Allora: ho due cugini di primo grado che non sono in buoni rapporti (53 anni lei, 47 lui). Si sono sempre abbastanza odiati, lei perfettina qui-quo-qua si è laureata e si è sposata un notaio (mai lavorato in vita sua), lui diplomato, ha lasciato ad un pelo dalla laurea in lingue orientali, poi ha fatto più che altro lavori saltuari. Non ha mai avuto problemi di mantenimento perché il padre gli aveva lasciato un paio di appartamenti di cui percepiva l'affitto (pareggiando la donazione con la sorella). Ha avuto problemi di depressione quando era giovanissimo, poi si è rimesso ad eccezione di una ricaduta tra depressione e alcool dopo essere stato lasciato dalla compagna però è riuscito a limitare i danni: fedina penale immacolata, mai trovato alla guida sotto influenza di sostanze, nessun TSO, mai segnalazioni presso chicchessia perché si è curato per conto proprio (psichiatra-psicoterapeuta privato) fino a un ricovero in una clinica specializzata in dipendenze da cui è uscito ripulito e non ha più toccato un bicchiere (circa 10 anni fa). Come stile di vita però ha continuato col precedente: lavori saltuari, fare il meno possibile, ecc ecc. Qualche volta ha ricevuto liquidità dai genitori ("robetta" tipo 50.000 euro in tutto) cosa che comunque ha riconosciuto e infatti alla morte del padre ha accettato una distribuzione leggermente asimmetrica dell'eredità a favore della sorella senza fare storie.

Ora che è morta anche la madre la sorella sta cercando di fargli assegnare un amministratore di sostegno proponendo sé stessa (non essendo sposato, è la parente più vicina) asserendo che non è in grado di badare a sé stesso, ma fondamentalmente mi sembra una cazzata dettata più da qualche conflitto preesistente o per cercare di mettere il becco sulla parte di eredità del fratello (il padre dei due era imprenditore e ha lasciato parecchio ad entrambi). Lui ha sì una storia psichiatrica alle spalle e una dipendenza ma si arrangia da solo e chiunque lo conosca (me compreso) non sospetterebbe nulla se non esplicitamente messo al corrente dei fatti. Insomma, non è prodigo, non si droga, non beve più da anni, non ha problemi di salute, è vero che ha sempre "galleggiato" e fatto il meno possibile (scelta sua, se lo è anche potuto permettere) ma da qui a ipotizzare che non sia capace di badare a sé stesso ce ne passa.

Secondo gli specializzati qui quanto/cosa rischia, se rischia? C'è una commissione medica che valuta la cosa? La decisione finale a chi spetta? Lui si può opporre immagino?

Grazie.