Israele ha distrutto la catena di comando militare in Iran
Uccidere i più importanti leader militari iraniani è stato l'obiettivo principale dell'attacco iniziato questa notte, più che colpire i siti nucleari
L’apparato militare dell’Iran è formato da due forze armate distinte, come due grandi eserciti che si devono coordinare tra loro. La prima forza sono i Guardiani della rivoluzione (o Guardie rivoluzionarie), creati dopo il 1979 e conosciuti anche come pasdaran, e la seconda sono le forze armate regolari. I pasdaran sono considerati più robusti dal punto di vista dell’ideologia e hanno più risorse a disposizione. L’attacco israeliano di questa notte ha ucciso sia il comandante dei pasdaran, Hossein Salami, sia il capo di stato maggiore Mohammad Bagheri, il militare più alto in grado dell’Iran, che doveva rispondere soltanto alla Guida suprema Ali Khamenei, che è la principale autorità politica e religiosa del paese.
In caso di emergenza esiste un comando interforze che si chiama Khatam al Anbiya, si occupa di coordinare le due forze militari dell’Iran ed era comandato dal generale Gholamali Rashid. Gli israeliani hanno ucciso anche lui, dimostrando di avere informazioni precise sull’ubicazione dei militari più importanti. Questo vuol dire che nel giro di poche ore, prima dell’alba, l’Iran si è ritrovato sotto attacco e senza più leader militari. La Guida suprema Khamenei ha sostituito in fretta i generali uccisi con nuovi ufficiali.
Quando questa cosa degli attacchi improvvisi che uccidono i comandanti succede ai gruppi terroristici si parla di «strategia della decapitazione». In questa occasione è stata tentata con l’intero sistema militare di un paese. Nel corso del tempo alcuni analisti hanno contestato l’utilità di queste operazioni, perché i comandanti uccisi sono semplicemente rimpiazzati da altri comandanti.
Salami era il capo dei pasdaran e quindi teneva le relazioni con un ampio assortimento di milizie alleate dell’Iran e sparse in Medio Oriente, come Hezbollah in Libano, gli Ansarallah (conosciuti anche come Houthi) in Yemen e i gruppi armati sciiti in Iraq. Queste fazioni facevano parte di una strategia precisa dell’Iran e formavano il cosiddetto «Asse della resistenza». Israele aveva applicato la strategia della decapitazione già l’anno scorso, per colpire la leadership di Hezbollah, la fazione più forte dell’«Asse della resistenza» e la minaccia più seria per Israele.
Aver assassinato Salami serve anche a rallentare la reazione dei gruppi filoiraniani. Giovedì il dipartimento di Stato statunitense aveva chiesto ai propri diplomatici di lasciare l’Iraq per non esporli ai possibili attacchi di rappresaglia dei gruppi iracheni alleati con i pasdaran, che considerano Israele e Stati Uniti un blocco unico da colpire senza fare distinzioni.
Si parla di un possibile attacco di Israele contro i siti del programma di ricerca nucleare dell’Iran da molti anni – da quando alla Casa Bianca il presidente era George W. Bush, tra il 2000 e il 2008 – e questa notte è stato fatto.
Nel corso del tempo però gli iraniani avevano cominciato a proteggere il programma di ricerca contro possibili bombardamenti aerei, al punto che uno dei siti per l’arricchimento dell’uranio è stato costruito a Fordow nel fianco di una montagna, in modo che sia coperto da uno strato molto spesso di roccia. Eliminare fisicamente il programma di ricerca nucleare dell’Iran con una serie di bombardamenti in poche ore è diventato molto difficile, se non proprio impossibile.
Per questo motivo l’operazione di Israele contro l’Iran non è stata soltanto un attacco alle infrastrutture, ma è anche un attacco alla catena di comando militare dell’Iran e al gruppo di scienziati iraniani che fa andare avanti il programma di ricerca nucleare, con una serie di uccisioni mirate.