Ho finito La Porta di Simenon, romanzo dei suoi, ben scritto ma complessivamente senza infamia e senza lode; la storia di un uomo, mutilato di guerra, che dall'ossessione di essere divenuto un peso per la moglie precipita nell'ossessione che la moglie lo tradisca, fino al finale dove il rapporto tra i due arriva al redde rationem.
Sul comodino intanto, come libro da letto, continuo piano piano Vita e Destino di Grossmann, che portare in giro è impossibile date le 970 pagine.
Nella borsa come prossimo libro da treno ho messo l'Aleph di Borges.







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