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Christian Raimo
4 h ·
[post editato 16.11 ore 13.10]
In un tribunale di Arezzo sta accadendo una cosa esageratamente comica se non fosse seria.
La madre di Denise Pipitone ha querelato Sgargabonzi per alcuni post del 2014, e un tribunale l'ha presa sul serio.
Ora la madre di Denise Pipitone, una donna che ha subito una dei traumi più gravi che si possano immaginare, non conosce ovviamente la comicità di Sgargabonzi, che è una satira complessa con effetti spesso esilaranti.
È difficile da spiegare in breve il lavoro artistico di Alessandro Gori (qui c'è Claudio Giunta che lo fa molto bene: https://www.internazionale.it/opinio...omico-italiano). In grossa sintesi, Sgargabonzi è come se mimasse di continuo uno spettatore del grande flusso mediatico e reagisse senza mediazioni, come se prendesse alla lettera TUTTE le retoriche che vengono usate nel discorso pubblico. L'effetto è straniante e molto comico, se si conosce e capisce il codice. Non è semplice farlo, o meglio può non essere immediato.
Per venire al caso specifico l'oggetto della satira di Sgargabonzi non è mai la persona implicata, ma la sua trasfigurazione mediatica, il suo ologramma, spersonalizzato - non da Sgargabonzi ovviamente ma dal flusso mediatico.
Quando Sgargabonzi scrive frasi del genere: "Stasera al supermercato ho visto la signora Piera Maggio, mamma di Denise Pipitone, la bambina scomparsa qualche anno fa. Così sono andato a riempirmi il carrello con un sacco di roba e gliel’ho portato, dicendole: ...E non voglio più vedere quel faccino triste", è molto chiaro dalla surrealtà della situazione immaginata quale sia l'oggetto della satira di Sgargabonzi: quel racconto mediatico che semplifica, che cerca il sensazionalismo, che pensa che chiedere a una persona che ha subito un trauma Come si sente? sia fare giornalismo, quel flusso di Vita in diretta e compagnia che immagina che guardarsi negli occhi e darsi una mano a favore di telecamera sia la panacea di ogni male.
Ho editato questo post ma non ho tolto i commenti, perché capisco - come scrive giustamente Valerio Lundini qui sotto - che il codice della comicità di Sgargabonzi non è perspicuo a molti, e che non possiamo stizzirci se è così, e se ci sono persone che fraintendendo questo codice si sentono offesi o irritati. Occorre, anche per fare del bene a Alessandro Gori e per rispetto in questo caso alla madre di Denise Pipitone, aggiungere chiarezza.