magari ero nella boscaglia alta o peggio, perché continuavo ad avanzare senza accorgermi che il sentiero aveva curvato...
Comunque questo è un episodio filler...(ne manca un altro....) ma prossimamente descriverò l'ultimo giorno e il rischio concreto che ho corso di schiattare.
Il filler prima del gran finale, che hype!
Trama migliore degli ultimi telefilm di SW :asd:
8 ) Giovedì...anzi no venerdì...
Vengo svegliato dalla Bella.
Da quanto dormivo con la testa appoggiata al tavolo? 5 minuti? 10 minuti? Una vita?
Non era una dormita pronosticata ma una dormita premio, mentre mangiavo un po' di pasta al check-point (che non è una base vita, lì si trovano le sacche, zona notte, docce, massaggi, ecc.), avevo realizzato parlando con un concorrente che era venerdì.
Io avevo perso totalmente il conteggio dei giorni e dei chilometri...ed è stato perfetto così...non avevo più l'ansia dei chilometri e dei giorni mancanti. La mia vita iniziava da una base vita e sognava la base vita successiva per potere dormire almeno 30 minuti.
Fare così vuol dire sgravare parecchio la testa...non mi preoccupavo più nemmeno del tempo e dei cancelli orari.
Quindi era venerdì...ero convinto che fosse giovedì...voleva dire che mancava quella giornata...la notte...e poi il sabato verso Courmayeur e l'arrivo. Per la prima volta avevo realizzato che potevo vincere, che potevo completare il TOR.
A questo pensiero mi ero appoggiato al tavolo ed ero letteralmente svenuto dal sonno, con ancora mezzo piatto di pasta fumante.
Ma torniamo all'inizio...vengo svegliato dalla Bella...
La Bella era una concorrente sulla trentina, che continuava ad essere molto bella e sexy, nonostante le giornate estreme che stavamo passando.
Quando una è una arricciacazzi lo resta nonostante le condizioni esterne.
Alta, fisicamente prestante e con una voce molto sensuale.
Eravamo entrati in contatto quando l'avevo divertita perché vari concorrenti stavano raccontando i loro acciacchi, mentre io avevo esordito dicendo che stavo bene, ma avevo il naso che era diventato un flauto. E così facendo avevo intonato una mezza musichetta col naso...
Effettivamente il mio corpo, a tutela del freddo e degli sbalzi climatici (si passava tranquillamente dai 30 gradi a ben sotto gli zero gradi, nell’arco di una giornata e con addosso gli stessi indumenti…), aveva creato una sorta di muco protettivo attorno al naso ed ai polmoni (fatemi passare il termine…).
Insomma, avevo del muco solidificato che faceva quasi da tappo e dopo la gara l’ho lentamente buttato fuori e dal naso mi sono usciti pezzetti quasi solidi…direi plasticosi… Ancora oggi perdo un po’ di sangue dal naso ogni mattina.
Ma nel complesso non mi sono particolarmente ammalato, attorno a me c’erano concorrenti veramente messi male, alcuni febbricitanti, con tossi bruttissime. Oppure con dolori muscolari e acciacchi molto evidenti.
A vedere quel lazzaretto un po’ sorridevo, i check-point e basi vita arano talmente promiscue che mi sembrava un mondo parallelo, la vita passata con la mascherina e il distanziamento…
Ormai era la normalità dormire accanto ad uno che ringhiava più che tossire o che mi sputacchiava nel piatto.
Ma ritorniamo nuovamente alla Bella...
La cosa buffa è che sono convito di averla vista in una situazione saffica in una base vita.
Il tutto mi fa piacere, col fisico così provato e con la testa così messa a dura prova sarebbe potuto uscire qualunque cosa… specialmente di questi tempi fluidi.
Invece … ancora oggi sono convito che è esistito quel ristoro…dell’ultimo giorno, in cima alla montagna, gestito da sole ragazzine…teen o al più ventenni…biondine e coi capelli rossi....tutto decorato con gusto femminile fashion e con questa Bella che si faceva massaggiare su un letto di cuscini da una di queste ragazzine in modo molto saffico….mentre una tizia biondina con le treccine mi offriva un po’ di polenta…
Ci penso e ci ripenso e il tutto è stato talmente lucido che per me è successo.
Comunque era venerdì, si parlava di filler nei racconti…ebbene anche in queste gare ci sono percorsi filler.
Girando a cerchio tutta la Valle D’Aosta a volte bisogna passare in vallate di decine di chilometri, per raggiungere la prossima salita.
Mi aspettava un percorso simile prima dell’ultima base vita e poi ci sarebbe stato solo l’arrivo (ristori e check-poin esclusi…sempre una ottantina di chilometri mancavano all’arrivo).
è sempre valida la teoria che le donne cagano di notte?
ma durante uno sforzo del genere si fa la cacca o non hai roba solida da espellere?
Solidifica all'interno tipo cemento idraulico, poi per espellere devi sforzare fino a provocare un'eruzione esplosiva con nube piroclastica
Non erano sassi quelli in cui inciampava Orologio
Sei il mio mito, Orologio. :sisi:
leggo quando sono usciti tutti gli episodi.
no pressure.
9) I piedi nella merda…
Era venerdì pomeriggio, avevo realizzato che non era giovedì, quindi meno di 24 ore dall’arrivo o comunque dalla chiusura della gara. Ero particolarmente euforico, ma ora i piedi mi facevano male…ma davvero male…
Mancava poco all’ultima base vita, ma quel breve tratto di poco più di un’ora, un po’ in salita, mi pesava tantissimo, il dolore era forte. Le scarpe tutte spruzzate…
Alla partenza di cinque giorni fa le previsioni meteo davano bel tempo fino a mercoledì; invece, il tempo aveva retto fino a venerdì inoltrato…ma ora stavano arrivando le nuvole e il vento turbinava.
Fino a quel momento era stata una gara con problematiche estive (fermo restando che in quota si andava ampiamente sottozero).
Per tutta la gara ero stato attentissimo a mettere regolarmente la crema protezione 50… da dopo il secondo giorno avevo sempre tenuto i manicotti alle braccia per evitare scottature… un lembo della pelle tra il guanto a mezze dita e l’orologio era rimasto esporto e la pelle era nera da bruciatura…
L’insidia delle ustioni ad alta quota può determinare il ritiro…. Sono più pericolose di una brutta caduta…
Ora il bel tempo stava volgendo alla fine, il vento turbinava, nel giro di dieci minuti erano comparse delle nuvole cariche di pioggia …e io, coi piedi doloranti e sanguinanti… coi denti stretti imprecavo contro la montagna…la sfidavo… ci ho anche parlato…
“Fai scendere la pioggia, la grandine…ti aspetto!!!…sono giorni che sono qui e non mi hai fatto niente…!!!”
Il vento turbinava, la pioggia era imminente… le temperature si erano abbassate di molto…ma poi il tutto si era fermato, come sospeso…
La montagna aveva in mente altro, un attacco nei miei confronti ben peggiore…
Il tempo rimaneva freddo, coperto… ma è come se il maltempo si fosse scaricato in qualche valle accanto.
Ma finalmente la base vita!!!! Ero arrivato…erano circa le 19:00 del venerdì.
Sulle basi vita va aperto un discorso a parte…molte (anzi la maggioranza…) sono raffazzonate.
L’ultima base vita era la peggiore, un grosso tendone che faceva da spogliatoio e zona brandine, tutto in promiscuità.
Ma ora di donne ce n’erano poche. Nel momento che io ero arrivato eravamo circa un centinaio di atleti, probabilmente le ragazze erano 5-6 (tra cui la Bella …). In queste gare ce ne sono poche di donne peones, per assurdo quelle presenti sono tutte almeno semiprofessioniste e quindi al quinto giorno di gara l’avevano già completato il TOR.
Ad ogni modo, oltre al tendone spogliatoio, c’era un altro tendone per la zona massaggi e l’infermeria… poi una struttura di cemento con DUE e ripeto DUE bagni…e DUE docce….e una casetta con la mensa…
Per cacca e pipì nessun problema… ormai il mio bagno per me era il bosco… le foglie puliscono benissimo il culo… le mani si lavano bene nell’erba…
La doccia invece la volevo fare per resettare la testa e fare la medicazione ai piedi per il rush finale.
Non che fosse obbligatorio lavarsi per sistemare i piedi, ma io avevo bisogno della doccia, dopo due giorni senza farla, più per chiudere mentalmente la tappa del giorno.
Fare la doccia ha significato… rimanere con maglietta e pantaloncini, mettere le scarpettine da scoglio (accessorio indispensabile…), portare con se il salviettone bianco fregato all’albergo al day one perché mi ero dimenticato dell’accappatoio (qualcosa si dimentica sempre), uscire al freddo dopo essere stato nel tendone al caldo… ormai c’erano almeno 5 gradi se non di meno… mettersi in coda (un quattro / cinque temerari) …entrare in questo locale doccia, spogliarsi, buttare fuori dalla porta all’aperto i vestiti.
Fare la doccia e il dio santo ha voluto che l’acqua fosse calda (cosa non scontata), fare in fretta per rispetto a chi era nella mia attesa alla ghiaccio e all'aperto… uscire nudo (ma con le scarpetta da scoglio), prendere il salviettone e metterselo attorno modello SPA… prendersi il gelo in mezzo ai denti… raccogliere la roba sporca… e comunque ringraziare che faceva solo molto freddo e non pioveva…
Poteva succedere benissimo che uscissi dalla doccia e stesse venendo giù il diluvio…
Fatto sta che mentre ondeggiavo modello zombie verso il tendone, con un dolore ai piedi assurdo, una assistente si è tutta preoccupata di accompagnarmi velocemente dentro….”maronna santa prendi la polmonite e bla bla…”.
Mi sono rivestito con molta lentezza, le tempistiche a causa della stanchezza mentale, più che fisica, sono triplicate.
Indosso le mutande e maglietta tecnica e sempre con le scarpette da scoglio vago verso la zona massaggi.
“Ehi…ieri volevo medicarmi i piedi…eravate pieni…ora prendetemi…ho i piedi distrutti”.
Ci sono circa otto/nove persone in condizioni più o meno pietose, ma niente a che vedere con quelli che dormono con russate roboanti e malsane da sinusite o peggio nella zona notte del tendone.
ll tizio si ricorda di me, un ragazzo sulla trentina o forse di più portati bene o forse di meno portati male… ha pietà di me e mi fa sdraiare… ma subito si acciglia.
Quelle robe ai piedi ti hanno reso i piedi tutti umidi, l’umidità è il male… tira in ballo non so quale suo guru… probabilmente un capo merda indiano… fatto sta che mi dice di togliermi le scarpette e di camminare a piedi nudi per cinque minuti tra il tendone dell’infermeria e quello dello spogliatoio.
Potete immaginare che avevo i piedi con ferite aperte, con unghie perse e per terra c’era la merda vera… tra cerotti e bendaggi …e nella zona spogliatoio c’era di tutto a terra, ogni tipo di sporco.
Lo guardo perplesso e capisco che non farà nulla se prima non intingo i miei piedi piagati nella merda...
Penso che se non mi prendo qualcosa oggi non mi succederà più nulla… torno dopo poco con tutti i piedi sporchi dallo schifo calpestato… ormai non mi frega più di nulla...
Il tizio è soddisfatto… io quasi sono sollevato… posso sdraiarmi sul lettino…
Il tizio gestisce tutti quanti probabilmente è il capo staff… da un’occhiata ai piedi e poi fa arrivare una ragazza sui vent’anni che le impartisce qualche ordine.
Non so, ma farsi curare i piedi martoriati da una ragazza ha un qualcosa di biblico, penso al lavaggio dei piedi fatto da gesù cristo… mentre questa tipina mi lavora i piedi lerci e piagati.
Almeno ho fatto il bagno penso...
Mentre quella lavora, tagliando, strizzando, medicando…un massaggiatore controlla cosce e altro, mi dice che sono a posto e che sono fortunato.
È vero…probabilmente è genetica, non ho dolori muscolari...
Mi addormento... è come dormire con dei piranha ai piedi... Ma dormo.
Vengo svegliato e mi ritrovo i piedi tutti bendati…le dita dei piedi minuziosamente bendate una per una, lasciando però una certa mobilità.
Quanto avrò dormito? 10? 20 minuti?
Il tizio capo mi dice che sono a posto con una certa dose di soddisfazione… lo ringrazio… e ritorno nel tendone dello spogliatoio facendo attenzione a non sporcare i bendaggi (probabilmente lui avrebbe voluto che pucciassi tutto nella merda… ma pazienza… ).
Equipaggio lo zaino.
E mi vesto in configurazione "storm winter".
In tutto erano passate due ore buone… erano le 21 e passa e stando a quello che sentivo dire superare le 21:30 voleva dire rischiare col prossimo cancello orario…
Mi agito, mangio al volo, ma veramente al volo… macedonia, insalata di riso fredda, succo di mela, dei cracker. In questo preciso ordine.
Potevo prendere qualcosa di caldo e mangiare più decentemente, ma l’ansia di partire era tanta...
Parto...era buio ormai... accendo la torcia frontale… l’ultima tappa…sono solo due montagne…due fottutissime montagne che superano i duemila ma che non sono tra le più alte…e ora non mi fanno nemmeno male i piedi…
Sono cinque notti che dormo in media meno di un’ora… sono quasi sei giorni di gara ininterrotta…
Non mi sono piegato alla montagna…e quini la montagna stava per spezzarmi… ma spezzarmi in modo fragoroso…
…ma in quel momento non lo sapevo, stavo uscendo spingendo come se fosse il day one, un po’ per una freschezza ritrovato, un po’ per l’euforia da ultima notte…
Ma ti ricordi ancora tutto? O l'avevi scritto tempo fa e l'hai trascritto ora?
La memoria non è il mio forte, specialmente i nomi li smemorizzo già alla stretta di mano... però cavoli ricordarmi gli avvenimenti di un evento di 15 giorni fa sì.... :asd:
Tra l'altro scrivo scrivo e poi taglio una sacco di roba... perché è già tanto se un paio di voi lo leggete realmente ...
lettottutto qui :asd:
una roba a metà tra fantozzi e allucinazioni mentali da stanchezza :asd:
Faccio fatica a capire come camminare a piedi nudi sia meglio di asciugare l'umidità con un asciugamano :asd:
camminare a piedi nudi nella merda, rettifichiamo :asd:
Camminare coi piedi nudi e con ferite aperte nella merda :teach: