che ultracuck che siamo :rotfl:
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che ultracuck che siamo :rotfl:
poi non ci lamentiamo se gli americani lo votano
Che poi passa che ha ragione lui. Mettendoci a 90° così è come dire che ha ragione lui e che hanno fatto bene a votarlo. :bua:
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e io che ho detto
tranquilli che tanto poi i conti si fanno alla fine
Trump non lo sa che la Von der Leyen è immortale e che sarà ancora al governo in Europa quando lui sarà morto tra qualche mese
Tranquilla che qua al primo di agosto manca ancora tempo!
Che alla fine la storia dei dazi è uscita per trattare sulla web tax e sulle regole della privacy europee che non permettono alla big company americane di spiare a fottere i dati come negli usa.
vabè è afroamericana, ci sta che la pensi così :chebotta:
Eh, ma i dem vogliono sdoganare la pedofilia (cit)
be', tecnicamente post pubertà non è pedofilia ^^
Allora dazi al 15% che includono anche l'auto, il che per le auto vuol dire una diminuzione visto che erano stati portati al 25%...
al momento dall'accordo sono esclusi i farmaci...li sarà un'altra trattativa.
L'europa si impegna ad aumentare gli acquisti in energetici, cosa che comunque sta già avvenendo, e in armi, che con il rearm EU era comunque scontato.
L'europa si impegna sul fatto che le aziende portino investimenti in attività USA per 600 miliardi.
è un buon accordo? brutto boh...
allora l'alternativa era dazi al 30% e sarebbe stato un embargo di fatto, 15% è tanto ma per molti settori gestibile, certo difficilmente sarà totalmente assorbibile.
Il fatto che rimangano i dazi su acciaio e alluminio, da quel che ho sempre sentito dire è più una cosa di facciata che altro, l'export era comunque minimo, insomma trasportare grosse quantità di acciaio in USA è antieconomico dunque di fatto l'export è chiuso ma non è che fosse chissà che export.
Il punto dei 600 miliardi poi è molto fumoso, non si sa bene chi e come dovrebbero essere investiti, e in che tempi.
L'europa rinuncia alla webtax, che comunque al momento era morta per blocco stesso di vari stati europei.
è un cattivo accordo? sicuramente non è un granchè mi viene da pensare, ma l'alternativa qual'era? dazi molto più alti e di fatto un embargo, certo da chiedersi se pergli usa sarebbe stato poi sostenibile anche per loro dunque si poteva andare a scoprire il bluff...ma voleva dire altri mesi di tensione e incertezza che possono essere anche peggio dei dazi, con sempre il rischio che Trump poi li mettesse veramente.
A quel punto sarebbe stata una guerra commerciale piuttosto disastrosa per tutti, ne sarebbe valsa la pena?
Ora almeno si sa quanto sono, sono alti per alcuni settori, per altri più gestibili ma ci si può lavorare...
Il problema come faceva notare uno di ISPI, è quanto ci si può fidare di questo accordo? insomma trump è trump...inoltre alcuni punti dell'accordo non sembrano molto chiari (vedi la storia dei 600 miliardi), dunque se poi come probabile questi investimenti fossero molto "fumosi", dilatati nel tempo ecc...
O in seguito a questo accordo la bilancia commerciale non dovesse poi cambiare di molto cosa farà a quel punto Trump? si accontenterà della vittoria politica, cioè poter sbandierare l'accordo al suo elettorato dicendo "problema risolto" (problema che poi si è inventato lui ma vabbé), o dirà di nuovo europa brutta e cattiva ci ha preso in giro e bla bla?
Per il resto non è neppure una vittoria completa neppure per gli USA, le norme sull'importazione dei cibi e prodotti agricoli dagli USA non sono cambiate, dunque continueranno a poter esportare solo quello che rispetta gli standard europei.
Inoltre il settore dell'auto su cui Trump ha incentrato la battaglia ne esce marginalmente colpito.
Rimane il nodo farmaceutico su cui l'Italia è piuttosto esposta, trump ha fatto dichiarazioni piuttosto autartiche, del tipo che non possiamo dipendere dall'estero per un settore così strategico, dall'altra si è reso conto pure lui che dazi a quel settore sono una mazzata per il sistema USA visto che va a colpire molti farmaci non sostituibili.
Dunque li è tutto da vedere come andrà.
C'è poi da fare una valutazione più globale, per l'italia export usa è circa il 10% del totale, è una bella fetta.
I dazi si stima porteranno una riduzione del 4%...è un bel colpo ma assorbibile nel medio periodo su altri mercati che potenzialmente si possono aprire.
Di sicuro le politiche di Trump stanno portando accelerate su vari fronti a chiudere accordi per altri mercati di sbocchi, che sta diventando una necessità per tutti quelli che hanno un forte export verso gli usa.
Vedi l'accordo UK India, ci stavano trattando da anni, e l'hanno chiuso settimana scorsa.
Il Giappone sta riaprendo verso l'Europa, c'è l'accordo con i vari stati del sud america da chiudere, la cina preme pure lei per rinegoziare accordi (ma della cina c'è poco da fidarsi).
L'india è un mercato potenzialmente abbastanza interessante ad oggi "molto chiuso", insomma sono vari mercati dove c'è del potenziale e le politiche di Trump potrebbero portare ad uno sblocco.
Pro per l'Europa
Evitare Tariffe Più Elevate: L'accordo stabilisce una tariffa del 15%, significativamente inferiore al 30% che gli Stati Uniti avevano minacciato, prevenendo così una guerra commerciale più dannosa e una recessione più profonda per l'Europa.
Stabilità e Prevedibilità: L'accordo offre una stabilità e prevedibilità cruciali per le imprese europee, in particolare quelle orientate all'esportazione, evitando un'incertezza commerciale prolungata.
Accesso Continuo al Mercato: L'Europa mantiene l'accesso al mercato statunitense, il suo maggiore partner commerciale, prevenendo un completo crollo delle relazioni commerciali.
Stabilità Economica Temporanea: Fornisce un periodo di stabilità temporanea per gli attori economici che stavano affrontando un'escalation delle tariffe americane.
Contro per l'Europa
Condizioni Sfavorevoli: L'accordo è ampiamente percepito come sbilanciato a favore degli Stati Uniti, rappresentando un "compromesso doloroso" e mettendo in discussione le aspirazioni dell'UE come grande potenza economica.
Aumento delle Tariffe: La tariffa generale del 15% è sostanzialmente più alta rispetto alle precedenti tariffe medie statunitensi sui beni europei.
Stagnazione Economica: Sebbene sia stata evitata una recessione più profonda, si prevede che la tariffa del 15% mantenga l'economia europea in una situazione di stallo, con tassi di crescita previsti dello 0,5-0,9% rispetto a oltre l'1% in un ambiente privo di tensioni commerciali.
Leva Limitata: L'Europa sembrava avere una leva limitata durante i negoziati, incapace di ottenere un accordo tariffario "zero per zero" e accettando invece la stessa base del 15% che gli Stati Uniti avevano concordato con il Giappone.
Impegni Sostanziali: Gli impegni dell'UE di 600 miliardi di dollari in investimenti statunitensi e 750 miliardi di dollari in acquisti di energia e attrezzature militari statunitensi rappresentano significativi deflussi finanziari.
Tariffe Elevate per Acciaio e Alluminio: La tariffa del 50% sulle importazioni di acciaio e alluminio dall'Europa rimane in vigore.
Appello a Ridurre la Dipendenza: I termini dell'accordo hanno suscitato discussioni all'interno dell'Europa sulla necessità di ridurre la sua dipendenza dagli Stati Uniti come suo maggiore partner commerciale e di accelerare le riforme economiche e la diversificazione dei suoi alleati commerciali.
Accordo Sbilanciato: L'accordo è stato pubblicamente descritto da alcuni funzionari europei come sbilanciato.
Comparazione con l'Accordo Precedente (Situazione Pre-Luglio 2025)
Per "accordo precedente" intendiamo la situazione tariffaria standard e le relazioni commerciali tra l'UE e gli USA prima della stipula di questo nuovo accordo di luglio 2025.
Situazione Precedente (Tariffe Medie Pre-Accordo):
Prima dell'attuale accordo, le tariffe medie statunitensi sui beni europei erano significativamente più basse, attestandosi intorno al 4,8%. Non vi erano impegni specifici di investimento o acquisto di beni statunitensi su larga scala come quelli attuali. Le relazioni commerciali, sebbene con occasionali frizioni (come le tariffe sull'acciaio e l'alluminio imposte in precedenza), generalmente si basavano su un quadro più aperto e su tariffe inferiori per la maggior parte delle merci.
Accordo Attuale (Luglio 2025):
Aumento delle Tariffe Generali: La tariffa generale del 15% è un aumento sostanziale rispetto al 4,8% precedente. Questo significa che i prodotti europei che entrano nel mercato statunitense affrontano ora un costo aggiuntivo significativamente maggiore.
Mantenimento di Tariffe Elevate Specifiche: Le tariffe del 50% su acciaio e alluminio, precedentemente imposte, rimangono in vigore, indicando che per questi settori specifici non c'è stato alcun miglioramento.
Impegni Finanziari dell'UE: L'aspetto più significativo del nuovo accordo è l'impegno dell'UE a investire $600 miliardi negli USA e ad acquistare $750 miliardi di energia e attrezzature militari. Questi erano requisiti assenti nel quadro precedente e rappresentano un onere finanziario considerevole e un cambiamento nella direzione degli investimenti e degli acquisti europei.
Implicazioni Geopolitiche ed Economiche: Mentre l'accordo precedente rifletteva un'interdipendenza commerciale più "paritaria" in termini di oneri tariffari generalizzati, l'attuale accordo sembra spostare l'equilibrio a favore degli Stati Uniti, imponendo all'UE costi diretti e indiretti maggiori per mantenere l'accesso al mercato statunitense ed evitare escalation tariffarie più severe.
In sintesi, l'accordo di luglio 2025, pur evitando uno scenario di guerra commerciale totale con tariffe del 30%, rappresenta un significativo inasprimento delle condizioni commerciali per l'Europa rispetto al quadro precedente, con tariffe più alte su molti prodotti e onerosi impegni finanziari.
In pratica la leva maggiore e' in mano alle aziende che esportano (Italiane inclusa)
Azelia cosa ha figlie?