Ci sono poche cose che nei miei 40 anni suonati sono ben limpidi nella memoria di quelli che furono i gloriosi anni passati: il NES e Daniele.
Lo so, lo so, già raccontai di Lorenzino e Solaris, (e per uno con 5/6 messaggi non è cosa buona e giusta), ma c'è un altro titolo che davvero volentieri fa parte del mio bagaglio. Se un ragazzino di oggi dovesse cheidermi come ci divertivamo con i videogiochi noi vecchiardi, la mia risposta è una sola: Snake Rattle 'n' Roll!
A casa di Daniele, mio grandissimo amico degli anni che furono, (per buona parte del nostro insieme fummo appunto io, Daniele e Lorenzino), c'era un taverna che mi pareva un mondo a parte: odori di vecchio ma buono, foto dei familiari vecchie di decenni come nemmeno in un castello del '400. Certo, la casa era immensa, ma in un certo senso, per buona parte dei '90, quella casa fu la mia seconda casa.
Io e Daniele intrattenevamo le sue tre sorelle ognuno con le sue doti. E non fate battute.
Daniele si cimentava in astrusi circuiti elettrici affinché la luce si accendesse da sola entrando nella stanza, io mi mostravo fiero e impettito, perché ero in grado di finire Pitfall: The Mayan Adventure (ve ne parlerò magari prima o poi...) in una mezz'ora scarsa. Con i videogiochi ci ho sempre saputo fare. Con le sorelle di Daniele purtroppo un pò meno, ma questa è un'altra storia, OK?
Snake Rattle 'n' Roll faceva scoppiare il NES di una musichina allegra, livelli molto, molto colorati e tanta, fin troppa giocabilità.
Nei panni di un serpente, in solitario oppure in coop con un amico, dovete crescere la vostra coda (ogni componente della coda è un livello di energia), e sfruttarla per arrivare alla fine fine del livello. Solitamente la fine del livello è nel punto meno raggiungibile dello stesso, ma nessuno ha mai detto che i designer degli anni '90 erano persone particolarmente simpatiche: la difficoltà di Snake Rattle 'n' Roll era infima, bastarda, assurda.
Prendete un Super Mario, il più difficile, assurdamente difficile, infilatelo in livelli piramidali vivacemente allegri quanto infinitamente bastardi.
Snake Rattle 'n' Roll era (ed è) un assurdo e forse troppo poco noto esempio di Level Design, si, quelli con L e D maiuscole.
Aggiungeteci un Jingle musicale che canticchierete anche nottetempo (e fatelo nelle capacità sonore misere di un NES!) e troverete un tesoro nascosto, sepolto dai grandi nomi di quel periodo, cui varrebbe la pena passare il resto della vita a scavare per ritrovare.
Snake Rattle 'n' Roll è un puro esempio di 'Souls Like' come lo definiremmo oggi noi ominidi del 21mo Secolo: impara il livello, ogni singolo salto, ogni fottuto mattone del quadro.
Super Mario avrebbe avuto le sue gatte da pelare per superare anche il solo primo, banale stage.
Quando i colori erano tutto, quando i poligoni non esistevano nemmeno, (anzi, timidamente comparivano, e vi parlerò di Silpheed, prima o poi), quando le sorelle di Daniele era giovane e belle, Snake Rattle 'n' Roll era un chiaro esempio di voglia di fare, sperimentare, divertire. Dannare, anche.
E in doppio, FIFA scansati, Snake Rattle 'n' Roll annichiliva Micro Machines, Super Mario, e tutte le sorelle di qualsiasi amico.